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Peter Zumthor
Giovedì 14 giugno 2007 termina il ciclo d’incontri pubblici promosso dal Direttore Josep Acebillo all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana
Comunicato stampa
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Giovedì 14 giugno 2007 termina il ciclo d’incontri pubblici promosso dal Direttore Josep Acebillo all’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana. La chiusura della rassegna è affidata a Peter Zumthor, professore a Mendrisio sin dal 1996, anno di fondazione della Scuola.
Le conferenze proposte da Acebillo sull’arco dei quattro anni della sua direzione hanno ospitato i grandi architetti del giorno d’oggi, ma anche personaggi appartenenti ad ambiti affini a quello dell’architettura, come la filosofia, la storia dell’arte, per dibattere del concetto dello spazio e del “contemporaneo”.
Gli ospiti dell’Accademia hanno mobilitato il pubblico delle grandi occasioni più volte: più di 1000 persone sono accorse, per esempio, ad ascoltare Frank O. Gehry nel 2004 e Tadao Ando nel 2006. Lezioni brillanti per stile e simpatia hanno ammaliato e alimentato l’entusiasmo dei presenti poiché sono davvero illustri i nomi dei rappresentanti della cultura progettuale invitati a Mendrisio dal Direttore Acebillo in quattro anni: a cominciare dall’amico Livio Vacchini, per proseguire con Josep Lluís Mateo (Barcellona), Alejandro Zaera Polo (Londra), Manuel Aires Mateus (Lisbona), Jacques Herzog (Basilea), Wiel Arets (Maastricht), Toyo Ito (Tokyo), Rafael Moneo (Madrid), Mario Botta (Lugano), Eduardo Souto de Moura (Porto), Valerio Olgiati (Coira), Winy Maas (Rotterdam), David Chipperfield (Londra), Dominique Perrault (Parigi), Elias Torres (Barcellona), Juan Navarro Baldeweg (Madrid), Zaha Hadid (Londra), Elias Zenghelis (Bruxelles), Roger Diener (Basilea), Oriol Bohigas (Barcellona), Cino Zucchi (Milano), Massimiliano Fuksas (Roma), Luigi Snozzi (Locarno), Vittorio Gregotti (Milano), Marcel Meili (Zurigo), Aurelio Galfetti (Lugano), Paulo Mendes da Rocha (San Paolo), Yung Ho Chang (Pechino) e Adam Caruso (Londra).
Gli incontri hanno suscitato l’attenzione della comunità ticinese e degli altri cantoni svizzeri, come pure di un pubblico proveniente dall’Italia, ma anche da più lontano. Infatti le conferenze rappresentano senza dubbio un arricchimento delle offerte didattiche della Scuola per avvicinare ai temi d’attualità dell’architettura gli studenti, ma sono anche un’occasione preziosa per tenere vivo il rapporto con il paese.
La straordinaria rassegna si chiude giovedì 14 giugno 2007 alle ore 20 con la conferenza Lavori di primavera di Peter Zumthor.
Nato a Basilea nel 1943, di formazione ebanista, Zumthor intraprende studi da designer ed architetto alla Kunstgewerbeschule di Basilea ed al Pratt Institute di New York. Nel periodo 1968-1979 lavora per la tutela dei monumenti nel cantone dei Grigioni; nel 1979 apre uno studio di architettura in proprio a Haldenstein (Svizzera). Professore invitato in diverse Università americane ed europee, insegna progettazione presso l’Accademia di architettura di Mendrisio dal 1996.
Nel corso della sua carriera riceve numerosi riconoscimenti fra cui, nel 1999, il Mies van der Rohe per la Galleria d’arte di Bregenz (Austria). Fra le sue principali realizzazioni ricordiamo: in Svizzera, la Cappella Sogn Benedetg a Sumvitg (1989) e le Terme di Vals (1996); in Germania, l’insolito e sorprendente Padiglione svizzero all’Expo 2000 di Hannover e, nel 2007, il Museo d’arte Kolumba a Colonia e la Cappella Bruder Klaus a Wachendorf, inaugurata nel mese di maggio.
Zumthor considera l’architettura non un messaggio o un segno, ma l’involucro e lo sfondo della vita che scorre, ovvero un recipiente sensibile: i suoi edifici esplorano le qualità tattili e sensoriali di spazi e materiali. In Pensare architettura (1998), Zumthor dichiara:
“La nostra comprensione dell’architettura è radicata nella nostra infanzia, nella nostra gioventù; è radicata nella nostra biografia. Gli studenti devono imparare, quale fondamento della progettazione, a lavorare coscientemente con le loro personali e biografiche esperienze dell’architettura.
L’architettura è sempre materia concreta. Un progetto disegnato su carta non è un’architettura, ma soltanto una rappresentazione più o meno incompleta dell’architettura, paragonabile allo spartito musicale. La musica ha bisogno dell’esecuzione. L’architettura ha bisogno della realizzazione.
Pensare associativamente, selvaggiamente, liberamente, ordinatamente e sistematicamente per immagini, per mezzo di immagini architettoniche, spaziali, colorate e sensuali. Ecco la mia definizione prediletta del progettare.
Mi piacerebbe poter trasmettere agli studenti questo pensare per immagini come metodo di progettazione”.
