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Aldo Londi – Buongiorno maestro!
Aldo londi: ceramista, scultore, pittore, maestro 1929-2003
Comunicato stampa
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Buongiorno maestro! Aldo londi: ceramista, scultore, pittore, maestro 1929-2003 è la prima antologica dedicata ad Aldo Londi. Pittore, scultore ma soprattutto ceramista, Londi (1911-2003) fu uno sperimentatore instancabile: nella sua lunga carriera ha creato oggetti che fanno parte della storia della ceramica italiana.
L’esposizione presenta circa 100 pezzi, fra cui 70 ceramiche, realizzati da Londi tra il 1930 e il 2000, scelti tra quelli meno conosciuti, opere personali, prototipi o esemplari di serie, provenienti dalla Collezione Aldo Londi e dall’Archivio Industriale Bitossi. Curata da Gino Turchi, con testi critici in catalogo di Franco Bertoni e Marina Vignozzi Paszkowski, la mostra organizzata dal Museo della Ceramica e dal Comune di Montelupo in collaborazione con la Fondazione Museo Montelupo, sarà allestita nell’area espositiva Excelsior.
Il titolo della mostra è tratto da uno scritto di Ettore Sottsass di cui Aldo Londi fu maestro: “Io penso che Aldo Londi sia una figura indimenticabile nella storia lunga e complicata del design italiano […]un personaggio da guardare bene, da rispettare molto, da imitare senza dubbi, da amare e da salutare sempre – togliendosi il cappello - come si faceva negli antichi rituali e dicendo: Buongiorno Maestro”.
Nato nel 1911 a Montelupo Fiorentino, Londi appena undicenne inizia a lavorare alla manifattura Fratelli Fanciullacci, al tempo la più rinomata, dove ancora bambino impara le tecniche tradizionali del fare ceramica. Una vera e propria vocazione, tanto che chiamato in guerra prima in Etiopia e poi prigioniero in Sud Africa, riesce ad allestire un primitivo laboratorio di ceramica realizzando dei manufatti andati oggi perduti. Appena rientrato dalla guerra, entra alla “Manifattura Cavalier Guido Bitossi & Figli” diventandone direttore artistico per 30 anni, dal 1946 fino al 1976, anche se continuerà a frequentare la fabbrica fino agli ultimi giorni della sua vita.
Il suo ingresso alla Bitossi coincide con un momento di forte cambiamento, che porterà la piccola impresa artigianale a trasformarsi in un gruppo di aziende con attività complementari.
Sotto la direzione artistica di Londi la Manifattura Bitossi ha una repentina e totale trasformazione: annullata la produzione delle ceramiche tradizionali ci si orienta su oggetti di alta qualità artistica che rappresentano un nuovo stile di vita, realizzati in serie attraverso metodi e sistemi industriali, dove l’elemento estetico e funzionale si accompagna al dato tecnico. Un prodotto di design, anche se il termine è non del tutto calzante in quanto la demarcazione tra pezzo unico e serie è quasi inesistente. Le nuova produzione sarà distribuita in tutto il mondo da committenti prestigiosi come la Rosenthal & Netter di New York, Goodfriends, Legin. Tra questi anche la Raymor Company di New York, una società di architetti-arredatori diretta da Richards Irving, con numerosi showrooms nelle più importanti città americane. Per Irving, Londi realizzerà numerose linee, tra cui la famosa Rimini blu, seguita da altre fortunate serie come Mondrian, Etrusca, Scored Silver, Lobster, Sivillia o con "fritte" o "pettinato", con disegno a cera o decoro alla greca, per giungere alla fine degli anni Sessanta alla serie componibile.
