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Toscana Foto Festival 2007 – Emozioni e immagini
Con la direzione artistica di Franco Fontana, il festival propone workshop, mostre, eventi e premi
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giunge alla sua quindicesima edizione il Toscana Foto Festival, un incontro indipendente di grandi artisti, di grandi studiosi e di molti appassionati che come ogni anno si ritrovano per due settimane nel cuore dell’Alta Maremma. Con la direzione artistica di Franco Fontana, il sostegno della Città di Massa Marittima e dell’AMATUR, la collaborazione di molti sponsor primo fra i quali Epson, il TFF sarà un intenso viaggio nel mondo della fotografia, con workshop e mostre di artisti italiani ed internazionali, premi fotografici e proiezioni.
Nato da un gruppo di amanti della fotografia il Festival è stato “adottato” dal grande fotografo modenese Franco Fontana, che dedica al progetto tutta la sua carica di animatore culturale e di grande amante della cultura della fotografia.
Testimoni della realtà, interpreti della cultura e dei tempi in cui viviamo, “scrittori” dell’immagine, i fotografi sono i nuovi storici, capaci di fissare per sempre nella memoria collettiva ed individuale, i momenti più importanti della nostra epoca. La cultura dell’immagine trova nella fotografia una dimensione diretta, forte ed efficace. Nella comunicazione dell’immediatezza che caratterizza il nostro tempo la fotografia si erge a medium privilegiato e preferenziale, allarga i confini e abbatte le barriere.
Massa Marittima ospiterà i più grandi maestri della fotografia contemporanea che da anni scelgono il Toscana Foto Festival per condividere e far conoscere la loro arte. Molti workshop, nudo, creatività e fotogiornalismo saranno alcuni dei temi trattati nelle due settimane di seminari. Dal 4 al 7 luglio saranno Giovanni Gastel, Gabriele Rigon e Roberto Palozzi a tenere i workshop, mentre per la seconda settimana, dal 9 al 15 luglio, Franco Fontana, Amedeo Turello, Ken Damy, Karen Knorr, Maurizio Galimberti e Francesco Zizola.
Ma il Toscana Foto Festival non è solo un momento di approfondimento condiviso con grandi artisti ma soprattutto è l’occasione per una grande mostra che si terrà al Palazzo dell’Abbondanza dal 5 luglio al 5 agosto. L’esposizione riunisce moltissime delle anime della fotografia e contribuisce a rendere il Festival uno degli appuntamenti dei più importanti del mondo della fotografia. In mostra le opere di Maurizio Galimberti, Jan & Sarah (Jan Saudek Sarah Saudekova), Andrea Razzoli, Samuele Bianchi.
Il Toscana Foto Festival, in collaborazione con i suoi sponsor, assegna numerosi premi e borse di studio, per la valorizzazione dei talenti emergenti.
La mostra si terrà presso
Palazzo dell’Abbondanza Via Goldoni – Massa Marittima
Ingresso gratuito
Orario: dalle ore 17,30 alle ore 19,30 e dalle 21,00 alle 23,00
LA MOSTRA
5 luglio - 5 agosto 2007, Palazzo dell’Abbondanza – Massa Marittima
NEW YORK POLAROID.. BY MAURIZIO GALIMBERTI Una personale e intima visione della Grande Mela
Fotografo con Polaroid fin dai primi anni Ottanta, Maurizio Galimberti privilegia la fotografia di ricerca attraverso il concetto del ritmo e movimento, tipico di futuristi e cubisti. Esordisce utilizzando una fotocamera Widelux per una ricerca ''on the road''. In seguito, da circa diciotto anni, usa stabilmente Polaroid. Della stessa diviene rapidamente ideatore dello specifico movimento (vedasi volume ''Polaroid Pro Art''). La sua creativita' e progettualita' si esprimono anche nel ''Mosaico Fotografico'', una tecnica ''reinventata'' e adattata soprattutto nei personalissimi ritratti eseguiti nel mondo dell'arte, moda, cultura. Galimberti e' stato ''Instant Artist' POLAROID, e ideatore della ''Polaroid Collection Italiana''. Allo stesso tempo, partecipa ad importanti rassegne di fotografia e cinema, in occasione della MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 1996-1998-2003-2004-2005-2006-2007, in collaborazione con Polaroid, Photo Movie e Jaeger LeCoultre ha realizzato ritratti a mosaico ai divi presenti. La sua abilita' di ritrarre 'istantaneamente' persone e paesaggi fa della sua fotografia un marchio inconfondibile. La qualifica di istant artist nasce dal suo attento studio del rapporto tra immagine e realta'. I mosaici di architetture, che rappresentano la sua cifra piu' riconoscibile, sono partiti inizialmente come piccoli puzzle di Polaroid: dieci, venti tasselli che scompongono edifici, strade, e li riassumono in nuove creazioni. A tutto questo si aggiunge una tecnica innovativa, definita dallo stesso Galimberti come frottage: tramite una penna, una spatola di legno l'autore imprime dei segni che donano nuovi colori alla fotografia. Alla fine del 2006 si e' spostato nella Grande Mela per un lavoro che si rispecchia in 190 immagini che compongono un libro e una mostra: New York Polaroid... by Maurizio Galimberti' in cui si puo' ammirare tutto il suo talento e la sua personale e intima visione di una fra le piu' belle citta' mondo.