Le conferenze proposte da Acebillo sull’arco dei quattro anni della sua direzione hanno ospitato i grandi architetti del giorno d’oggi, ma anche personaggi appartenenti ad ambiti affini a quello dell’architettura, come la filosofia, la storia dell’arte, per dibattere del concetto dello spazio e del “contemporaneo”.
Gli ospiti dell’Accademia hanno mobilitato il pubblico delle grandi occasioni più volte: più di 1000 persone sono accorse, per esempio, ad ascoltare Frank O. Gehry nel 2004 e Tadao Ando nel 2006. Lezioni brillanti per stile e simpatia hanno ammaliato e alimentato l’entusiasmo dei presenti poiché sono davvero illustri i nomi dei rappresentanti della cultura progettuale invitati a Mendrisio dal Direttore Acebillo in quattro anni: a cominciare dall’amico Livio Vacchini, per proseguire con Josep Lluís Mateo (Barcellona), Alejandro Zaera Polo (Londra), Manuel Aires Mateus (Lisbona), Jacques Herzog (Basilea), Wiel Arets (Maastricht), Toyo Ito (Tokyo), Rafael Moneo (Madrid), Mario Botta (Lugano), Eduardo Souto de Moura (Porto), Valerio Olgiati (Coira), Winy Maas (Rotterdam), David Chipperfield (Londra), Dominique Perrault (Parigi), Elias Torres (Barcellona), Juan Navarro Baldeweg (Madrid), Zaha Hadid (Londra), Elias Zenghelis (Bruxelles), Roger Diener (Basilea), Oriol Bohigas (Barcellona), Cino Zucchi (Milano), Massimiliano Fuksas (Roma), Luigi Snozzi (Locarno), Vittorio Gregotti (Milano), Marcel Meili (Zurigo), Aurelio Galfetti (Lugano), Paulo Mendes da Rocha (San Paolo), Yung Ho Chang (Pechino) e Adam Caruso (Londra).
Gli incontri hanno suscitato l’attenzione della comunità ticinese e degli altri cantoni svizzeri, come pure di un pubblico proveniente dall’Italia, ma anche da più lontano. Infatti le conferenze rappresentano senza dubbio un arricchimento delle offerte didattiche della Scuola per avvicinare ai temi d’attualità dell’architettura gli studenti, ma sono anche un’occasione preziosa per tenere vivo il rapporto con il paese.
La straordinaria rassegna si chiude giovedì 14 giugno 2007 alle ore 20 con la conferenza Lavori di primavera di Peter Zumthor.
Nato a Basilea nel 1943, di formazione ebanista, Zumthor intraprende studi da designer ed architetto alla Kunstgewerbeschule di Basilea ed al Pratt Institute di New York. Nel periodo 1968-1979 lavora per la tutela dei monumenti nel cantone dei Grigioni; nel 1979 apre uno studio di architettura in proprio a Haldenstein (Svizzera). Professore invitato in diverse Università americane ed europee, insegna progettazione presso l’Accademia di architettura di Mendrisio dal 1996.
Nel corso della sua carriera riceve numerosi riconoscimenti fra cui, nel 1999, il Mies van der Rohe per la Galleria d’arte di Bregenz (Austria). Fra le sue principali realizzazioni ricordiamo: in Svizzera, la Cappella Sogn Benedetg a Sumvitg (1989) e le Terme di Vals (1996); in Germania, l’insolito e sorprendente Padiglione svizzero all’Expo 2000 di Hannover e, nel 2007, il Museo d’arte Kolumba a Colonia e la Cappella Bruder Klaus a Wachendorf, inaugurata nel mese di maggio.
Zumthor considera l’architettura non un messaggio o un segno, ma l’involucro e lo sfondo della vita che scorre, ovvero un recipiente sensibile: i suoi edifici esplorano le qualità tattili e sensoriali di spazi e materiali. In Pensare architettura (1998), Zumthor dichiara:
“La nostra comprensione dell’architettura è radicata nella nostra infanzia, nella nostra gioventù; è radicata nella nostra biografia. Gli studenti devono imparare, quale fondamento della progettazione, a lavorare coscientemente con le loro personali e biografiche esperienze dell’architettura.
L’architettura è sempre materia concreta. Un progetto disegnato su carta non è un’architettura, ma soltanto una rappresentazione più o meno incompleta dell’architettura, paragonabile allo spartito musicale. La musica ha bisogno dell’esecuzione. L’architettura ha bisogno della realizzazione.
Pensare associativamente, selvaggiamente, liberamente, ordinatamente e sistematicamente per immagini, per mezzo di immagini architettoniche, spaziali, colorate e sensuali. Ecco la mia definizione prediletta del progettare.
Mi piacerebbe poter trasmettere agli studenti questo pensare per immagini come metodo di progettazione”.
14
giugno 2007
Peter Zumthor
14 giugno 2007
architettura
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
AAM – ACCADEMIA DI ARCHITETTURA – VILLA ARGENTINA
Mendrisio, Largo Bernasconi, 2, (Mendrisio)
Mendrisio, Largo Bernasconi, 2, (Mendrisio)
Biglietti
sino a esaurimento dei posti
Vernissage
14 Giugno 2007, ore 20 in via Canavée 5
Autore