Fu proprio Irving nel 1955 ad indirizzare l'allora giovane architetto Ettore Sottsass, che voleva sperimentare l'uso della ceramica, da Londi a Montelupo. Tra i due nascerà un rapporto speciale che durerà tutta la vita. Come scrive Irving: “uomo generoso [Londi] , aggiornato ed entusiasta che con il suo appoggio lo ha molto aiutato [Sottsass] e in qualche modo anche consolato in un momento complicato della vita. Londi, invece di prendere Ettore come un seccatore rompiscatole o un antagonista, lo ha accolto con affetto, ha amato la sua gioventù che portava aria diversa e idee nuove e ha amato anche la sua follia perché Ettore tanto poco sapeva di ceramica che proponeva le cose più balorde e poi chiedeva se si potevano fare e Londi immancabilmente diceva proviamo. Così è nata la loro lunga amicizia e la consuetudine di un’appassionata collaborazione”.
Dopo il '76 Londi continua la sua avventura creativa con la Bitossi anche quando, negli anni Ottanta, oltre a Sottsass Jr., collaboreranno con la Bitossi designer e architetti come Antonella Cimatti, Remo Buti, Marco Zanini, Matteo Thun, Palma e Vannicola, Marta Sansoni, Martin Bedin, Nathalie Du Pasquier, George Sowden, Michele De Lucchi, Aldo Cibic e altri.
In mostra, secondo un ordine cronologico circa 100 pezzi: per la ceramica, si parte con la Testa di etrusco, una maiolica del 1937 dove emerge il tema dell’antichità che ritorna in molti dei lavori successivi di Londi, come nella cosiddetta “serie etrusca” prodotta alla fine degli anni Quaranta dalla Bitossi. La ricerca di nuove forme, colori, materie e tecniche sarà la costante del lavoro di Londi, che riesce a fondere tradizione e contemporaneità percorrendo nuove strade: uno dei primi esperimenti è quello con il rosso selenio che Londi utilizzerà in molti dei suoi lavori (in mostra un vaso del 1952 con decoro geometrico in smalto bianco, rosso e azzurro realizzato con la tecnica craquelé). A partire dal 1954 disegnerà gli Uccellini, un tema che ritornerà per oltre venti anni della sua carriera. Per Londi gli uccelli rappresentavano la gioia di vivere e la libertà che gli erano mancati durante i lunghi anni della prigionia (in mostra 11 esemplari, dagli anni Cinquanta agli Ottanta). Oltre agli uccellini esposta una straordinaria gallina in smalto argentato degli anni Sessanta. La committenza internazionale spinge Londi a realizzare oggetti estremamente moderni nel decoro, ispirati alle avanguardie artistiche di quegli anni e allo styling internazionale. Tra questi in mostra tre pezzi che vanno dal ’57 al ’60, con decoro a triangoli alternati in smalto blu e turchese su ingobbio, con applicazioni colorate a rilievo su fondo manganese e con uccelli incisi e graffiti decorati in oro su base manganese. Negli anni Sessanta Londi realizzerà anche la famosa serie degli Onorevoli, di cui saranno esposti i prototipi, figurine con doppia faccia, ispirate agli uomini politici del tempo. Degli stessi anni altri 3 pezzi, dove si avvertono influenze di culture e tradizioni lontane. Negli anni Ottanta, Londi continuerà a sperimentare utilizzando nuovi materiali come l’allumina sinterizzata, non solo nella ceramica ma anche nella scultura.
Per approfondire la conoscenza dell’opera di Londi, oltre alla mostra, a Montelupo Fiorentino è possibile visitare il Museo Artistico Industriale Bitossi (MAIB) dove, secondo un percorso cronologico, sono esposte 200 ceramiche che vanno dagli anni cinquanta agli anni ottanta, la maggior parte delle quali realizzate dallo stesso Londi.
Per la mostra è disponibile un catalogo edito da Edizioni ETS Pisa, con testi critici di Gino Turchi, Franco Bertoni e Marina Vignozzi Paszkowski.