Jan & Sarah (Jan Saudek Sarah Saudekova) Dialogue
“E' da tempo che penso ad una mostra di coppie d'artista: potrei citare ad esempio Helmut Newton e Alice Springs o Don Mc Cullin e Marylin Bridge, ma non mi è risultato facile. Vuoi perché a volte il raffronto potrebbe risultare penalizzante per l'uno o per l'altro (e la recente Biennale al femminile ha ampiamente dimostrato la validità e la qualità del cosiddetto lato debole della coppia); vuoi perché molte volte le tecniche risultano disomogenee e di difficile confronto (dalla pittura alla fotografia, dalla poesia alla scultura e via dicendo). Con Jan e Sarah so di rischiare: Jan è un mostro di bravura internazionale e la giovane Sarah risente sicuramente dell'influenza di Jan, ma sono sicuro che ad una lettura più attenta le sottili differenze di visione del mondo possono essere percepite anche dai più distratti. Una mostra quindi da vedere, che non richiede un lungo testo critico, tanto si è già scritto su Jan e tanto poco su Sarah, che puo' suscitare piacevoli sorprese.” Ken Damy
Andrea Razzoli Geometrie
Vincitore Premio EPSON “Le Logge” Toscana Foto Festival 2006
Un punto di vista di Andrea Razzoli! ... Ovvero un modo singolare di riflettere sulla realtà quotidiana, all'aperto, per strada, su Soggetti, Oggetti, Atmosfere, oppure sugli uni e gli altri insieme, coerentemente 'legati' tra loro. L'autore emiliano, individuato il proprio punto di vista, costruisce una serie di immagini, organizzate e collegate, per contenuto, forme e linguaggio, nella quale sintetizza, inventandolo ex novo, uno straordinario paesaggio che ha un tratteggio concettuale, indefinito e intrigante, nel contesto di una dimensione strutturale solo in apparenza descrittiva. Razzoli si è 'sdraiato' ed ha osservato in prospettiva, attraverso la sua macchina fotografica, 'poggiata sulla terra', più segmenti di uno 'stesso' paesaggio, dal suo personale punto di osservazione. Profili di luce inediti, cromatismi stimolanti, preziose stilizzazioni di segni urbani, ambienti poetici, tutti elementi coordinati in una trama iconica discreta, avvolta nel silenzio, in cui è a fuoco il primo piano, ben delineato e limpido, mentre sullo sfondo, Oggetti, Soggetti e Atmosfere - protagonisti e comprimari -, rimangono sfuocati, secondo un progetto elaborato in ogni dettaglio. Tombini, segnali stradali, spazi, asfalti e strade ... entità che sembrano estratte e proiettate nel nulla, sconosciute e inesistenti, che l'autore colloca in una prospettiva creativa intima e unica, dando ad essi soggettività e vita. Razzoli, che conosce e gestisce con grande abilità il mezzo, crea, con una tessitura geometrica accattivante e di ottimo livello, un mosaico di appunti che fa sognare. Un paesaggio che intriga, quindi, e si manifesta in una varietà di sintesi, plurali e significanti. 'Ho iniziato a fare scatti da terra - dice - perché mi affascinava il diverso punto di vista e la conseguente diversa dimensione che assumevano le cose; mi sono reso conto con stupore di entrare in un nuovo mondo fantastico, tutto improvvisamente mi appariva, tutto era da raccontare'. Studiati i tagli, atipici i punti di fuga: riflessioni costruite su di un paesaggio banale che Razzoli osserva e 'lavora' intimamente traendone argomentazioni linguistiche di indubbia valenza espressiva. I segni urbani assumono una dimensione tale che permettono di costruire paesaggi inediti che lasciano spazio alla fantasia ... 'La fotografia - dice Franco Fontana - non deve riprodurre il visibile, ma rendere visibile l'invisibile'. Come fa Andrea Razzoli! Fausto Raschiatore
Samuele Bianchi Realtà in comunicazione
Vincitore Premio ITALGAS “Ambiente” Toscana Foto Festival 2006
Le immagini di Samuele Bianchi non danno certezze, non illustrano la realtà. All'opposto, alimentano vertiginosamente i dubbi, e comunicano sensazioni al fruitore tramite il procedimento dell'evocazione, non della mera, arida, riproduzione. Partendo da questo presupposto, l'autore toscano si concentra non sulla questione del soggetto da riprendere e neanche sulla frustrante e mortificante fissazione (tutta italiana) del contenuto. Il fulcro della sua fotografia e' situato nel problema, forse irrisolvibile, della scelta del fotografo, e dunque all'interno dell'incognita dello sguardo. Nel caso specifico, Bianchi opera grazie a una sorta di principio dei vasi comunicanti. Non e' esclusivamente il mondo che influenza il suo sguardo. E' vero anche l'esatto contrario, e cioè che l'autore proietta tramite il dispositivo ottico il suo pensiero sui segni della realtà. Tale concezione sgombra il campo da qualsiasi banale narcisismo imperante nel mondo fotografico (togliendo di mezzo l'idea secondo cui esistano 'fotografi bravi') e pone Bianchi in una dimensione concettuale che trasporta l'azione creativa sul piano della filosofia delle immagini, piuttosto che su quello del fare 'belle' fotografie, o peggio ancora interessanti.
Con il suo recente lavoro, il fotografo lucchese oltretutto smonta uno dei luoghi comuni secondo cui, per dare profondità a un lavoro fotografico, non si possa che esplorare ciò che è lontano, 'altro', da noi. Samuele Bianchi ha puntato il suo sguardo/pensiero permeabile sul territorio che lo circonda, sulle strade e sui palazzi della sua esistenza giornaliera, nella convinzione che non possa che sussistere viaggio più impressionante e straniante di quello che effettuiamo nel nostra presunta realtà (che pensiamo di conoscere e dominare). Agendo come una sorta di periscopio anarchico, Bianchi ha 'prelevato' frammenti opposti/speculari di reale negando l'assolutezza della scelta dello sguardo e producendo 'immagini doppie' che rendono culturalmente complessa la questione dell'intervento dell'artista sui luoghi visibili. Il suo spazio di azione e' in sostanza quello dei significanti e non quello dei significati, le sue opere destabilizzano e non stabilizzano
La mostra si terrà presso
Palazzo dell’Abbondanza Via Goldoni – Massa Marittima
Ingresso gratuito
Orario: dalle ore 17,30 alle ore 19,30 e dalle 21,00 alle 23,00
I WORKSHOP
Creatività, reportage, ritrattistica, moda, nudo, sperimentazione: al Toscana Foto Festival si impara dai più grandi fotografi che propongono seminari originali e stimolanti. Per imparare dai grandi i segreti e le tecniche, sviluppare la propria professionalità e stimolare il proprio talento.
PRIMA SETTIMANA: 4 -7 LUGLIO 2007
GIOVANNI GASTEL, “Seminario di moda e fotografia creativa”.
Immagini oniriche, surreali, sfumate, volutamente imperfette. Così appaiono le foto di Giovanni Gastel, tra i fotografi di moda più acclamati non solo nel nostro paese ma anche all'estero. Nipote di Luchino Visconti, Gastel prende già da giovanissimo confidenza con la macchina fotografica. 'Cosa non si fa per non studiare', scherza Gastel. A soli 17 anni realizza le foto per la famosa casa d'aste Christie's e da allora l'ascesa del fotografo che vive tra Milano e Parigi è stata inarrestabile. Numerose le campagne pubblicitarie e le mostre per grandi nomi della moda tra cui Krizia, Swarovski e in tempi più recenti Levi's e Liviana Conti ('mi mostro parecchio' è solito affermare). Per non parlare del sodalizio con casa Trussardi per cui Gastel ha realizzato le immagini di due mostre 'Trussardi e Gastel 1982-1987' (ottobre '87) e 'Il mondo di Nicola Trussardi nelle immagini di Giovanni Gastel' (gennaio '91). Autore di tre libri fotografici, Gastel è riconoscibile al pubblico per le sue immagini volutamente imperfette, dai contorni imprecisi e dai colori spesso artificiali.
