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Shin il Kim – Active Anesthesia
I lavori proposti dall’artista sono incentrati sul concetto di anestesia: partendo da una riflessione sullo stato passivo in cui l’anestetico costringe il soggetto coinvolto, Shin il Kim indaga sulla possibile opposizione a questa situazione narcotizzante, che in contesti quotidiani ci paralizza e ci costringe, individuando in alcune forze, come la luce, l’opportunità per un’attiva opposizione
Comunicato stampa
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Il 20 settembre la Galleria Riccardo Crespi inaugura il suo secondo anno di attività, ospitando la mostra Active Anesthesia dell’artista coreano Shin il Kim.
I lavori proposti dall’artista sono incentrati sul concetto di anestesia: partendo da una riflessione sullo stato passivo in cui l’anestetico costringe il soggetto coinvolto, Shin il Kim indaga sulla possibile opposizione a questa situazione narcotizzante, che in contesti quotidiani ci paralizza e ci costringe, individuando in alcune forze, come la luce, l’opportunità per un’attiva opposizione.
La luce, in culture anche molto differenti tra loro, è una delle sorgenti primarie dell’entità creatrice: nella cultura giudaico-cristiana, Dio creò la luce il primo dei sette giorni della Genesi, conferendole numerosi significati simbolici; così anche nel Buddismo si concepisce tutto il cosmo come l’insieme di particelle composte da luce ed energia. L’artista intende la luce come la più piccola frazione compressa delle entità primarie: benché immateriale è l’elemento grazie al quale percepiamo la realtà, la luce si posa su ogni cosa, anche su ciò che è in qualche modo anestetizzato, veicolando comunque, attraverso il suo riflesso, una piccola parte della loro vera essenza. Fluttuando tra le varie sorgenti video, la luce diventa una componente attiva nelle opere di Shin il Kim: la potenziale “materialità” del video viene espressa utilizzandola come il medium capace di personificare il concetto di Active Anestesia. Nell’opera omonima presente in mostra, si possono osservare quadrati colorati inclinati di 45° e incasellati in una struttura di alluminio, che da un lato accoglie una proiezione video sulla totalità della sua superficie, dall’altro offre allo spettatore la modulazione luministica del video stesso, facendo apparire la superficie dei quadrati come una serie di macro-pixel, frammento primario della realtà digitale.
In Decoded Love – video installazione- l’artista si ispira al primo film a colori della storia, The toll of the sea (1922) in cui si narra una storia d’amore simile alla pucciniana Madame Butterfly: lo sbilanciamento affettivo in favore del maschio dominate a scapito della donna, permette all’artista di fare alcuni parallelismi tra questa mancanza di purezza di intenzioni nel sentimento d’amore e i “poteri forti” che tendono a controllare il mondo attraverso guerre fatte in nome della pace. Nel tentativo di interpretare e ricostruire visivamente il film, l’artista ha individuato una scena per ogni personaggio, mantenendo il sonoro originale e trasmettendo i singoli frammenti su 5 differenti dvd collegati ad altrettanti monitor, nascosti sotto una struttura circolare. Al suo ingresso nella camera oscurata, lo spettatore potrà osservare il costante mutare delle luci, delle loro posizioni e dei loro colori: entrando all’interno o girando attorno al cerchio luminoso, si percepiranno i differenti livelli di suono delle singole scene in rapporto alla posizione delle luci.
Shin il Kim, artista coreano, vive e lavora a Brooklyn, New York.
Tra le sue mostre più recenti: Kunstlerhaus Bethanien, Berlin, Germany; ARKO Art Center-Arts Council Korea, Seoul, Korea; Today Art Museum, curatore Dan Cameron, Beijing, China; Riccardo Crespi Gallery, Seeing the Invisible, Milan, Italy; Singapore Biennale 2006, Singapore; Smack Mellon Gallery, 9x, Brooklyn, New York, USA; Gwangju Biennale 2004, Gwangju, Korea.
I lavori proposti dall’artista sono incentrati sul concetto di anestesia: partendo da una riflessione sullo stato passivo in cui l’anestetico costringe il soggetto coinvolto, Shin il Kim indaga sulla possibile opposizione a questa situazione narcotizzante, che in contesti quotidiani ci paralizza e ci costringe, individuando in alcune forze, come la luce, l’opportunità per un’attiva opposizione.
La luce, in culture anche molto differenti tra loro, è una delle sorgenti primarie dell’entità creatrice: nella cultura giudaico-cristiana, Dio creò la luce il primo dei sette giorni della Genesi, conferendole numerosi significati simbolici; così anche nel Buddismo si concepisce tutto il cosmo come l’insieme di particelle composte da luce ed energia. L’artista intende la luce come la più piccola frazione compressa delle entità primarie: benché immateriale è l’elemento grazie al quale percepiamo la realtà, la luce si posa su ogni cosa, anche su ciò che è in qualche modo anestetizzato, veicolando comunque, attraverso il suo riflesso, una piccola parte della loro vera essenza. Fluttuando tra le varie sorgenti video, la luce diventa una componente attiva nelle opere di Shin il Kim: la potenziale “materialità” del video viene espressa utilizzandola come il medium capace di personificare il concetto di Active Anestesia. Nell’opera omonima presente in mostra, si possono osservare quadrati colorati inclinati di 45° e incasellati in una struttura di alluminio, che da un lato accoglie una proiezione video sulla totalità della sua superficie, dall’altro offre allo spettatore la modulazione luministica del video stesso, facendo apparire la superficie dei quadrati come una serie di macro-pixel, frammento primario della realtà digitale.
In Decoded Love – video installazione- l’artista si ispira al primo film a colori della storia, The toll of the sea (1922) in cui si narra una storia d’amore simile alla pucciniana Madame Butterfly: lo sbilanciamento affettivo in favore del maschio dominate a scapito della donna, permette all’artista di fare alcuni parallelismi tra questa mancanza di purezza di intenzioni nel sentimento d’amore e i “poteri forti” che tendono a controllare il mondo attraverso guerre fatte in nome della pace. Nel tentativo di interpretare e ricostruire visivamente il film, l’artista ha individuato una scena per ogni personaggio, mantenendo il sonoro originale e trasmettendo i singoli frammenti su 5 differenti dvd collegati ad altrettanti monitor, nascosti sotto una struttura circolare. Al suo ingresso nella camera oscurata, lo spettatore potrà osservare il costante mutare delle luci, delle loro posizioni e dei loro colori: entrando all’interno o girando attorno al cerchio luminoso, si percepiranno i differenti livelli di suono delle singole scene in rapporto alla posizione delle luci.
Shin il Kim, artista coreano, vive e lavora a Brooklyn, New York.
Tra le sue mostre più recenti: Kunstlerhaus Bethanien, Berlin, Germany; ARKO Art Center-Arts Council Korea, Seoul, Korea; Today Art Museum, curatore Dan Cameron, Beijing, China; Riccardo Crespi Gallery, Seeing the Invisible, Milan, Italy; Singapore Biennale 2006, Singapore; Smack Mellon Gallery, 9x, Brooklyn, New York, USA; Gwangju Biennale 2004, Gwangju, Korea.
20
settembre 2007
Shin il Kim – Active Anesthesia
Dal 20 settembre al 03 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA RICCARDO CRESPI
Milano, Via Giacomo Mellerio, 1, (Milano)
Milano, Via Giacomo Mellerio, 1, (Milano)
Vernissage
20 Settembre 2007, ore 18.30
Ufficio stampa
SILVIA MACCHETTO
Autore