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Peppe Capasso – Lo schianto della materia
La prima impressione che si ha dinanzi ai lavori di Peppe Capasso non è quella del nuovo, ma come accade per gli artisti di rango europeo, sembra di scoprire opere estremamente antiche
Comunicato stampa
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Lo schianto della materia
La prima impressione che si ha dinanzi ai lavori di Peppe Capasso non è quella del nuovo, ma come accade per gli artisti di rango europeo, sembra di scoprire opere estremamente antiche.
Attraverso l’atto di una produzione pittorica sovrana che cerca di racchiudere tutte quelle precedenti(non a caso l’Artista ama discutere di Botticelli e Piero Della Franceca), Capasso vuole confrontarsi con i gesti pittorici di migliaia di anni di storia dell’arte con una ricerca in cui aleggiano e coesistono spiriti diversi: dal gotico all’espressionismo, da certe istanze rinascimentali alle esperienze più puriste dell’arte contemporanea.
La sua opera domina così vari stili e altrettanti materiali in cui l’oscurità cromatica risente fortemente dei suoi interessi per l’ermetismo e le dottrine esoteriche.
Dunque al primitivo isolamento dell’avanguardia Capasso oppone una sperimentazione e una necessità di arte innanzitutto poetica e antropologica in grado di imprimere caratteri rituali e alchemici alle azioni quotidiane dell’uomo.
Uno dei fatti ineluttabili degli anni Settanta, che nessuno avrebbe potuto prevedere, fu il modo in cui i significati dell’arte, con o senza intendimenti sociali e politici, furono smantellati dal mercato.
Per tale motivo comodamente nella identificazione e restituzione storiografica del postmoderno
gli studiosi (penso alle “fughe dalla Campania” di Enrico Crispolti e Achille Bonito Oliva) si sono accodati ai vagoni della transavanguardia o alle code dell’arte povera e concettuale già ampliamente storicizzati e “museificati”.
Esperienze come la “Fenomenologia del Sociale” degli anni ‘70/’80, ricognizioni e rassegne importanti come “Gli ammessi in scena”, “Napoli situazione ’75” di cui Peppe Capasso è stato uno dei protagonisti indiscussi (o meglio la memoria storica), sono state messe in secondo piano perché non si credeva nella possibilità di un’arte nuova che si potesse sviluppare lungo linee di più consolidati movimenti.
Ma ritorniamo alla traiettoria operativa di Capasso.
L’artista aspira alla ricerca di un immaginario archetipico legato a un grande senso della teatralità che deriva dalla sua importante collaborazione al Teatro di Marigliano di Leo De Berardinis.
I piani prospettici dei suoi campi transitori tra il figurativo e l’astratto Capasso li ottiene per sovrapposizione di materia pittorica: sono quasi palcoscenici convenzionali a questo desiderio per una “presenza” istrionica e rituale dei suoi personaggi dei suoi ritratti semioscuri di teste misteriose.
Da qui deriva il suo desiderio di controllare le luci anche quando la pittura si fa d’azione e si allontana dalle congestioni da cavalletto.
Nella sua costruzione violenta (schiantante) la materia pittorica di Capasso esprime il potere assoluto della comunicazione: l’arte in uno spasmo introversivo, ha il compito di sostituirsi al mondo.
Pasquale Lettieri
12
giugno 2007
Peppe Capasso – Lo schianto della materia
Dal 12 al 22 giugno 2007
arte contemporanea
Location
M.AR.E. CONTEMPORARY ART GALLERY
Capri, Via L'abate, 5a, (Napoli)
Capri, Via L'abate, 5a, (Napoli)
Vernissage
12 Giugno 2007, ore 17.30
Autore