GABRIELE RIGON
L’essenza della bellezza per Gabriele Rigon è rappresentata dalla gestualità femminile, sospesa in un attimo di seducente e inattesa staticità nel pigro e rarefatto esaurirsi di un movimento fisico. Il riproporre in fotografia l’immobilità femminea anche di un solo attimo di abbandono si trasforma, grazie all’obbiettivo fotografico di Rigon, in un puro canone estetico preso in prestito da una cultura iconografica di chiara matrice classica. “Fermare la grazia di un gesto femminile nella compostezza plastica della scultura vuol dire creare un simbolo contemplabile ed eterno della bellezza”, questo è il pensiero di Rigon, fotografo che si è imposto negli ultimi anni come una delle più sicure promesse fotografiche internazionali. Nato nel 1961, Gabriele Rigon, pilota di elicottero dell’esercito, ha cominciato a scattare fotografie durante le missioni militari di pace che lo hanno portato in molte delle zone calde del nostro pianeta. Cresciuto pertanto come fotografo di reportage, le sue immagini sono state una testimonianza visiva dei recenti conflitti quali la Namibia, il Kurdistan, l’Iraq, l’Albania, la Somalia , la Bosnia, l’Afganistan ed il Libano. Negli ultimi anni i suoi interessi fotografici si sono spostati sullo studio del corpo e della bellezza femminile. Le sue immagini sono state pubblicate da centinaia di periodici specializzati di arte fotografica, di moda, di beauty, inoltre ha realizzato oltre 40 copertine di libri internazionali, tra cui tutte le copertine dei libri della scrittrice Melissa P., e recentemente ha realizzato la copertina del Best Seller di Candido Cannavò dal titolo “E li chiamano disabili”. Tale immagine è diventata un simbolo nel mondo dei “diversamente abili” ed è stata tradotta anche in “Braile” per essere apprezzata dai non vedenti. Ad aprile del 2006 è uscito il suo secondo libro fotografico intitolato “ROXANNE”, edito dall’editore tedesco “Daab” e distribuito in cento paesi diversi. Ha realizzato inoltre il “Calendesercito 2007”, il calendario istituzionale dell’Esercito Italiano, ed è stato scelto per rappresentare l’Italia in un libro internazionale sull’arte del nudo, progetto della prestigiosa casa editrice “Dorling Kindersley” che raccoglierà il lavoro di 10 fotografi provenienti dai 5 continenti. “La sua attenzione si rivolge in particolare alla figura femminile, ispiratrice sia di forma, sia di erotismo. Secondo Gabriele "EROS" non è solamente il nudo, ma l'essenza stessa della femminilità. Considera il nudo femminile seducente ed irresistibile, forse una delle forme più belle della natura.
ROBERTO PALOZZI
E’ nato a Rieti il 26 luglio 1973. Laureato in giurisprudenza e in Scienze Naturali, per sette anni ha fatto parte della squadra nazionale italiana di bob (da cui il soprannome). Giornalista-fotografo ha pubblicato centinaia di articoli e fotografie su riviste e quotidiani sia italiani che esteri. Da anni è uno dei maggiori contributor della celebre rivista specializzata 'fotografare' e del prestigioso magazine subacqueo 'Mondo Sommerso', per i quali realizza articoli di tecnica fotografica e reportage. Tema centrale della sua attività di fotografo è l'esplorazione geografico-naturalistica che l'ha portato a viaggiare in tutti e sette i continenti (compresi i Poli), sopra e sotto la superficie del mare. Ha da poco pubblicato un manuale di tecnica fotografica dall'eloquente titolo 'Fotografare in viaggio'. E' istruttore subacqueo con specializzazioni per l'atmosfera rarefatta (alta quota) e l'immersione fluviale.
Corso: la fotografia subacquea è un genere dannatamente complicato dal momento che unisce alle già enormi difficoltà tecniche ed espressive della fotografia 'subaerea' tutte le problematiche relative alla capacità di muoversi con naturalezza in un ambiente ostile agli esseri umani: quello marino.
Dato per scontato che gli allievi del workshop siano sommozzatori brevettati in grado di gestire autonomamente le proprie immersioni, il corso presenterà una panoramica sui vari sistemi esistenti per le riprese fotografiche subacquee, affronterà le difficoltà logistiche peculiari della fotosub, le operazioni di manutenzione delle attrezzature a tenuta stagna e dedicherà, infine, la maggior parte del tempo alle tecniche di ripresa in immersione.
Dopo un breve cenno alle regole fondamentali della fotografia (esposizione; lunghezza focale e prospettiva; profondità di campo; messa a fuoco e messa a fuoco selettiva, flash di riempimento e slow sinch; composizione) si affronterà il problema dell'esposizione sott'acqua per la luce ambiente, per il flash e del bilanciamento dell'una rispetto all'altra, sia in condizioni di ottima visibilità, sia nel caso di sospensione. Ci si soffermerà in particolare sulla perdita dei colori in profondità a causa dell'assorbimento selettivo delle varie lunghezze d'onda del raggio luminoso da parte della colonna d'acqua. Grande attenzione verrà dedicata alla razionale ed efficace composizione delle fotografie subacquee e alla gestione dei soggetti, in special modo quando si tratti di modelli umani.Tutte le nozioni teoriche verranno applicate in sessioni di ripresa pratica in piscina, con successivo commento in classe delle immagini scattate. L'ultimo giorno si uscirà in mare per costruire il proprio reportage fotografico subacqueo.
SECONDA SETTIMANA: 9 -15 LUGLIO 2007
FRANCO FONTANA, “Creatività”.
Ha 72 anni, e dalla metà degli anni settanta in poi i suoi scatti hanno fatto il giro del mondo: dagli emozionanti paesaggi che sono un arcobaleno di colori (Fontana ha saputo inventare il 'colore fotografico', ha scritto il critico Arturo Carlo Quintavalle), al ciclo dedicato alle ombre, come 'presenza – assenza', dai raffinati nudi alla più recente ricerca sugli 'asfalti', ovvero su tutto un mondo che abbiamo sotto i nostri piedi. Le immagini di Fontana sono comparse sulle copertine dei grandi magazine e sono entrate nelle collezioni più prestigiose, e lui stesso e' stato invitato a tenere corsi e lezioni in Italia e all'estero, al Politecnico di Torino così come al Guggenheim di New York.
'Il contenuto del workshop sarà un'esperienza per testimoniare la propria sensibilità fatta di invenzione, emozione, pensiero, fantasia, versatilità, un pensiero avventuroso che fa a pezzi le regole perché la fotografia creativa non deve riprodurre il visibile ma renderlo 'visibile' e così farete'. Franco Fontana
AMEDEO M. TURELLO FASHION STORY:Un racconto in immagini
Il corso si prefigge di analizzare tutti i presupposti relativi alla 'costruzione' di un editoriale moda. Modelle, locations, abiti, hair e make-up, ricerca e scelte compositive vengono presentate e verificate concretamente fra gli studenti ed il team che segue Amedeo nella creazione delle sue prestigiose produzioni fotografiche. Laureato in architettura al Politecnico di Torino ha anche ottenuto un Master in 'Fine Arts' presso l'Art Center College of Design di Pasadena in California. Spaziando dalla grafica al design industriale, ha un'esperienza professionale molto eclettica, che continua a portare avanti come consulente per numerosi marchi internazionali. La sua attività di fotografo e nata dall'esigenza di esprimere in sintesi il suo forte interesse verso le arti visive. Il suo impegno di fotografo e oggi principalmente concentrato al ritratto di celebrity e alla foto di moda. In pochi anni ha interpretato fotograficamente i più famosi personaggi del mondo della moda, musica e spettacolo. Lavora con un team formidabile principalmente fra la Costa Azzurra e gli Stati Uniti. Le sue recenti campagne sono apparse su Vogue Italia, Elle, Marie Claire, W,Glamour, GQ, Vanity Fair...
