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Cose d’artista
Collettiva ispirata al materiale DAS ideato da Dario Sala, in un percorso attraverso le opere di diversi artisti. Alla vernice parteciperà lo scrittore Andrea G. Pinketts
Comunicato stampa
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Tiro avanti perchè ho una mia filosofia . Il nulla è impossibile che ci sia. Qualcuno di più grande deve esistere. Nei prati quei fiorellini piccoli e ben disegnati da chi sono andati a scuola? (Dario Sala)*
Lo Spazio Anfossi apre una mostra rivolta al piccolo, al micro, all’attitudine plastica del bambino prima, dell’artista dopo. E’ una mostra fatta con il DAS da artisti che, in modi diversi, si cimentano con il comune, mirabolante materiale brevettato e venduto per poche lire nel 1962 da Dario Sala.
Antiquario - poeta - chansonnier, scrittore reduce pacifista, Dario Sala (DAS dalle iniziali del suo nome) ha chiuso la sua vita a novantatre anni nel 2005 a Trecallo, una frazione di Como, dove ha abitato sempre.
Tra ciò che è destinato a sparire come nel “Paese delle ultime cose” di Auster e l’accumulazione maniacale protagonista di “Le cose” di Perec, coesiste un’accelerata realtà di perdita disperata o di convulsa acquisizione: atteggiamenti estremi di ricerca e possesso comunque inappaganti.
Le cose dell’artista, per l’artista stesso devono ineluttabilmente nascere, poi non importa quali strade prenderanno: all’autore interessa l’idea, il suo riconoscimento e la non dimenticanza. I contemporanei non puntano più sull’eternità dell’opera, giocano (o si dannano) sulla testimonianza della propria contemporaneità. In questa mostra “cose”, come giochi d’arte, danno un immediato divertimento e piacere a chi le crea e a chi ne usufruisce.
Bruno Munari, donandomi un suo lavoro intitolato “le ore piccole della notte” mi disse che era molto fragile, ma che se si fossero staccati degli elementi (palline di legno) avrei potuto tranquillamente sostituirle con il magico Das. (questo lavoro aggiustato sarà qui esposto).
La mostra con piccole cose di tanti artisti testimonia, attraverso il Das (che imita l’antichissima creta), evanescenza deperibilità fatiscenza dell’oggetto a favore dell’idea che l’ha concepita. Il Das, un materiale malleabile dolce con tante possibilità d’uso che ha ispirato i bambini dell’ultimo mezzo secolo, pieno dell’ingenuità e genialità di chi l’ha inventato. Milli Gandini
Vorrei che qualcosa di ciò che ho fatto lasciasse un segno - ha detto Sala poco tempo prima di morire - ma non me ne cruccio più di tanto. (*Intervista di Giorgio Bardaglio, Corriere di Como 4/4/1999)
Lo Spazio Anfossi apre una mostra rivolta al piccolo, al micro, all’attitudine plastica del bambino prima, dell’artista dopo. E’ una mostra fatta con il DAS da artisti che, in modi diversi, si cimentano con il comune, mirabolante materiale brevettato e venduto per poche lire nel 1962 da Dario Sala.
Antiquario - poeta - chansonnier, scrittore reduce pacifista, Dario Sala (DAS dalle iniziali del suo nome) ha chiuso la sua vita a novantatre anni nel 2005 a Trecallo, una frazione di Como, dove ha abitato sempre.
Tra ciò che è destinato a sparire come nel “Paese delle ultime cose” di Auster e l’accumulazione maniacale protagonista di “Le cose” di Perec, coesiste un’accelerata realtà di perdita disperata o di convulsa acquisizione: atteggiamenti estremi di ricerca e possesso comunque inappaganti.
Le cose dell’artista, per l’artista stesso devono ineluttabilmente nascere, poi non importa quali strade prenderanno: all’autore interessa l’idea, il suo riconoscimento e la non dimenticanza. I contemporanei non puntano più sull’eternità dell’opera, giocano (o si dannano) sulla testimonianza della propria contemporaneità. In questa mostra “cose”, come giochi d’arte, danno un immediato divertimento e piacere a chi le crea e a chi ne usufruisce.
Bruno Munari, donandomi un suo lavoro intitolato “le ore piccole della notte” mi disse che era molto fragile, ma che se si fossero staccati degli elementi (palline di legno) avrei potuto tranquillamente sostituirle con il magico Das. (questo lavoro aggiustato sarà qui esposto).
La mostra con piccole cose di tanti artisti testimonia, attraverso il Das (che imita l’antichissima creta), evanescenza deperibilità fatiscenza dell’oggetto a favore dell’idea che l’ha concepita. Il Das, un materiale malleabile dolce con tante possibilità d’uso che ha ispirato i bambini dell’ultimo mezzo secolo, pieno dell’ingenuità e genialità di chi l’ha inventato. Milli Gandini
Vorrei che qualcosa di ciò che ho fatto lasciasse un segno - ha detto Sala poco tempo prima di morire - ma non me ne cruccio più di tanto. (*Intervista di Giorgio Bardaglio, Corriere di Como 4/4/1999)
29
maggio 2007
Cose d’artista
Dal 29 maggio al 30 giugno 2007
arte contemporanea
Location
SPAZIO ANFOSSI
Milano, Via Augusto Anfossi, (Milano)
Milano, Via Augusto Anfossi, (Milano)
Orario di apertura
Lunedì – Venerdì dalle 14 alle 19
Vernissage
29 Maggio 2007, ore 19
Autore