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Daniele Vezzani / Matteo Negri
settima tappa della stagione 2006-2007
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Daniele Vezzani presenta dodici nuove opere pittoriche. Il tema si concentra su coppie di personaggi, “bloccate” sui bagnasciuga di spiagge sabbiose. Un uomo da una parte, una donna dall’altra parte. Lui con le sue “divise d’ordinanza”, spesso in giacca o quantomeno in cravatta, talvolta più sportivo nello stile. Lei con la sua limpida nudità o in costume, più indifesa nel gioco di sguardi che il maschio sottolinea attraverso posture concentrate e modi decisi. Assieme creano tensioni sospese e vertigini erotiche, tutto nell’essenzialità di gesti e movimenti, nel modo apparentemente quieto del guardarsi in silenzio. La donna sembra più indifesa ed esposta, l’uomo più dominante nel suo giudicare l’apparenza. In realtà ogni evento diventa possibile, la scena dalla natura teatrale lascia aperto il sospetto e il dubbio, apre all’anomalo e al mistero, disvelando uno spettro tra il falso e il vero, la commedia e il dramma, l’assurdo e il possibile. Un progetto dove la pittura calibrata si sposa ad un chiaro tono cinematografico, quasi a racchiudere la narrazione emozionale nelle luci sui volti, nei colori d’ambiente, nelle profondità di campo, nelle minuzie che rivelano la complessità psicanalitica del racconto. La Romberg di Italo Bergantini vi attende con questi dodici “cortometraggi pittorici” dove l’estate assume connotazioni mentali dal fascino estetico e dalle atmosfere conturbanti. Segno di maturità per un artista che fin dagli esordi (che siano ragazzine, animali o altri tipi sociali) ama isolare i suoi personaggi in un galleggiamento metafisico e avvolgente. Un mondo gassoso dove sguardi e posture definiscono le trame della storia interiore.
Matteo Negri porta in vetrina il progetto “Perché la pesca non è così diversa dalla caccia”. Si tratta di tre sculture in ceramica, tre diverse mine sottomarine colorate con altrettante tonalità di smalto. Le vediamo dentro teche in plexiglas, quasi a darci la natura del reperto prezioso o comunque a rischio, sottoposto a particolare protezione scenica. Un’analisi dove tutto si sviluppa nel contrasto tra realtà e apparenza: semplici sfere che nascondono un congegno pericoloso ma addomesticabile, palle colorate e allegre con un mistero al proprio interno. Quella viola rappresenta la forma delineata e pulita, quella rossa la parziale deflagrazione, quella gialla l’esplosione definitiva. Tre stadi della materia ma anche tre livelli della scultura contemporanea, sempre in bilico tra nettezza della forma e sua decostruzione, tra codice delle apparenze e scala delle variazioni infinite.
Matteo Negri porta in vetrina il progetto “Perché la pesca non è così diversa dalla caccia”. Si tratta di tre sculture in ceramica, tre diverse mine sottomarine colorate con altrettante tonalità di smalto. Le vediamo dentro teche in plexiglas, quasi a darci la natura del reperto prezioso o comunque a rischio, sottoposto a particolare protezione scenica. Un’analisi dove tutto si sviluppa nel contrasto tra realtà e apparenza: semplici sfere che nascondono un congegno pericoloso ma addomesticabile, palle colorate e allegre con un mistero al proprio interno. Quella viola rappresenta la forma delineata e pulita, quella rossa la parziale deflagrazione, quella gialla l’esplosione definitiva. Tre stadi della materia ma anche tre livelli della scultura contemporanea, sempre in bilico tra nettezza della forma e sua decostruzione, tra codice delle apparenze e scala delle variazioni infinite.
16
giugno 2007
Daniele Vezzani / Matteo Negri
Dal 16 giugno al 28 luglio 2007
arte contemporanea
Location
ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA
Latina, Viale Le Corbusier, (Latina)
Latina, Viale Le Corbusier, (Latina)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 16–20 | sabato 14 - 20
Vernissage
16 Giugno 2007, ore 19
Autore
Curatore