FRANCESCO ZIZOLA INCONTRO SUL FOTOGIORNALISMO
Francesco Zizola, nato a Roma nel 1962, lavora nell'ambito del fotogiornalismo da circa 15 anni. Ha frequentato la facoltà di antropologia all'Università' di Roma e lavora come fotografo dal 1981. Ha pubblicato i suoi servizi sulle testate più importanti del mondo (New York Times, Stern, Der Spiegel, El Mundo), collaborando con l'Agenzia Contrasto e successivamente con l'agenzia Magnum. L'aids in Uganda, i bambini soldato della Sierra Leone, la popolazione dei Nuba in Sudan, sono i lavori più significativi e ricorrenti, attraverso i quali Zizola sottolinea la sua attenzione ai problemi sociali legati al continente africano e alla negazione del diritto all'infanzia. Nel maggio 1994 pubblica 'Ruas' con Edizioni Gruppo Abele, sulla condizione dei bambini di strada in Brasile. Poco tempo dopo entra a far parte, unico tra i giovani fotografi italiani, della storica collezione Photo Poche diretta da Delphire, editore di Cartier Bresson. Nel 2002 pubblica un lavoro dedicato all'intervento dell'associazione sant'Egidio in difesa delle donne colpite dall'Aids in Mozambico. Attualmente sta curando il progetto di un libro destinato a raccogliere i 10 anni del suo lavoro sull'infanzia violata. Ha esposto i suoi lavori nelle gallerie più importanti in Italia e all'estero. I suoi workshop sono tra i più richiesti nel panorama del fotogiornalismo. Ha avuto molti riconoscimenti a livello internazionale fra cui: i premi World Press Photo nel 1995, 1997, 1998, 2002 e 2005, e inoltre il World Press Photo of the Year nel 1996 per una foto che documenta la tragedia dei campi minati in Angola e il premio Pictures of the Year nel 1997, 1998 e 2003. Ha lavorato come fotografo di staff con l'Agenzia Contrasto e nel giugno del 2001 è stato nominato fotografo della Magnum Photos.
Francesco Zizola incontrerà gli iscritti per tre giorni. Sarà possibile discutere del proprio portfolio, confrontarsi con il mondo del mercato e sulle tematiche contemporanee del fotogiornalismo. Una parte del workshop sarà dedicata allo specifico della fotografia digitale in relazione alle potenzialità espressive che questa tecnologia offre e alle implicazioni sui nuovi media.
KEN DAMY
Ken Damy e' nato a Brescia nel 1949. Diplomato maestro d'arte nel 1968. Nel 1969 tiene la sua prima mostra personale a Brescia ed inizia ad insegnare decorazione pittorica.
Docente di fotografia all'Accademia di Belle Arti Urbino dal 1982 al 1991, a Bologna dal 1991 al ‘96, a Venezia nel 1997 ed infine a Brera a Milano fino al 2006. Direttore artistico e fondatore del Museo Ken Damy di fotografia contemporanea dal 1974 (già Diaframma Brescia - Ken Damy photogallery), ideatore e direttore artistico della Biennale Internazionale di fotografia di Brescia (anteprima 2002).
Fotografo e grafico professionista specializzato in fotografia d'arte per molti anni, si dedica dal 1990 solo alla fotografia di ricerca, con particolare interesse per il nudo; lavora indistintamente a colori e in b/n. Ha pubblicato più di venti libri ed ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere in mostre personali e collettive. Ha presentato e organizzato criticamente più di cinquecento mostre di vari autori di valore internazionale. Ha collaborato per più di quindici anni con le riviste Zoom e Progresso Fotografico. Ultimamente è impegnato nella didattica, organizzando seminari di nudo, ritratto, architettura e fotografia di ricerca sperimentale. Ha realizzato più di trenta reportage prevalentemente a colori dedicati a: Vietnam, Cambogia, Messico, India, Cuba, Guatemala, Tibet, Marocco, Tunisia, Stati Uniti, Egitto, Nepal, Eritrea, che saranno raccolti e pubblicati in un libro dal titolo 'In qualche parte del mondo'.
MAURIZIO GALIMBERTI
Maurizio Galimberti è nato a Como nel 1956. Fotografo 'InstantArtist' di fama internazionale, è inventore del 'mito Polaroid' in Italia e vincitore del 'Gran Prix Kodak Pubblicità Italia' del 1992. I suoi ritratti per il mondo dell'arte, della moda e della cultura si contraddistinguono per la tecnica del 'Mosaico Fotografico'. Nel suo percorso ci sono collaborazioni artistiche con marchi celebri come il gruppo Richemont (Cartier, Jaeger-LeCoultre…). Ha esposto in prestigiose gallerie in tutto il mondo, tra le ultime mostre spiccano le personali 'Milano...Metacittafisica' Costantini Arte Contemporanea 2005 'Madrid…Polaroid…' Blanca Soto ArteMadrid 2005, 'Venezia Immagine' 2004, 'Live for the Moment' Italian Cultural Institute of London 1998, e le collettive 'Il Diaframma di Lanfranco Colombo. I maestri della fotografia', Peggy Guggenheim Venezia 2005, 'Je t'envisage' Musee' de l'Elisee' Losanna 2004, 'Carato Cara' Culturgest Lisbona 2003, 'Mito Contemporaneo', a cura di M. Sciaccaluga, Basilica Palladiana Vicenza 2003.
Universalmente conosciuto come 'Istant Artist', Maurizio Galimberti ha in effetti scelto la Polaroid come mezzo privilegiato di personale espressione, attraverso un percorso che lo ha portato dalla singola immagine al Mosaico Fotografico e, tuttavia, in questa definizione ci sta un pò stretto.
Poliedrico, sperimentatore, aperto sul mondo a 360°, ci conduce per mano lungo un ragionamento che ha un epilogo che può sembrare un paradosso: non c'è nulla di nuovo da inventare. In un'epoca in cui prevale la ricerca spasmodica di realizzare qualcosa di nuovo, il segreto sta nella capacità di 'leggere' quello che è già stato fatto, ma con i propri strumenti e la propria contemporaneità. Ovvero nella capacità di ri-inventare. In questo senso, conoscenza e cultura sono indissolubilmente legate a ogni processo creativo. Il salto da fotografo ad 'artista' avviene infatti sempre e solo attraverso la contaminazione con il mondo dell'arte, con la conoscenza della storia dell'arte, delle avanguardie, a cui fare riferimento, ma con un proprio progetto. Ecco allora che dietro il 'fotografo' Galimberti si cela un uomo dalla vasta cultura, sempre pronto a far propri influssi e suggestioni che provengono dal mondo dell'arte ma anche da quello cinematografico, letterario, visivo, dai futuristi a Wim Wenders. E per far capire meglio il suo punto di vista, Galimberti cita Calvino: 'la fantasia è come una marmellata che va spalmata su un pane solido per evitare il molle del banale'. Il pane solido è il background, la cultura, la progettualità che nasce dalla conoscenza. Chi non conosce nulla non va da nessuna parte.
