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Si Fest 2007 – Singolare/plurale. Identità e percezoni
Creato nel 1992 dal Comune di Savignano sul Rubicone e il circolo Fotografico Cultura e Immagine sotto la direzione di Lanfranco Colombo come luogo d’incontro e di scambio tra fotografi e appassionati di fotografia, il festival si é affermato come un appuntamento nazionale immancabile per le letture dei portfolio
Comunicato stampa
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Sapere dove è l'identità è una domanda senza risposta.
(José Saramago)
Creato nel 1992 dal Comune di Savignano sul Rubicone e il circolo Fotografico Cultura e Immagine sotto la direzione di Lanfranco Colombo come luogo d’incontro e di scambio tra fotografi e appassionati di fotografia, il festival si é affermato come un appuntamento nazionale immancabile per le letture dei portfolio. Le diverse attività quali mostre, incontri e workshop, organizzate parallelamente hanno progressivamente strutturato Portfolio in Piazza come un festival, diretto nel corso degli anni da Mario Cresci, Vittoria Ciolini e Denis Curti.
Oggi Savignano Immagini Festival si é voluto dare nuovi obiettivi e strutture, un’azione articolata durante tutto l’anno e una dimensione di scoperte e di scambi ancora più internazionale.
Questa scelta ha portato alla nomina di un nuovo direttore artistico del Festival, responsabile anche delle attività permanenti intorno all’immagine: Laura Serani, che porta a Savignano sul Rubicone la sua ventennale esperienza in campo fotografico come direttrice delle Galeries Photo e dei progetti audiovisivi della Fnac per la Francia e l’estero, tra il 1985 e il 2000. Sempre per la Fnac ha costituito l'importante Collezione fotografica, panorama originale della fotografia contemporanea in circa 3000 opere mentre con le numerose mostre curate Laura Serani ha anche contribuito alla diffusione della fotografia italiana in Francia e in Spagna (mostre di Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice, Ugo Mulas, Francesco Radino, Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico...) e lanciato il "Premio Fnac europeo di fotografia".
Con la nuova direzione artistica é un po’ un nuovo festival che rinasce sotto il nome di Si Fest, con una programmazione ancora più orientata verso la scena internazionale e la volontà di affermarsi come un momento importante di scoperte, di riflessione e d’incontri. Mostre e conferenze saranno accompagnate da installazioni video e proiezioni. Le letture dei portofolio restano al cuore del festival, cercando di rispondere in modo adeguato alle aspettative di fotografi e lettori.
Il direttore Laura Serani ha fatto dunque una selezione di autori che riflettono intorno al delicato tema dell’identità: quante e quali identità possono esistere e coesistere? E così l’identità intesa in senso lato, tra percezione e realtà, attraversa le differenti proposte storiche e contemporanee.
A partire dalla mostra di Robert Frank Les Américains, eccezionalmente esposta per la prima volta in Italia grazie alla disponibilità della Maison Européenne de la Photographie di Parigi in occasione del cinquantenario dalla pubblicazione del libro che in America fece tanto scalpore. Frank infatti, riconosciuto unanimemente come uno dei padri della fotografia, ha rivoluzionato il modo di fotografare e d’intendere la fotografia e nel contempo ha costituito un autentico punto di rottura con l’immagine degli Stati Uniti sino a quel momento. Il Paese che trapela dalle foto di Frank non rispecchiava più l’American Dream che sino ad allora si era cercato di diffondere; l’identità nazionale, o l’immagine di essa, fu dunque messa in discussione per la prima volta.
Parallelamente all’America di Robert Frank sarà presentata l’Inghilterra di Philip Jones Griffiths con la mostra Middle Years presentata per la prima volta a Londra, durante Photo London lo scorso giugno dalla Trolley Gallery. Celebre per le sue immagini denuncia della guerra del Vietnam, Philip Jones Griffiths presenta a Savignano un lavoro sulla Gran Bretagna negli anni ’60 e ’70, segnati da profondi cambiamenti sociali e politici. In Middle Years Griffiths si concentra su di una realtà a lui più vicina e posa lo sguardo attento sulle forme di rivoluzione domestica che diventano simbolo e manifestazione immediata delle grandi trasformazioni in atto e raccontano sull’identità di un popolo molto più di quanto un manifesto politico abbia mai fatto.
