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Vetrophanie – Cristina Rocca
rassegna articolata su personali di 13 autori, della durata di 15 giorni ciascuna
Comunicato stampa
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“Lasciarsi guidare dallo struggimento dato dalle cose belle è ancora un’operazione plausibile? Le recenti inclinazioni dell’umanità costringono chi si occupa di cultura ad interrogarsi al riguardo, a svolgere un profondo autoesame.
Esistono valori non altrimenti eguagliabili, come la bellezza della natura e la sua vastità, di fronte ai quali l’immaginazione stessa deve indietreggiare e svolgere umilmente il proprio lavoro. Si tratta di una scelta fra tante, dotata di un fondamento etico, in cui lo scopo è quello di offrire un omaggio al creato e l’appello ad una qualità di vita ancora possibile.”
Il luogo è un’entità che ci avvolge, che assorbe le nostre tracce senza che ce ne avvediamo… che muta nel tempo, senza che ce ne avvediamo.
I luoghi ricompaiono come visioni nella memoria e nei sogni, ed è in questa loro veste rielaborata dalla mente che assumono un significato più intenso e pungente. Significato che non avevamo mai colto, non con la dovuta attenzione.
Il loro rivelarsi è così dirompente, l’impressione così netta, che essi appaiono reali più della realtà stessa.
Lo stupore dato dalle cose dell’arte è in qualche modo paragonabile allo stupore prodotto in noi da un paesaggio naturale, o da un ambiente familiare, trasfigurati dalla luce delle vicende individuali e collettive che li hanno intimamente valorizzati. Intimità che, se l’artista ha colto nel segno, per forza di cose si indirizzerà verso l’osservatore. Forse proprio in virtù di questo suo darsi come procedimento a sé stante, miracoloso, autonomo e al contempo modellato sull’esempio della natura, l’opera può essere considerata un atto di generosità.
Queste riflessioni possono forse aiutare ad avvicinarsi al mio lavoro, seppur cominciando da un punto di vista assai lontano, ancora generico, e comune ad un certo modo di intendere l’arte e, si potrebbe dire, il vivere stesso.
I lavori esposti in occasione della rassegna Vetrophanie sono dipinti ad olio di piccola e media dimensione, tutti inediti. Come suggeriscono la disposizione e la scansione ritmica delle vetrine, essi saranno raccolti in due gruppi, distinti non per soggetto, ma per diverso approccio stilistico e formale: uno più simbolista e meditato, caratterizzato da un linguaggio tendente alla mìmesi o alla stilizzazione; un altro più evocativo e astratto, che conferisce alle visioni un moto e un’indefinitezza maggiori.
Le due diverse modalità espressive, tra le quali si apre un infinito ventaglio di possibilità intermedie, traducono bene la difficoltà di fermare le immagini dei sogni e della memoria, quasi a voler confermare una sorta di loro diritto al principio fisico (o metafisico?) di indeterminazione.
Cristina Rocca è nata nel 1968 a Ferrara, dove risiede e lavora.
Nel 1988 consegue il Diploma di maturità d’arte applicata presso l’Istituto d’Arte “Dosso Dossi” di Ferrara, nel 1992 la Laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, e nel 2006 la Laurea di secondo livello abilitante all’insegnamento secondario superiore in discipline pittoriche presso la stessa Accademia.
Dal 1998 si dedica con continuità alla ricerca pittorica attraverso il linguaggio del colore ad olio, esplorando le suggestioni visive date dai sogni e dalla memoria in chiave simbolico-narrativa.
Ha esposto a Ferrara, Bologna, Forlì, Trento, Akron (USA).
Dal 2006 collabora con l’Associazione Culturale St.art.47, tenendo per i soci corsi di pittura ad olio e acrilico.
Esistono valori non altrimenti eguagliabili, come la bellezza della natura e la sua vastità, di fronte ai quali l’immaginazione stessa deve indietreggiare e svolgere umilmente il proprio lavoro. Si tratta di una scelta fra tante, dotata di un fondamento etico, in cui lo scopo è quello di offrire un omaggio al creato e l’appello ad una qualità di vita ancora possibile.”
Il luogo è un’entità che ci avvolge, che assorbe le nostre tracce senza che ce ne avvediamo… che muta nel tempo, senza che ce ne avvediamo.
I luoghi ricompaiono come visioni nella memoria e nei sogni, ed è in questa loro veste rielaborata dalla mente che assumono un significato più intenso e pungente. Significato che non avevamo mai colto, non con la dovuta attenzione.
Il loro rivelarsi è così dirompente, l’impressione così netta, che essi appaiono reali più della realtà stessa.
Lo stupore dato dalle cose dell’arte è in qualche modo paragonabile allo stupore prodotto in noi da un paesaggio naturale, o da un ambiente familiare, trasfigurati dalla luce delle vicende individuali e collettive che li hanno intimamente valorizzati. Intimità che, se l’artista ha colto nel segno, per forza di cose si indirizzerà verso l’osservatore. Forse proprio in virtù di questo suo darsi come procedimento a sé stante, miracoloso, autonomo e al contempo modellato sull’esempio della natura, l’opera può essere considerata un atto di generosità.
Queste riflessioni possono forse aiutare ad avvicinarsi al mio lavoro, seppur cominciando da un punto di vista assai lontano, ancora generico, e comune ad un certo modo di intendere l’arte e, si potrebbe dire, il vivere stesso.
I lavori esposti in occasione della rassegna Vetrophanie sono dipinti ad olio di piccola e media dimensione, tutti inediti. Come suggeriscono la disposizione e la scansione ritmica delle vetrine, essi saranno raccolti in due gruppi, distinti non per soggetto, ma per diverso approccio stilistico e formale: uno più simbolista e meditato, caratterizzato da un linguaggio tendente alla mìmesi o alla stilizzazione; un altro più evocativo e astratto, che conferisce alle visioni un moto e un’indefinitezza maggiori.
Le due diverse modalità espressive, tra le quali si apre un infinito ventaglio di possibilità intermedie, traducono bene la difficoltà di fermare le immagini dei sogni e della memoria, quasi a voler confermare una sorta di loro diritto al principio fisico (o metafisico?) di indeterminazione.
Cristina Rocca è nata nel 1968 a Ferrara, dove risiede e lavora.
Nel 1988 consegue il Diploma di maturità d’arte applicata presso l’Istituto d’Arte “Dosso Dossi” di Ferrara, nel 1992 la Laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, e nel 2006 la Laurea di secondo livello abilitante all’insegnamento secondario superiore in discipline pittoriche presso la stessa Accademia.
Dal 1998 si dedica con continuità alla ricerca pittorica attraverso il linguaggio del colore ad olio, esplorando le suggestioni visive date dai sogni e dalla memoria in chiave simbolico-narrativa.
Ha esposto a Ferrara, Bologna, Forlì, Trento, Akron (USA).
Dal 2006 collabora con l’Associazione Culturale St.art.47, tenendo per i soci corsi di pittura ad olio e acrilico.
22
giugno 2007
Vetrophanie – Cristina Rocca
Dal 22 giugno al 05 luglio 2007
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE ST.ART.47
Ferrara, Via Della Cittadella, 47, (Ferrara)
Ferrara, Via Della Cittadella, 47, (Ferrara)
Orario di apertura
16.30-19.30 esclusi giovedì e festivi; su appuntamento tel 328 6589268
Vernissage
22 Giugno 2007, ore 18
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