Nato da un gruppo di amanti della fotografia il Festival è stato “adottato” dal grande fotografo modenese Franco Fontana, che dedica al progetto tutta la sua carica di animatore culturale e di grande amante della cultura della fotografia.
Testimoni della realtà, interpreti della cultura e dei tempi in cui viviamo, “scrittori” dell’immagine, i fotografi sono i nuovi storici, capaci di fissare per sempre nella memoria collettiva ed individuale, i momenti più importanti della nostra epoca. La cultura dell’immagine trova nella fotografia una dimensione diretta, forte ed efficace. Nella comunicazione dell’immediatezza che caratterizza il nostro tempo la fotografia si erge a medium privilegiato e preferenziale, allarga i confini e abbatte le barriere.
Massa Marittima ospiterà i più grandi maestri della fotografia contemporanea che da anni scelgono il Toscana Foto Festival per condividere e far conoscere la loro arte. Molti workshop, nudo, creatività e fotogiornalismo saranno alcuni dei temi trattati nelle due settimane di seminari. Dal 4 al 7 luglio saranno Giovanni Gastel, Gabriele Rigon e Roberto Palozzi a tenere i workshop, mentre per la seconda settimana, dal 9 al 15 luglio, Franco Fontana, Amedeo Turello, Ken Damy, Karen Knorr, Maurizio Galimberti e Francesco Zizola.
Ma il Toscana Foto Festival non è solo un momento di approfondimento condiviso con grandi artisti ma soprattutto è l’occasione per una grande mostra che si terrà al Palazzo dell’Abbondanza dal 5 luglio al 5 agosto. L’esposizione riunisce moltissime delle anime della fotografia e contribuisce a rendere il Festival uno degli appuntamenti dei più importanti del mondo della fotografia. In mostra le opere di Maurizio Galimberti, Jan & Sarah (Jan Saudek Sarah Saudekova), Andrea Razzoli, Samuele Bianchi.
Il Toscana Foto Festival, in collaborazione con i suoi sponsor, assegna numerosi premi e borse di studio, per la valorizzazione dei talenti emergenti.
La mostra si terrà presso
Palazzo dell’Abbondanza Via Goldoni – Massa Marittima
Ingresso gratuito
Orario: dalle ore 17,30 alle ore 19,30 e dalle 21,00 alle 23,00
LA MOSTRA
5 luglio - 5 agosto 2007, Palazzo dell’Abbondanza – Massa Marittima
NEW YORK POLAROID.. BY MAURIZIO GALIMBERTI Una personale e intima visione della Grande Mela
Fotografo con Polaroid fin dai primi anni Ottanta, Maurizio Galimberti privilegia la fotografia di ricerca attraverso il concetto del ritmo e movimento, tipico di futuristi e cubisti. Esordisce utilizzando una fotocamera Widelux per una ricerca ''on the road''. In seguito, da circa diciotto anni, usa stabilmente Polaroid. Della stessa diviene rapidamente ideatore dello specifico movimento (vedasi volume ''Polaroid Pro Art''). La sua creativita' e progettualita' si esprimono anche nel ''Mosaico Fotografico'', una tecnica ''reinventata'' e adattata soprattutto nei personalissimi ritratti eseguiti nel mondo dell'arte, moda, cultura. Galimberti e' stato ''Instant Artist' POLAROID, e ideatore della ''Polaroid Collection Italiana''. Allo stesso tempo, partecipa ad importanti rassegne di fotografia e cinema, in occasione della MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 1996-1998-2003-2004-2005-2006-2007, in collaborazione con Polaroid, Photo Movie e Jaeger LeCoultre ha realizzato ritratti a mosaico ai divi presenti. La sua abilita' di ritrarre 'istantaneamente' persone e paesaggi fa della sua fotografia un marchio inconfondibile. La qualifica di istant artist nasce dal suo attento studio del rapporto tra immagine e realta'. I mosaici di architetture, che rappresentano la sua cifra piu' riconoscibile, sono partiti inizialmente come piccoli puzzle di Polaroid: dieci, venti tasselli che scompongono edifici, strade, e li riassumono in nuove creazioni. A tutto questo si aggiunge una tecnica innovativa, definita dallo stesso Galimberti come frottage: tramite una penna, una spatola di legno l'autore imprime dei segni che donano nuovi colori alla fotografia. Alla fine del 2006 si e' spostato nella Grande Mela per un lavoro che si rispecchia in 190 immagini che compongono un libro e una mostra: New York Polaroid... by Maurizio Galimberti' in cui si puo' ammirare tutto il suo talento e la sua personale e intima visione di una fra le piu' belle citta' mondo.
Jan & Sarah (Jan Saudek Sarah Saudekova) Dialogue
“E' da tempo che penso ad una mostra di coppie d'artista: potrei citare ad esempio Helmut Newton e Alice Springs o Don Mc Cullin e Marylin Bridge, ma non mi è risultato facile. Vuoi perché a volte il raffronto potrebbe risultare penalizzante per l'uno o per l'altro (e la recente Biennale al femminile ha ampiamente dimostrato la validità e la qualità del cosiddetto lato debole della coppia); vuoi perché molte volte le tecniche risultano disomogenee e di difficile confronto (dalla pittura alla fotografia, dalla poesia alla scultura e via dicendo). Con Jan e Sarah so di rischiare: Jan è un mostro di bravura internazionale e la giovane Sarah risente sicuramente dell'influenza di Jan, ma sono sicuro che ad una lettura più attenta le sottili differenze di visione del mondo possono essere percepite anche dai più distratti. Una mostra quindi da vedere, che non richiede un lungo testo critico, tanto si è già scritto su Jan e tanto poco su Sarah, che puo' suscitare piacevoli sorprese.” Ken Damy
Andrea Razzoli Geometrie
Vincitore Premio EPSON “Le Logge” Toscana Foto Festival 2006