Un'altra anteprima eccezionale è la presenza di Malick Sidibé, reduce dal Leone d’oro alla Biennale di Venezia di quest’anno che espone i ritratti inediti della gioventù del Mali. I ritratti di Sidibé si possono leggere a strati: in superficie l’atmosfera rilassata e serena, ma scendendo in profondità si ritrova nelle immagini dei giovani malinesi l’anelito ad essere come i coetanei bianchi, la difficoltà di adattarsi alla vita cittadina, la ricerca di una propria identità.
In occasione del Festival, l’autore é stato invitato a ricreare il suo celebre Studio Sidibé e a lanciare il progetto di un catalogo in immagini della gente di Savignano e del popolo del festival. Un’occasione unica per essere ritratti con la vivacità e la serena ironia che contraddistinguono Sidibé; per tutti gli altri la gratificazione di vedere all’opera uno dei più grandi fotografi africani viventi.
E sull’identità più profonda riflettono anche le autrici della mostra collettiva Femmes d’Images curata da Michket Krifa per CULTURESFRANCE, dieci fotografe e videoartiste arabe che prendono le distanze dai clichée e dagli scontri ideologici per ricentrare il dibattito sull’intimità, offrendo una chiave di lettura del loro universo privato e artistico.
E intorno al concetto di identità ruotano le altre mostre di quest’anno: Giandomenico Marini con Generazioni racconta un pezzo di Novecento attraverso le immagini della sua famiglia, Patrizia Zelano con Luci dall’Islam, lavoro sulle donne immigrate, si sofferma sulla complessità degli elementi legati all’integrazione. E così anche i lavori di Bourcart e Nefzger per il Prix Jeu de Paume, Massimo Siragusa – premiato dal G.R.I.N per il lavoro sui moderni templi dell’ozio e dello svago, Maurizio Cogliandro e il suo Ira e Andrea Dapueto con Camere con vista, premi Pesaresi 2006 e Claudio Gobbi con Persistence, straordinario lavoro sull’identità dei luoghi svuotati dalla presenza umana.
Ma le anteprime non finiscono qui, infatti il 14 settembre, serata inaugurale del Festival, in occasione del suo compleanno Michel Butor presenterà Escales visuelle la mostra in anteprima di Marie-Jo Butor con i preziosi interventi calligrafici dell’autore, in collaborazione con la Fondazione Tito Balestra; mentre il giorno successivo, sabato 15, Gabriele Basilico presenterà in anteprima con una proiezione il suo recente ed inedito lavoro su San Francisco.
Non da meno sono le proiezioni della serie Contacts, alla presenza di Jean-Pierre Krief, prodotta da KS VISIONS, ARTE France, Jeu de Paume, con la partecipazione del Ministero della Cultura e della Comunicazione, del Centre national des Arts Plastique e del Centre national de la Cinématographie e gli interventi di Yuri Degola che proporrà pitture, foto video, musica e naturalmente le sue originalissime magliette.
Le strade di Savignano sul Rubicone accoglieranno interventi audiovisivi e animazioni realizzati in collaborazione con gli artisti che animano il SI FEST, proiezioni in notturna con sonorizzazioni a cura di Territoire de Fiction, e infine il progetto Galleria Effimera.
Questa XVI edizione del Si Fest tenta dunque un’approfondita riflessione sull’identità nelle sue più ampie declinazioni, doverosa in momenti di grandi cambiamenti e transizioni. Che vuole essere anche una riflessione sul ruolo e sull’identità artistica del fotografo, che da sempre e con sempre maggiore pregnanza documenta, sottolinea ed evidenzia con la propria sensibilità e attraverso il polivalente mezzo fotografico il mondo intorno e dentro di sé.
