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Roberto Barni – Gambe in spalla. Sculture Monumentali
La città di Firenze ospita una grande mostra dell’artista Roberto Barni, dal titolo “Gambe in spalla”, che interesserà alcuni tra i luoghi più significativi del centro storico
Comunicato stampa
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La città di Firenze ospita una grande mostra dell’artista Roberto Barni, dal titolo “Gambe in spalla”, che interesserà alcuni tra i luoghi più significativi del centro storico. L’evento sarà articolato in due momenti successivi. Lunedì 25 giugno inaugura una prima parte con una serie di grandi sculture in bronzo che popoleranno Piazza della Repubblica, il Piazzale della Galleria degli Uffizi, Piazza Pitti e il Giardino di Boboli. A settembre, invece, si aprirà la seconda parte dell’esposizione che si svolgerà al Museo Archeologico e alle Pagliere ospitando, rispettivamente dal 7 settembre e dal 29 settembre, sculture e dipinti di grande formato. Sabato 29 settembre sarà presentato anche il volume che accompagna l’evento, edito da Cambi Editore, con testi di Alberto Boatto, Lóránd Hegyi e Maurizio Vanni, corredato dalle immagini delle opere installate. “Gambe in spalla” si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Polo Museale Fiorentino, della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze, Pistoia e Prato, della Soprintendenza Archeologica per la Toscana, della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e del Comune di Firenze.
Roberto Barni è uno tra i protagonisti indiscussi dell’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi. La sua scultura si inserisce, rinnovandola, in quella linea impegnata - come sottolinea il critico Alberto Boatto – ad affrontare l’ardua questione di dare un’espressione plastica alla figura dell’uomo, non già dell’uomo eterno ma dell’uomo contemporaneo. Colpisce, oltre alle qualità formali e il peculiare uso della patina, la spiccata originalità dell’iconografia delle figure di Barni, figure umane che l’artista indaga nelle sue diverse e molteplici sfaccettature. L’uomo perde qui il privilegio dell’individualità per diventare uomo comune, anonimo, che si perde nella folla delle grandi metropoli: raddoppia, prolifica, si moltiplica in altrettanti cloni che creano concatenazioni, sovrapposizioni e sequenze. Le figure di Barni si presentano quasi sempre in cammino. Come dice l’artista, l’unico movimento che la scultura può visualizzare nell’universo è quello della figura umana, l’unica di cui si riesce a rendere il dinamismo. Le creature di Barni si trovano spesso in situazioni di equilibrio precario. Qui la scultura sfida il senso di staticità, il vuoto, la vertigine, con i suoi personaggi apparentemente impegnati in azioni contrastanti, animati da una grande tensione. “Gambe in spalla”, titolo della mostra che riprende quello di una delle sculture esposte, è un monito ad andare avanti: la strada da percorrere è ancora lunga. E’ un titolo che rispecchia quel chè d’ironia che contraddistingue le opere dell’artista.
Nelle piazze della città e nel Giardino di Boboli, collocate nei pressi dell’anfiteatro della Meridiana, saranno esposte alcune sculture di grandi dimensioni, gruppi di figure umane, essenziali quanto basta per essere riconosciute come uomini, spesso caratterizzate dal rosso dell’abito e dall’oro dei volti, colori simbolo che hanno il potere di investirle di una strana ieraticità. Le grandi dimensioni nobilitano la materia ma, allo stesso tempo, le sculture si mescolano con la gente, scendendo dal piedistallo dove da sempre sono poste, per vestirsi di una dimensione più domestica e quotidiana: le opere di fatto sono concretamente appoggiate sul suolo delle piazze, senza un piedistallo, in rapporto diretto con la durezza del terreno e il pubblico che attraversa la città.
Sotto il Loggiato degli Uffizi troveremo Vaso, opera dedicata ai grandi maestri presenti nella collezione della Galleria. E’ un oggetto antropomorfizzato dove i manici sono due uomini aggrappati, personaggio e recipiente si fondono in un insieme inseparabile. In Piazza della Repubblica invece Sadovasomaso si colloca orizzontalmente direttamente sul selciato vicino alla colonna, quasi posato lì per caso, ancora un vaso cilindrico con caratteristiche antropomorfe, qui le figure si contrappongono nell’atto una di versare e l’altra di rovesciare. A ridosso del portone principale di Palazzo Pitti, riverso per terra, si troverà Adagio, titolo rimanda alla musica classica. Spesso, nelle opere di Barni, la terminologia musicale viene a soccorso della scultura per sottolinearne il dinamismo interno. Adagio è una figura di circa sette metri sdraiata lungo la facciata, un uomo qualsiasi colto nell’atto di rialzarsi. Da qui passiamo alle opere nel Giardino di Boboli come: Gambe in spalla, che dà il titolo alla mostra, alta cinque metri, un’architettura di figure concatenate fra loro; Vacina dove sette viandanti camminano in equilibrio sul bordo di una vasca circolare, di circa due metri di diametro, in un gioco di equilibrio-squilibrio; la Colonna bisbetica, una colonna di otto metri, ma che potrebbe ergersi all’infinito, fatta di figure, una sopra l’altra, che si muovono in direzioni opposte; Continuo, una scala a pioli ricurva, lunga 10 metri, dove le due figure che si fronteggiano sembrano scendere e salire allo stesso tempo. In Atto Muto e Tripode si costruisce una sorta di dialogo fra tre figure impegnate in azioni diverse ma legate da un movimento circolare o triangolare come in Impresa. Sempre in prossimità del prato della Meridiana si colloca Rasoio, una mezzaluna lunga cinque metri sulla quale proseguono il loro eterno movimento sette figure. Le sculture saranno esposte fino al 30 ottobre.