Un punto di vista di Andrea Razzoli! ... Ovvero un modo singolare di riflettere sulla realtà quotidiana, all'aperto, per strada, su Soggetti, Oggetti, Atmosfere, oppure sugli uni e gli altri insieme, coerentemente 'legati' tra loro. L'autore emiliano, individuato il proprio punto di vista, costruisce una serie di immagini, organizzate e collegate, per contenuto, forme e linguaggio, nella quale sintetizza, inventandolo ex novo, uno straordinario paesaggio che ha un tratteggio concettuale, indefinito e intrigante, nel contesto di una dimensione strutturale solo in apparenza descrittiva. Razzoli si è 'sdraiato' ed ha osservato in prospettiva, attraverso la sua macchina fotografica, 'poggiata sulla terra', più segmenti di uno 'stesso' paesaggio, dal suo personale punto di osservazione. Profili di luce inediti, cromatismi stimolanti, preziose stilizzazioni di segni urbani, ambienti poetici, tutti elementi coordinati in una trama iconica discreta, avvolta nel silenzio, in cui è a fuoco il primo piano, ben delineato e limpido, mentre sullo sfondo, Oggetti, Soggetti e Atmosfere - protagonisti e comprimari -, rimangono sfuocati, secondo un progetto elaborato in ogni dettaglio. Tombini, segnali stradali, spazi, asfalti e strade ... entità che sembrano estratte e proiettate nel nulla, sconosciute e inesistenti, che l'autore colloca in una prospettiva creativa intima e unica, dando ad essi soggettività e vita. Razzoli, che conosce e gestisce con grande abilità il mezzo, crea, con una tessitura geometrica accattivante e di ottimo livello, un mosaico di appunti che fa sognare. Un paesaggio che intriga, quindi, e si manifesta in una varietà di sintesi, plurali e significanti. 'Ho iniziato a fare scatti da terra - dice - perché mi affascinava il diverso punto di vista e la conseguente diversa dimensione che assumevano le cose; mi sono reso conto con stupore di entrare in un nuovo mondo fantastico, tutto improvvisamente mi appariva, tutto era da raccontare'. Studiati i tagli, atipici i punti di fuga: riflessioni costruite su di un paesaggio banale che Razzoli osserva e 'lavora' intimamente traendone argomentazioni linguistiche di indubbia valenza espressiva. I segni urbani assumono una dimensione tale che permettono di costruire paesaggi inediti che lasciano spazio alla fantasia ... 'La fotografia - dice Franco Fontana - non deve riprodurre il visibile, ma rendere visibile l'invisibile'. Come fa Andrea Razzoli! Fausto Raschiatore
Samuele Bianchi Realtà in comunicazione
Vincitore Premio ITALGAS “Ambiente” Toscana Foto Festival 2006
Le immagini di Samuele Bianchi non danno certezze, non illustrano la realtà. All'opposto, alimentano vertiginosamente i dubbi, e comunicano sensazioni al fruitore tramite il procedimento dell'evocazione, non della mera, arida, riproduzione. Partendo da questo presupposto, l'autore toscano si concentra non sulla questione del soggetto da riprendere e neanche sulla frustrante e mortificante fissazione (tutta italiana) del contenuto. Il fulcro della sua fotografia e' situato nel problema, forse irrisolvibile, della scelta del fotografo, e dunque all'interno dell'incognita dello sguardo. Nel caso specifico, Bianchi opera grazie a una sorta di principio dei vasi comunicanti. Non e' esclusivamente il mondo che influenza il suo sguardo. E' vero anche l'esatto contrario, e cioè che l'autore proietta tramite il dispositivo ottico il suo pensiero sui segni della realtà. Tale concezione sgombra il campo da qualsiasi banale narcisismo imperante nel mondo fotografico (togliendo di mezzo l'idea secondo cui esistano 'fotografi bravi') e pone Bianchi in una dimensione concettuale che trasporta l'azione creativa sul piano della filosofia delle immagini, piuttosto che su quello del fare 'belle' fotografie, o peggio ancora interessanti.
Con il suo recente lavoro, il fotografo lucchese oltretutto smonta uno dei luoghi comuni secondo cui, per dare profondità a un lavoro fotografico, non si possa che esplorare ciò che è lontano, 'altro', da noi. Samuele Bianchi ha puntato il suo sguardo/pensiero permeabile sul territorio che lo circonda, sulle strade e sui palazzi della sua esistenza giornaliera, nella convinzione che non possa che sussistere viaggio più impressionante e straniante di quello che effettuiamo nel nostra presunta realtà (che pensiamo di conoscere e dominare). Agendo come una sorta di periscopio anarchico, Bianchi ha 'prelevato' frammenti opposti/speculari di reale negando l'assolutezza della scelta dello sguardo e producendo 'immagini doppie' che rendono culturalmente complessa la questione dell'intervento dell'artista sui luoghi visibili. Il suo spazio di azione e' in sostanza quello dei significanti e non quello dei significati, le sue opere destabilizzano e non stabilizzano
La mostra si terrà presso
Palazzo dell’Abbondanza Via Goldoni – Massa Marittima
Ingresso gratuito
Orario: dalle ore 17,30 alle ore 19,30 e dalle 21,00 alle 23,00
I WORKSHOP
Creatività, reportage, ritrattistica, moda, nudo, sperimentazione: al Toscana Foto Festival si impara dai più grandi fotografi che propongono seminari originali e stimolanti. Per imparare dai grandi i segreti e le tecniche, sviluppare la propria professionalità e stimolare il proprio talento.
PRIMA SETTIMANA: 4 -7 LUGLIO 2007
GIOVANNI GASTEL, “Seminario di moda e fotografia creativa”.
Immagini oniriche, surreali, sfumate, volutamente imperfette. Così appaiono le foto di Giovanni Gastel, tra i fotografi di moda più acclamati non solo nel nostro paese ma anche all'estero. Nipote di Luchino Visconti, Gastel prende già da giovanissimo confidenza con la macchina fotografica. 'Cosa non si fa per non studiare', scherza Gastel. A soli 17 anni realizza le foto per la famosa casa d'aste Christie's e da allora l'ascesa del fotografo che vive tra Milano e Parigi è stata inarrestabile. Numerose le campagne pubblicitarie e le mostre per grandi nomi della moda tra cui Krizia, Swarovski e in tempi più recenti Levi's e Liviana Conti ('mi mostro parecchio' è solito affermare). Per non parlare del sodalizio con casa Trussardi per cui Gastel ha realizzato le immagini di due mostre 'Trussardi e Gastel 1982-1987' (ottobre '87) e 'Il mondo di Nicola Trussardi nelle immagini di Giovanni Gastel' (gennaio '91). Autore di tre libri fotografici, Gastel è riconoscibile al pubblico per le sue immagini volutamente imperfette, dai contorni imprecisi e dai colori spesso artificiali.