(José Saramago)
Creato nel 1992 dal Comune di Savignano sul Rubicone e il circolo Fotografico Cultura e Immagine sotto la direzione di Lanfranco Colombo come luogo d’incontro e di scambio tra fotografi e appassionati di fotografia, il festival si é affermato come un appuntamento nazionale immancabile per le letture dei portfolio. Le diverse attività quali mostre, incontri e workshop, organizzate parallelamente hanno progressivamente strutturato Portfolio in Piazza come un festival, diretto nel corso degli anni da Mario Cresci, Vittoria Ciolini e Denis Curti.
Oggi Savignano Immagini Festival si é voluto dare nuovi obiettivi e strutture, un’azione articolata durante tutto l’anno e una dimensione di scoperte e di scambi ancora più internazionale.
Questa scelta ha portato alla nomina di un nuovo direttore artistico del Festival, responsabile anche delle attività permanenti intorno all’immagine: Laura Serani, che porta a Savignano sul Rubicone la sua ventennale esperienza in campo fotografico come direttrice delle Galeries Photo e dei progetti audiovisivi della Fnac per la Francia e l’estero, tra il 1985 e il 2000. Sempre per la Fnac ha costituito l'importante Collezione fotografica, panorama originale della fotografia contemporanea in circa 3000 opere mentre con le numerose mostre curate Laura Serani ha anche contribuito alla diffusione della fotografia italiana in Francia e in Spagna (mostre di Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice, Ugo Mulas, Francesco Radino, Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico...) e lanciato il "Premio Fnac europeo di fotografia".
Con la nuova direzione artistica é un po’ un nuovo festival che rinasce sotto il nome di Si Fest, con una programmazione ancora più orientata verso la scena internazionale e la volontà di affermarsi come un momento importante di scoperte, di riflessione e d’incontri. Mostre e conferenze saranno accompagnate da installazioni video e proiezioni. Le letture dei portofolio restano al cuore del festival, cercando di rispondere in modo adeguato alle aspettative di fotografi e lettori.
Il direttore Laura Serani ha fatto dunque una selezione di autori che riflettono intorno al delicato tema dell’identità: quante e quali identità possono esistere e coesistere? E così l’identità intesa in senso lato, tra percezione e realtà, attraversa le differenti proposte storiche e contemporanee.
A partire dalla mostra di Robert Frank Les Américains, eccezionalmente esposta per la prima volta in Italia grazie alla disponibilità della Maison Européenne de la Photographie di Parigi in occasione del cinquantenario dalla pubblicazione del libro che in America fece tanto scalpore. Frank infatti, riconosciuto unanimemente come uno dei padri della fotografia, ha rivoluzionato il modo di fotografare e d’intendere la fotografia e nel contempo ha costituito un autentico punto di rottura con l’immagine degli Stati Uniti sino a quel momento. Il Paese che trapela dalle foto di Frank non rispecchiava più l’American Dream che sino ad allora si era cercato di diffondere; l’identità nazionale, o l’immagine di essa, fu dunque messa in discussione per la prima volta.
Parallelamente all’America di Robert Frank sarà presentata l’Inghilterra di Philip Jones Griffiths con la mostra Middle Years presentata per la prima volta a Londra, durante Photo London lo scorso giugno dalla Trolley Gallery. Celebre per le sue immagini denuncia della guerra del Vietnam, Philip Jones Griffiths presenta a Savignano un lavoro sulla Gran Bretagna negli anni ’60 e ’70, segnati da profondi cambiamenti sociali e politici. In Middle Years Griffiths si concentra su di una realtà a lui più vicina e posa lo sguardo attento sulle forme di rivoluzione domestica che diventano simbolo e manifestazione immediata delle grandi trasformazioni in atto e raccontano sull’identità di un popolo molto più di quanto un manifesto politico abbia mai fatto.