L’esposizione presenta circa 100 pezzi, fra cui 70 ceramiche, realizzati da Londi tra il 1930 e il 2000, scelti tra quelli meno conosciuti, opere personali, prototipi o esemplari di serie, provenienti dalla Collezione Aldo Londi e dall’Archivio Industriale Bitossi. Curata da Gino Turchi, con testi critici in catalogo di Franco Bertoni e Marina Vignozzi Paszkowski, la mostra organizzata dal Museo della Ceramica e dal Comune di Montelupo in collaborazione con la Fondazione Museo Montelupo, sarà allestita nell’area espositiva Excelsior.
Il titolo della mostra è tratto da uno scritto di Ettore Sottsass di cui Aldo Londi fu maestro: “Io penso che Aldo Londi sia una figura indimenticabile nella storia lunga e complicata del design italiano […]un personaggio da guardare bene, da rispettare molto, da imitare senza dubbi, da amare e da salutare sempre – togliendosi il cappello - come si faceva negli antichi rituali e dicendo: Buongiorno Maestro”.
Nato nel 1911 a Montelupo Fiorentino, Londi appena undicenne inizia a lavorare alla manifattura Fratelli Fanciullacci, al tempo la più rinomata, dove ancora bambino impara le tecniche tradizionali del fare ceramica. Una vera e propria vocazione, tanto che chiamato in guerra prima in Etiopia e poi prigioniero in Sud Africa, riesce ad allestire un primitivo laboratorio di ceramica realizzando dei manufatti andati oggi perduti. Appena rientrato dalla guerra, entra alla “Manifattura Cavalier Guido Bitossi & Figli” diventandone direttore artistico per 30 anni, dal 1946 fino al 1976, anche se continuerà a frequentare la fabbrica fino agli ultimi giorni della sua vita.
Il suo ingresso alla Bitossi coincide con un momento di forte cambiamento, che porterà la piccola impresa artigianale a trasformarsi in un gruppo di aziende con attività complementari.
Sotto la direzione artistica di Londi la Manifattura Bitossi ha una repentina e totale trasformazione: annullata la produzione delle ceramiche tradizionali ci si orienta su oggetti di alta qualità artistica che rappresentano un nuovo stile di vita, realizzati in serie attraverso metodi e sistemi industriali, dove l’elemento estetico e funzionale si accompagna al dato tecnico. Un prodotto di design, anche se il termine è non del tutto calzante in quanto la demarcazione tra pezzo unico e serie è quasi inesistente. Le nuova produzione sarà distribuita in tutto il mondo da committenti prestigiosi come la Rosenthal & Netter di New York, Goodfriends, Legin. Tra questi anche la Raymor Company di New York, una società di architetti-arredatori diretta da Richards Irving, con numerosi showrooms nelle più importanti città americane. Per Irving, Londi realizzerà numerose linee, tra cui la famosa Rimini blu, seguita da altre fortunate serie come Mondrian, Etrusca, Scored Silver, Lobster, Sivillia o con "fritte" o "pettinato", con disegno a cera o decoro alla greca, per giungere alla fine degli anni Sessanta alla serie componibile.
Fu proprio Irving nel 1955 ad indirizzare l'allora giovane architetto Ettore Sottsass, che voleva sperimentare l'uso della ceramica, da Londi a Montelupo. Tra i due nascerà un rapporto speciale che durerà tutta la vita. Come scrive Irving: “uomo generoso [Londi] , aggiornato ed entusiasta che con il suo appoggio lo ha molto aiutato [Sottsass] e in qualche modo anche consolato in un momento complicato della vita. Londi, invece di prendere Ettore come un seccatore rompiscatole o un antagonista, lo ha accolto con affetto, ha amato la sua gioventù che portava aria diversa e idee nuove e ha amato anche la sua follia perché Ettore tanto poco sapeva di ceramica che proponeva le cose più balorde e poi chiedeva se si potevano fare e Londi immancabilmente diceva proviamo. Così è nata la loro lunga amicizia e la consuetudine di un’appassionata collaborazione”.