GABRIELE RIGON
L’essenza della bellezza per Gabriele Rigon è rappresentata dalla gestualità femminile, sospesa in un attimo di seducente e inattesa staticità nel pigro e rarefatto esaurirsi di un movimento fisico. Il riproporre in fotografia l’immobilità femminea anche di un solo attimo di abbandono si trasforma, grazie all’obbiettivo fotografico di Rigon, in un puro canone estetico preso in prestito da una cultura iconografica di chiara matrice classica. “Fermare la grazia di un gesto femminile nella compostezza plastica della scultura vuol dire creare un simbolo contemplabile ed eterno della bellezza”, questo è il pensiero di Rigon, fotografo che si è imposto negli ultimi anni come una delle più sicure promesse fotografiche internazionali. Nato nel 1961, Gabriele Rigon, pilota di elicottero dell’esercito, ha cominciato a scattare fotografie durante le missioni militari di pace che lo hanno portato in molte delle zone calde del nostro pianeta. Cresciuto pertanto come fotografo di reportage, le sue immagini sono state una testimonianza visiva dei recenti conflitti quali la Namibia, il Kurdistan, l’Iraq, l’Albania, la Somalia , la Bosnia, l’Afganistan ed il Libano. Negli ultimi anni i suoi interessi fotografici si sono spostati sullo studio del corpo e della bellezza femminile. Le sue immagini sono state pubblicate da centinaia di periodici specializzati di arte fotografica, di moda, di beauty, inoltre ha realizzato oltre 40 copertine di libri internazionali, tra cui tutte le copertine dei libri della scrittrice Melissa P., e recentemente ha realizzato la copertina del Best Seller di Candido Cannavò dal titolo “E li chiamano disabili”. Tale immagine è diventata un simbolo nel mondo dei “diversamente abili” ed è stata tradotta anche in “Braile” per essere apprezzata dai non vedenti. Ad aprile del 2006 è uscito il suo secondo libro fotografico intitolato “ROXANNE”, edito dall’editore tedesco “Daab” e distribuito in cento paesi diversi. Ha realizzato inoltre il “Calendesercito 2007”, il calendario istituzionale dell’Esercito Italiano, ed è stato scelto per rappresentare l’Italia in un libro internazionale sull’arte del nudo, progetto della prestigiosa casa editrice “Dorling Kindersley” che raccoglierà il lavoro di 10 fotografi provenienti dai 5 continenti. “La sua attenzione si rivolge in particolare alla figura femminile, ispiratrice sia di forma, sia di erotismo. Secondo Gabriele "EROS" non è solamente il nudo, ma l'essenza stessa della femminilità. Considera il nudo femminile seducente ed irresistibile, forse una delle forme più belle della natura.
ROBERTO PALOZZI
E’ nato a Rieti il 26 luglio 1973. Laureato in giurisprudenza e in Scienze Naturali, per sette anni ha fatto parte della squadra nazionale italiana di bob (da cui il soprannome). Giornalista-fotografo ha pubblicato centinaia di articoli e fotografie su riviste e quotidiani sia italiani che esteri. Da anni è uno dei maggiori contributor della celebre rivista specializzata 'fotografare' e del prestigioso magazine subacqueo 'Mondo Sommerso', per i quali realizza articoli di tecnica fotografica e reportage. Tema centrale della sua attività di fotografo è l'esplorazione geografico-naturalistica che l'ha portato a viaggiare in tutti e sette i continenti (compresi i Poli), sopra e sotto la superficie del mare. Ha da poco pubblicato un manuale di tecnica fotografica dall'eloquente titolo 'Fotografare in viaggio'. E' istruttore subacqueo con specializzazioni per l'atmosfera rarefatta (alta quota) e l'immersione fluviale.
Corso: la fotografia subacquea è un genere dannatamente complicato dal momento che unisce alle già enormi difficoltà tecniche ed espressive della fotografia 'subaerea' tutte le problematiche relative alla capacità di muoversi con naturalezza in un ambiente ostile agli esseri umani: quello marino.
Dato per scontato che gli allievi del workshop siano sommozzatori brevettati in grado di gestire autonomamente le proprie immersioni, il corso presenterà una panoramica sui vari sistemi esistenti per le riprese fotografiche subacquee, affronterà le difficoltà logistiche peculiari della fotosub, le operazioni di manutenzione delle attrezzature a tenuta stagna e dedicherà, infine, la maggior parte del tempo alle tecniche di ripresa in immersione.
Dopo un breve cenno alle regole fondamentali della fotografia (esposizione; lunghezza focale e prospettiva; profondità di campo; messa a fuoco e messa a fuoco selettiva, flash di riempimento e slow sinch; composizione) si affronterà il problema dell'esposizione sott'acqua per la luce ambiente, per il flash e del bilanciamento dell'una rispetto all'altra, sia in condizioni di ottima visibilità, sia nel caso di sospensione. Ci si soffermerà in particolare sulla perdita dei colori in profondità a causa dell'assorbimento selettivo delle varie lunghezze d'onda del raggio luminoso da parte della colonna d'acqua. Grande attenzione verrà dedicata alla razionale ed efficace composizione delle fotografie subacquee e alla gestione dei soggetti, in special modo quando si tratti di modelli umani.Tutte le nozioni teoriche verranno applicate in sessioni di ripresa pratica in piscina, con successivo commento in classe delle immagini scattate. L'ultimo giorno si uscirà in mare per costruire il proprio reportage fotografico subacqueo.
SECONDA SETTIMANA: 9 -15 LUGLIO 2007
FRANCO FONTANA, “Creatività”.
Ha 72 anni, e dalla metà degli anni settanta in poi i suoi scatti hanno fatto il giro del mondo: dagli emozionanti paesaggi che sono un arcobaleno di colori (Fontana ha saputo inventare il 'colore fotografico', ha scritto il critico Arturo Carlo Quintavalle), al ciclo dedicato alle ombre, come 'presenza – assenza', dai raffinati nudi alla più recente ricerca sugli 'asfalti', ovvero su tutto un mondo che abbiamo sotto i nostri piedi. Le immagini di Fontana sono comparse sulle copertine dei grandi magazine e sono entrate nelle collezioni più prestigiose, e lui stesso e' stato invitato a tenere corsi e lezioni in Italia e all'estero, al Politecnico di Torino così come al Guggenheim di New York.
'Il contenuto del workshop sarà un'esperienza per testimoniare la propria sensibilità fatta di invenzione, emozione, pensiero, fantasia, versatilità, un pensiero avventuroso che fa a pezzi le regole perché la fotografia creativa non deve riprodurre il visibile ma renderlo 'visibile' e così farete'. Franco Fontana
AMEDEO M. TURELLO FASHION STORY:Un racconto in immagini
Il corso si prefigge di analizzare tutti i presupposti relativi alla 'costruzione' di un editoriale moda. Modelle, locations, abiti, hair e make-up, ricerca e scelte compositive vengono presentate e verificate concretamente fra gli studenti ed il team che segue Amedeo nella creazione delle sue prestigiose produzioni fotografiche. Laureato in architettura al Politecnico di Torino ha anche ottenuto un Master in 'Fine Arts' presso l'Art Center College of Design di Pasadena in California. Spaziando dalla grafica al design industriale, ha un'esperienza professionale molto eclettica, che continua a portare avanti come consulente per numerosi marchi internazionali. La sua attività di fotografo e nata dall'esigenza di esprimere in sintesi il suo forte interesse verso le arti visive. Il suo impegno di fotografo e oggi principalmente concentrato al ritratto di celebrity e alla foto di moda. In pochi anni ha interpretato fotograficamente i più famosi personaggi del mondo della moda, musica e spettacolo. Lavora con un team formidabile principalmente fra la Costa Azzurra e gli Stati Uniti. Le sue recenti campagne sono apparse su Vogue Italia, Elle, Marie Claire, W,Glamour, GQ, Vanity Fair...
