Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ri-Tratti dalla Memoria
Dialoghi intorno all’arte marchigiana
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Con questa esposizione si inaugura a Montecosaro un progetto itinerante che tenta di captare la radice delle esperienze pittoriche di alcuni giovani artisti che con lo sguardo vigile alla vita tangono, sul supporto pittorico, esiti figurativi per poi raggiungere linguaggi visivi Ri-Tratti dalla Memoria. È questo il titolo della rassegna che ha origine nella concreta esigenza di individuare un tracciato di ricerca sull’arte contemporanea che trova e verifica il suo fondamento nel valore del confronto con la storia pittorica dei grandi maestri che nei secoli hanno vissuto appieno il loro tempo, scandendo specifici linguaggi territoriali. Il risultato visivo è una continuità rinnovata e aggiornata nelle tecniche e nelle forme, pur mantenendo saldo lo stile che identifica ciascun artista chiamato a misurarsi con un’affascinante eredità iconografica che, per questa mostra, è tutta marchigiana. Indi per cui, pittori quali i fratelli Salimbeni, El Greco, Simone de Magistris, Federico Barocci, Lorenzo Lotto, Giovanni Francesco Guerrieri rivivono idealmente nelle opere di questi giovani artisti come in una lente d’ingrandimento deformante. Emergono così i Dialoghi intorno all’arte marchigiana, con i quali gli otto artisti invitati a questa mostra, che ha poi tutta l’aria di una sfida, si sono misurati. Le sale dei prestigiosi spazi del Complesso Agostiniano di Montecosaro, si presenteranno agli spettatori come otto stanze della memoria, in cui tutti siamo invitati ad entrare, ciascuna caratterizzata da evocazioni e reminiscenze che scorrono e affiorano sul supporto dipinto. Saranno volti, gesti, posture di figure umane, oppure scenari, prospettive e spazialità che provengono dall’osservazione e dal “sentire” affine quei maestri lontani nel tempo e dalla nostra realtà, ma densi di una rinnovata vitalità.
Tutti questi elementi che arricchiscono l’evento, visitabile fino al 30 settembre, sono esaminati dal punto di vista critico nel catalogo della mostra, edito da Bocca Editore, che fra le altre cose presenta un interessante affondo storico di Sara Fontana, storica dell’arte le cui recenti indagini pongono attenzione alle arti visive dagli anni Cinquanta del Novecento a oggi. Le ragioni di questa mostra, poi, si intercettano da subito nella prefazione del curatore.
«[…] Tempi e attese che regolano la storia dell’arte e che nella nostra contemporaneità assumono modalità ed equilibri tutti da riordinare. Laddove c’è stato un tempo dove si ambiva all’esecuzione dei grandi cantieri ad affresco, soffitti e volte, oppure a sontuose pale d’altare che raccontavano storie e immagini di santi, miracoli, simboli, parabole, martiri, supplizi e divine apparizioni. Un tempo in cui il pittore aveva un ruolo e un mestiere pubblico, sociale, laico o ecclesiastico, al servizio della Chiesa, di un re o di una Signoria. Mondi celesti e mondi di potenti sovrani, rappresentazioni sacre e profane, ultime cene, natività, adorazioni dei magi, madonne con Bambino, crocifissioni e deposizioni, re e regine, papi e cardinali, battaglie e trionfi.
Qui e ora, le nostre figurazioni, più lacerate e sofferte nella forma, raccontano di cenacoli nei campi nomadi, venerazioni profane, stadi d’assedio psicologici, capi di stato e gente comune, sogni, speranze di pace; paesaggi reali e immaginari dove vivono dannati e penitenti con lo sgretolarsi dei loro destini, ritratti dalla memoria con la sensibilità espressiva di chi vigila sulla nostra storia».
La storia, maestra di vita, dimostra, a Montecosaro, come ogni esperienza figurativa contemporanea non può e non deve trascendere dal ricco bagaglio filologico e culturale che l’arte di ogni tempo ci ha lasciato e che per questi giovani artisti è un patrimonio inestimabile da cui ripartire per altre entusiasmanti avventure artistiche. È lo stesso sentimento che fece proprio Sergio Graziosi a cui questa mostra dedica la sezione conclusiva, rendendo omaggio all’estro di un lombardo che scelse negli ultimi anni della sua vita di vivere fra le meravigliose colline di Montecosaro per assaporare l’incanto dei monti sibillini.
Tutti questi elementi che arricchiscono l’evento, visitabile fino al 30 settembre, sono esaminati dal punto di vista critico nel catalogo della mostra, edito da Bocca Editore, che fra le altre cose presenta un interessante affondo storico di Sara Fontana, storica dell’arte le cui recenti indagini pongono attenzione alle arti visive dagli anni Cinquanta del Novecento a oggi. Le ragioni di questa mostra, poi, si intercettano da subito nella prefazione del curatore.
«[…] Tempi e attese che regolano la storia dell’arte e che nella nostra contemporaneità assumono modalità ed equilibri tutti da riordinare. Laddove c’è stato un tempo dove si ambiva all’esecuzione dei grandi cantieri ad affresco, soffitti e volte, oppure a sontuose pale d’altare che raccontavano storie e immagini di santi, miracoli, simboli, parabole, martiri, supplizi e divine apparizioni. Un tempo in cui il pittore aveva un ruolo e un mestiere pubblico, sociale, laico o ecclesiastico, al servizio della Chiesa, di un re o di una Signoria. Mondi celesti e mondi di potenti sovrani, rappresentazioni sacre e profane, ultime cene, natività, adorazioni dei magi, madonne con Bambino, crocifissioni e deposizioni, re e regine, papi e cardinali, battaglie e trionfi.
Qui e ora, le nostre figurazioni, più lacerate e sofferte nella forma, raccontano di cenacoli nei campi nomadi, venerazioni profane, stadi d’assedio psicologici, capi di stato e gente comune, sogni, speranze di pace; paesaggi reali e immaginari dove vivono dannati e penitenti con lo sgretolarsi dei loro destini, ritratti dalla memoria con la sensibilità espressiva di chi vigila sulla nostra storia».
La storia, maestra di vita, dimostra, a Montecosaro, come ogni esperienza figurativa contemporanea non può e non deve trascendere dal ricco bagaglio filologico e culturale che l’arte di ogni tempo ci ha lasciato e che per questi giovani artisti è un patrimonio inestimabile da cui ripartire per altre entusiasmanti avventure artistiche. È lo stesso sentimento che fece proprio Sergio Graziosi a cui questa mostra dedica la sezione conclusiva, rendendo omaggio all’estro di un lombardo che scelse negli ultimi anni della sua vita di vivere fra le meravigliose colline di Montecosaro per assaporare l’incanto dei monti sibillini.
28
luglio 2007
Ri-Tratti dalla Memoria
Dal 28 luglio al 30 settembre 2007
arte contemporanea
Location
COMPLESSO AGOSTINIANO
Montecosaro, Piazza Trieste, (Macerata)
Montecosaro, Piazza Trieste, (Macerata)
Orario di apertura
10,30-12,30 e 17,00-20, chiuso lunedì
Vernissage
28 Luglio 2007, ore 18,30
Autore
Curatore