Dopo il '76 Londi continua la sua avventura creativa con la Bitossi anche quando, negli anni Ottanta, oltre a Sottsass Jr., collaboreranno con la Bitossi designer e architetti come Antonella Cimatti, Remo Buti, Marco Zanini, Matteo Thun, Palma e Vannicola, Marta Sansoni, Martin Bedin, Nathalie Du Pasquier, George Sowden, Michele De Lucchi, Aldo Cibic e altri.
In mostra, secondo un ordine cronologico circa 100 pezzi: per la ceramica, si parte con la Testa di etrusco, una maiolica del 1937 dove emerge il tema dell’antichità che ritorna in molti dei lavori successivi di Londi, come nella cosiddetta “serie etrusca” prodotta alla fine degli anni Quaranta dalla Bitossi. La ricerca di nuove forme, colori, materie e tecniche sarà la costante del lavoro di Londi, che riesce a fondere tradizione e contemporaneità percorrendo nuove strade: uno dei primi esperimenti è quello con il rosso selenio che Londi utilizzerà in molti dei suoi lavori (in mostra un vaso del 1952 con decoro geometrico in smalto bianco, rosso e azzurro realizzato con la tecnica craquelé). A partire dal 1954 disegnerà gli Uccellini, un tema che ritornerà per oltre venti anni della sua carriera. Per Londi gli uccelli rappresentavano la gioia di vivere e la libertà che gli erano mancati durante i lunghi anni della prigionia (in mostra 11 esemplari, dagli anni Cinquanta agli Ottanta). Oltre agli uccellini esposta una straordinaria gallina in smalto argentato degli anni Sessanta. La committenza internazionale spinge Londi a realizzare oggetti estremamente moderni nel decoro, ispirati alle avanguardie artistiche di quegli anni e allo styling internazionale. Tra questi in mostra tre pezzi che vanno dal ’57 al ’60, con decoro a triangoli alternati in smalto blu e turchese su ingobbio, con applicazioni colorate a rilievo su fondo manganese e con uccelli incisi e graffiti decorati in oro su base manganese. Negli anni Sessanta Londi realizzerà anche la famosa serie degli Onorevoli, di cui saranno esposti i prototipi, figurine con doppia faccia, ispirate agli uomini politici del tempo. Degli stessi anni altri 3 pezzi, dove si avvertono influenze di culture e tradizioni lontane. Negli anni Ottanta, Londi continuerà a sperimentare utilizzando nuovi materiali come l’allumina sinterizzata, non solo nella ceramica ma anche nella scultura.
Per approfondire la conoscenza dell’opera di Londi, oltre alla mostra, a Montelupo Fiorentino è possibile visitare il Museo Artistico Industriale Bitossi (MAIB) dove, secondo un percorso cronologico, sono esposte 200 ceramiche che vanno dagli anni cinquanta agli anni ottanta, la maggior parte delle quali realizzate dallo stesso Londi.
Per la mostra è disponibile un catalogo edito da Edizioni ETS Pisa, con testi critici di Gino Turchi, Franco Bertoni e Marina Vignozzi Paszkowski.
16
giugno 2007
Aldo Londi – Buongiorno maestro!
Dal 16 giugno al 02 settembre 2007
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
CENTRO ESPOSITIVO EXECELSIOR
Montelupo Fiorentino, Via Giuseppe Garibaldi, 39, (Firenze)
Montelupo Fiorentino, Via Giuseppe Garibaldi, 39, (Firenze)
Orario di apertura
dal 17 al 24 giugno 2007, dal lunedì al sabato, dalle ore 17.00 alle ore 24; domenica dalle ore 10.00 alle ore 24.00
dal 25 giugno al 2 settembre 2007, tutti i giorni, dalle ore 16.00 alle ore 19.00
Vernissage
16 Giugno 2007, ore 18
Editore
ETS
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Autore