Un'altra anteprima eccezionale è la presenza di Malick Sidibé, reduce dal Leone d’oro alla Biennale di Venezia di quest’anno che espone i ritratti inediti della gioventù del Mali. I ritratti di Sidibé si possono leggere a strati: in superficie l’atmosfera rilassata e serena, ma scendendo in profondità si ritrova nelle immagini dei giovani malinesi l’anelito ad essere come i coetanei bianchi, la difficoltà di adattarsi alla vita cittadina, la ricerca di una propria identità.
In occasione del Festival, l’autore é stato invitato a ricreare il suo celebre Studio Sidibé e a lanciare il progetto di un catalogo in immagini della gente di Savignano e del popolo del festival. Un’occasione unica per essere ritratti con la vivacità e la serena ironia che contraddistinguono Sidibé; per tutti gli altri la gratificazione di vedere all’opera uno dei più grandi fotografi africani viventi.
E sull’identità più profonda riflettono anche le autrici della mostra collettiva Femmes d’Images curata da Michket Krifa per CULTURESFRANCE, dieci fotografe e videoartiste arabe che prendono le distanze dai clichée e dagli scontri ideologici per ricentrare il dibattito sull’intimità, offrendo una chiave di lettura del loro universo privato e artistico.
E intorno al concetto di identità ruotano le altre mostre di quest’anno: Giandomenico Marini con Generazioni racconta un pezzo di Novecento attraverso le immagini della sua famiglia, Patrizia Zelano con Luci dall’Islam, lavoro sulle donne immigrate, si sofferma sulla complessità degli elementi legati all’integrazione. E così anche i lavori di Bourcart e Nefzger per il Prix Jeu de Paume, Massimo Siragusa – premiato dal G.R.I.N per il lavoro sui moderni templi dell’ozio e dello svago, Maurizio Cogliandro e il suo Ira e Andrea Dapueto con Camere con vista, premi Pesaresi 2006 e Claudio Gobbi con Persistence, straordinario lavoro sull’identità dei luoghi svuotati dalla presenza umana.
Ma le anteprime non finiscono qui, infatti il 14 settembre, serata inaugurale del Festival, in occasione del suo compleanno Michel Butor presenterà Escales visuelle la mostra in anteprima di Marie-Jo Butor con i preziosi interventi calligrafici dell’autore, in collaborazione con la Fondazione Tito Balestra; mentre il giorno successivo, sabato 15, Gabriele Basilico presenterà in anteprima con una proiezione il suo recente ed inedito lavoro su San Francisco.
Non da meno sono le proiezioni della serie Contacts, alla presenza di Jean-Pierre Krief, prodotta da KS VISIONS, ARTE France, Jeu de Paume, con la partecipazione del Ministero della Cultura e della Comunicazione, del Centre national des Arts Plastique e del Centre national de la Cinématographie e gli interventi di Yuri Degola che proporrà pitture, foto video, musica e naturalmente le sue originalissime magliette.
Le strade di Savignano sul Rubicone accoglieranno interventi audiovisivi e animazioni realizzati in collaborazione con gli artisti che animano il SI FEST, proiezioni in notturna con sonorizzazioni a cura di Territoire de Fiction, e infine il progetto Galleria Effimera.
Questa XVI edizione del Si Fest tenta dunque un’approfondita riflessione sull’identità nelle sue più ampie declinazioni, doverosa in momenti di grandi cambiamenti e transizioni. Che vuole essere anche una riflessione sul ruolo e sull’identità artistica del fotografo, che da sempre e con sempre maggiore pregnanza documenta, sottolinea ed evidenzia con la propria sensibilità e attraverso il polivalente mezzo fotografico il mondo intorno e dentro di sé.
14
settembre 2007
Si Fest 2007 – Singolare/plurale. Identità e percezoni
Dal 14 al 16 settembre 2007
fotografia
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
VECCHIA PESCHERIA
Savignano Sul Rubicone, Corso Gino Vendemini, 51, (Forlì-cesena)
Savignano Sul Rubicone, Corso Gino Vendemini, 51, (Forlì-cesena)
Sito web
www.savignanoimmagini.it
Ufficio stampa
EMANUELA BERNASCONE
Autore
Curatore