A settembre si aprirà la seconda parte della mostra. Nel Museo Archeologico di Firenze ci sarà una serie di piccoli bronzi mentre nei suggestivi locali de Le Pagliere troverà spazio la pittura, altro aspetto non meno importante dell’opera di Barni, con tele di grandi dimensioni e alcune sculture. Le opere saranno visibili fino al 30 di novembre 2007.
Roberto Barni è uno tra i protagonisti indiscussi dell’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi. La sua scultura si inserisce, rinnovandola, in quella linea impegnata - come sottolinea il critico Alberto Boatto – ad affrontare l’ardua questione di dare un’espressione plastica alla figura dell’uomo, non già dell’uomo eterno ma dell’uomo contemporaneo. Colpisce, oltre alle qualità formali e il peculiare uso della patina, la spiccata originalità dell’iconografia delle figure di Barni, figure umane che l’artista indaga nelle sue diverse e molteplici sfaccettature. L’uomo perde qui il privilegio dell’individualità per diventare uomo comune, anonimo, che si perde nella folla delle grandi metropoli: raddoppia, prolifica, si moltiplica in altrettanti cloni che creano concatenazioni, sovrapposizioni e sequenze. Le figure di Barni si presentano quasi sempre in cammino. Come dice l’artista, l’unico movimento che la scultura può visualizzare nell’universo è quello della figura umana, l’unica di cui si riesce a rendere il dinamismo. Le creature di Barni si trovano spesso in situazioni di equilibrio precario. Qui la scultura sfida il senso di staticità, il vuoto, la vertigine, con i suoi personaggi apparentemente impegnati in azioni contrastanti, animati da una grande tensione. “Gambe in spalla”, titolo della mostra che riprende quello di una delle sculture esposte, è un monito ad andare avanti: la strada da percorrere è ancora lunga. E’ un titolo che rispecchia quel chè d’ironia che contraddistingue le opere dell’artista.
Nelle piazze della città e nel Giardino di Boboli, collocate nei pressi dell’anfiteatro della Meridiana, saranno esposte alcune sculture di grandi dimensioni, gruppi di figure umane, essenziali quanto basta per essere riconosciute come uomini, spesso caratterizzate dal rosso dell’abito e dall’oro dei volti, colori simbolo che hanno il potere di investirle di una strana ieraticità. Le grandi dimensioni nobilitano la materia ma, allo stesso tempo, le sculture si mescolano con la gente, scendendo dal piedistallo dove da sempre sono poste, per vestirsi di una dimensione più domestica e quotidiana: le opere di fatto sono concretamente appoggiate sul suolo delle piazze, senza un piedistallo, in rapporto diretto con la durezza del terreno e il pubblico che attraversa la città.
Sotto il Loggiato degli Uffizi troveremo Vaso, opera dedicata ai grandi maestri presenti nella collezione della Galleria. E’ un oggetto antropomorfizzato dove i manici sono due uomini aggrappati, personaggio e recipiente si fondono in un insieme inseparabile. In Piazza della Repubblica invece Sadovasomaso si colloca orizzontalmente direttamente sul selciato vicino alla colonna, quasi posato lì per caso, ancora un vaso cilindrico con caratteristiche antropomorfe, qui le figure si contrappongono nell’atto una di versare e l’altra di rovesciare. A ridosso del portone principale di Palazzo Pitti, riverso per terra, si troverà Adagio, titolo rimanda alla musica classica. Spesso, nelle opere di Barni, la terminologia musicale viene a soccorso della scultura per sottolinearne il dinamismo interno. Adagio è una figura di circa sette metri sdraiata lungo la facciata, un uomo qualsiasi colto nell’atto di rialzarsi. Da qui passiamo alle opere nel Giardino di Boboli come: Gambe in spalla, che dà il titolo alla mostra, alta cinque metri, un’architettura di figure concatenate fra loro; Vacina dove sette viandanti camminano in equilibrio sul bordo di una vasca circolare, di circa due metri di diametro, in un gioco di equilibrio-squilibrio; la Colonna bisbetica, una colonna di otto metri, ma che potrebbe ergersi all’infinito, fatta di figure, una sopra l’altra, che si muovono in direzioni opposte; Continuo, una scala a pioli ricurva, lunga 10 metri, dove le due figure che si fronteggiano sembrano scendere e salire allo stesso tempo. In Atto Muto e Tripode si costruisce una sorta di dialogo fra tre figure impegnate in azioni diverse ma legate da un movimento circolare o triangolare come in Impresa. Sempre in prossimità del prato della Meridiana si colloca Rasoio, una mezzaluna lunga cinque metri sulla quale proseguono il loro eterno movimento sette figure. Le sculture saranno esposte fino al 30 ottobre.
A settembre si aprirà la seconda parte della mostra. Nel Museo Archeologico di Firenze ci sarà una serie di piccoli bronzi mentre nei suggestivi locali de Le Pagliere troverà spazio la pittura, altro aspetto non meno importante dell’opera di Barni, con tele di grandi dimensioni e alcune sculture. Le opere saranno visibili fino al 30 di novembre 2007.
25
giugno 2007
Roberto Barni – Gambe in spalla. Sculture Monumentali
Dal 25 giugno al 30 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
GIARDINO DI BOBOLI
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Biglietti
Intero € 9,00
Ridotto € 4,50 per i cittadini della Comunità Europea tra i 18 e i 25 anni.
Gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Orario di apertura
8.15 - 19.30 da giugno ad agosto;
8.15 – 18.30, settembre;
8.15 – 17.30, ottobre.
Escluso il primo e l’ultimo lunedì del mese
Vernissage
25 Giugno 2007, ore 18
Editore
CARLO CAMBI
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Autore