FRANCESCO ZIZOLA INCONTRO SUL FOTOGIORNALISMO
Francesco Zizola, nato a Roma nel 1962, lavora nell'ambito del fotogiornalismo da circa 15 anni. Ha frequentato la facoltà di antropologia all'Università' di Roma e lavora come fotografo dal 1981. Ha pubblicato i suoi servizi sulle testate più importanti del mondo (New York Times, Stern, Der Spiegel, El Mundo), collaborando con l'Agenzia Contrasto e successivamente con l'agenzia Magnum. L'aids in Uganda, i bambini soldato della Sierra Leone, la popolazione dei Nuba in Sudan, sono i lavori più significativi e ricorrenti, attraverso i quali Zizola sottolinea la sua attenzione ai problemi sociali legati al continente africano e alla negazione del diritto all'infanzia. Nel maggio 1994 pubblica 'Ruas' con Edizioni Gruppo Abele, sulla condizione dei bambini di strada in Brasile. Poco tempo dopo entra a far parte, unico tra i giovani fotografi italiani, della storica collezione Photo Poche diretta da Delphire, editore di Cartier Bresson. Nel 2002 pubblica un lavoro dedicato all'intervento dell'associazione sant'Egidio in difesa delle donne colpite dall'Aids in Mozambico. Attualmente sta curando il progetto di un libro destinato a raccogliere i 10 anni del suo lavoro sull'infanzia violata. Ha esposto i suoi lavori nelle gallerie più importanti in Italia e all'estero. I suoi workshop sono tra i più richiesti nel panorama del fotogiornalismo. Ha avuto molti riconoscimenti a livello internazionale fra cui: i premi World Press Photo nel 1995, 1997, 1998, 2002 e 2005, e inoltre il World Press Photo of the Year nel 1996 per una foto che documenta la tragedia dei campi minati in Angola e il premio Pictures of the Year nel 1997, 1998 e 2003. Ha lavorato come fotografo di staff con l'Agenzia Contrasto e nel giugno del 2001 è stato nominato fotografo della Magnum Photos.
Francesco Zizola incontrerà gli iscritti per tre giorni. Sarà possibile discutere del proprio portfolio, confrontarsi con il mondo del mercato e sulle tematiche contemporanee del fotogiornalismo. Una parte del workshop sarà dedicata allo specifico della fotografia digitale in relazione alle potenzialità espressive che questa tecnologia offre e alle implicazioni sui nuovi media.
KEN DAMY
Ken Damy e' nato a Brescia nel 1949. Diplomato maestro d'arte nel 1968. Nel 1969 tiene la sua prima mostra personale a Brescia ed inizia ad insegnare decorazione pittorica.
Docente di fotografia all'Accademia di Belle Arti Urbino dal 1982 al 1991, a Bologna dal 1991 al ‘96, a Venezia nel 1997 ed infine a Brera a Milano fino al 2006. Direttore artistico e fondatore del Museo Ken Damy di fotografia contemporanea dal 1974 (già Diaframma Brescia - Ken Damy photogallery), ideatore e direttore artistico della Biennale Internazionale di fotografia di Brescia (anteprima 2002).
Fotografo e grafico professionista specializzato in fotografia d'arte per molti anni, si dedica dal 1990 solo alla fotografia di ricerca, con particolare interesse per il nudo; lavora indistintamente a colori e in b/n. Ha pubblicato più di venti libri ed ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere in mostre personali e collettive. Ha presentato e organizzato criticamente più di cinquecento mostre di vari autori di valore internazionale. Ha collaborato per più di quindici anni con le riviste Zoom e Progresso Fotografico. Ultimamente è impegnato nella didattica, organizzando seminari di nudo, ritratto, architettura e fotografia di ricerca sperimentale. Ha realizzato più di trenta reportage prevalentemente a colori dedicati a: Vietnam, Cambogia, Messico, India, Cuba, Guatemala, Tibet, Marocco, Tunisia, Stati Uniti, Egitto, Nepal, Eritrea, che saranno raccolti e pubblicati in un libro dal titolo 'In qualche parte del mondo'.
MAURIZIO GALIMBERTI
Maurizio Galimberti è nato a Como nel 1956. Fotografo 'InstantArtist' di fama internazionale, è inventore del 'mito Polaroid' in Italia e vincitore del 'Gran Prix Kodak Pubblicità Italia' del 1992. I suoi ritratti per il mondo dell'arte, della moda e della cultura si contraddistinguono per la tecnica del 'Mosaico Fotografico'. Nel suo percorso ci sono collaborazioni artistiche con marchi celebri come il gruppo Richemont (Cartier, Jaeger-LeCoultre…). Ha esposto in prestigiose gallerie in tutto il mondo, tra le ultime mostre spiccano le personali 'Milano...Metacittafisica' Costantini Arte Contemporanea 2005 'Madrid…Polaroid…' Blanca Soto ArteMadrid 2005, 'Venezia Immagine' 2004, 'Live for the Moment' Italian Cultural Institute of London 1998, e le collettive 'Il Diaframma di Lanfranco Colombo. I maestri della fotografia', Peggy Guggenheim Venezia 2005, 'Je t'envisage' Musee' de l'Elisee' Losanna 2004, 'Carato Cara' Culturgest Lisbona 2003, 'Mito Contemporaneo', a cura di M. Sciaccaluga, Basilica Palladiana Vicenza 2003.
Universalmente conosciuto come 'Istant Artist', Maurizio Galimberti ha in effetti scelto la Polaroid come mezzo privilegiato di personale espressione, attraverso un percorso che lo ha portato dalla singola immagine al Mosaico Fotografico e, tuttavia, in questa definizione ci sta un pò stretto.
Poliedrico, sperimentatore, aperto sul mondo a 360°, ci conduce per mano lungo un ragionamento che ha un epilogo che può sembrare un paradosso: non c'è nulla di nuovo da inventare. In un'epoca in cui prevale la ricerca spasmodica di realizzare qualcosa di nuovo, il segreto sta nella capacità di 'leggere' quello che è già stato fatto, ma con i propri strumenti e la propria contemporaneità. Ovvero nella capacità di ri-inventare. In questo senso, conoscenza e cultura sono indissolubilmente legate a ogni processo creativo. Il salto da fotografo ad 'artista' avviene infatti sempre e solo attraverso la contaminazione con il mondo dell'arte, con la conoscenza della storia dell'arte, delle avanguardie, a cui fare riferimento, ma con un proprio progetto. Ecco allora che dietro il 'fotografo' Galimberti si cela un uomo dalla vasta cultura, sempre pronto a far propri influssi e suggestioni che provengono dal mondo dell'arte ma anche da quello cinematografico, letterario, visivo, dai futuristi a Wim Wenders. E per far capire meglio il suo punto di vista, Galimberti cita Calvino: 'la fantasia è come una marmellata che va spalmata su un pane solido per evitare il molle del banale'. Il pane solido è il background, la cultura, la progettualità che nasce dalla conoscenza. Chi non conosce nulla non va da nessuna parte.
05
luglio 2007
Toscana Foto Festival 2007 – Emozioni e immagini
Dal 05 luglio al 05 agosto 2007
fotografia
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
PALAZZO DELL’ABBONDANZA
Massa Marittima, Via Carlo Goldoni, (Grosseto)
Massa Marittima, Via Carlo Goldoni, (Grosseto)
Orario di apertura
dalle ore 17,30 alle ore 19,30 e dalle 21,00 alle 23
Sito web
www.toscanafotofestival.com
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS
Autore
Curatore