Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Rewind
una selezione dei video d’artista prodotti e scelti nei suoi primi quattro anni di attività
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gagliardi Art System / gallery è lieta di presentare al pubblico una selezione dei video d’artista prodotti e scelti nei suoi primi quattro anni di attività, in modo da offrire una panoramica, per quanto possibile ampia e articolata, della ricerca svolta in questo ambito, ricerca spesso maturata in stretta collaborazione con gli artisti stessi. Gli artisti qui presentati, alcuni dei quali si misurano solitamente anche con altri media, scultura, pittura, fotografia, hanno risolto le proprie tematiche in video d’artista e performance, trovando nell’espressione filmica un linguaggio alternativo ma autonomo in grado di esprimere compiutamente la propria poetica.
Con un lavoro che utilizza i mezzi della fotografia e del video, Giulia Caira (1970, Cosenza) si muove all’interno dello spazio domestico trasformato in teatro tragicomico, luogo di esposizione della nevrosi quotidiana. suoi video, informati da un linguaggio anti-narrativo, le inquadrature ripetono lo spazio della fotografia, un perimetro visivo di cui enfatizza la dimensione claustrofobica.
Prodotto da Gagliardi Art System / gallery e composto da due video e da una serie fotografica il progetto ha un titolo unitario - Domani felicità - tratto da Di’ Joe, scritto da Samuel Beckett per la televisione nel 1967.
I mangiatori di patate (2005, 7’), di Giuliana Cunéaz (1959, Aosta) trae la sua ispirazione dal celebre dipinto di Vincent Van Gogh (1885) . L’artista stravolge i termini di quell'opera pur mantenendo inalterati i contenuti e l'indifferenza alienante che caratterizza il contesto del quadro. Il video si sviluppa proiettando il gesto semplice e primario di personaggi reali colti nell'atto di mangiare le patate inseriti in un contesto totalmente artificiale creato con la tecnica del 3D e con l’ibridazione delle nanotecnologie.
Il video Fashion Fire (2003, 17’) dell’artista e fashion designer bulgara Mariela Gemisheva (1965, Kazanlak, Bulgaria), riprende una performance realizzata nel cortile del Fire and Emergency Safety di Sofia. La sfilata di moda, che inizia come una consueta passerella di modelle, assume via via una nuova connotazione: le indossatrici, con la stessa compostezza con cui hanno sfilato, tradendo appena un accenno di ironica cattiveria, si svelano dei propri abiti per gettarli nel fuoco. Con questo gesto catartico l’artista focalizza la sua attenzione - e il riferimento è evidente nel sottotitolo del video The nice thing of one decent beauty queen (Il bel gesto di una reginetta di bellezza per bene) - sulla liberalizzazione della Moda dai canoni e dalle regole non scritte che da sempre ne regolano – e ne logorano - i meccanismi.
Carlo Gloria (1964, Torino) esplora la figura umana, rappresentandola attraverso le tecnologie digitali. Nasce così il ciclo delle Comparse e la tecnica degli affreschi digitali: la fotografia è stampata a grandezza naturale e la parete è il supporto diretto dell'immagine digitale che appare come un affresco della tradizione antica. I soggetti sono uomini e donne colti in diversi aspetti del quotidiano o in momenti particolari dell'esistenza, sottoposti talora a deformazioni, accelerazioni, alterazioni della figura.
La gamma delle opere eseguite negli ultimi anni comprende pittura, scultura, fotografia, video-arte, installazione e performance di scrittura.
La giovane artista statunitense Margot Quan Knight (1977, Seattle), grazie ad un attento uso dello strumento fotografico e digitale presenta un universo parallelo (Grasses, 2004, loop), poetico e surreale, in cui il possibile diventa reale; il mondo vegetale assume connotazioni umane e traduce, con personalissimo lessico, sentimenti e sensazioni; per contro, sensazioni astratte e “stati della mente”si trasformano in espressioni fisiche, come se gioia, solitudine e sofferenza potessero concretizzarsi.
Vittorio Messina (1946, Zaffarena Etnea, Catania) realizza installazioni che uniscono architettura e videoproiezioni utilizzando materiali effimeri, o trovati, quali tavole di legno, tavoli, tubi di neon con relativi fili, ombrelli, sanitari, tappeti, reti metalliche, cavalletti a creare nuove ambientazioni metafisiche.
Per Gagliardi Art System Messina ha realizzato Crossing Roads (2006, 20’), ispirato a I dialoghi con Leucò di Cesare Pavese e proposto nel 2006 nell’ambito dell’ installazione CRONOGRAFIE, o della Città Verticale, allestita nei suggestivi spazi della Cavallerizza Reale a Torino.
L’artista serba Jelena Vasiljev (1976, Zrenjanin - Serbia), che lavora con scultura, disegno e video, concentra le proprie riflessioni sul tema della violenza, concretizzata nel simbolo del lupo, vittima e carnefice allo stesso tempo della propria natura, emblema della forza primigenia insita nell’ "homo homini lupus”. Il video Pensavo di essere un lupo (2006, 4’,13’’), vede la partecipazione attiva dell’artista stessa: Vasiljev realizza infatti una performance a Villa Capriglio, sulla collina torinese, durante la quale cucina in un recipiente industriale, da lei fabbricato, della carne, legata a frammenti delle sculture dei lupi realizzate in legno di alloro e di pruno; dopo averla consumata di fronte al pubblico, offre anche agli astanti la possibilità di consumare l’opera, e, per traslato, di mangiarne l’idea, l’essenza, quasi a suggerire un’identificazione catartica.
Con un lavoro che utilizza i mezzi della fotografia e del video, Giulia Caira (1970, Cosenza) si muove all’interno dello spazio domestico trasformato in teatro tragicomico, luogo di esposizione della nevrosi quotidiana. suoi video, informati da un linguaggio anti-narrativo, le inquadrature ripetono lo spazio della fotografia, un perimetro visivo di cui enfatizza la dimensione claustrofobica.
Prodotto da Gagliardi Art System / gallery e composto da due video e da una serie fotografica il progetto ha un titolo unitario - Domani felicità - tratto da Di’ Joe, scritto da Samuel Beckett per la televisione nel 1967.
I mangiatori di patate (2005, 7’), di Giuliana Cunéaz (1959, Aosta) trae la sua ispirazione dal celebre dipinto di Vincent Van Gogh (1885) . L’artista stravolge i termini di quell'opera pur mantenendo inalterati i contenuti e l'indifferenza alienante che caratterizza il contesto del quadro. Il video si sviluppa proiettando il gesto semplice e primario di personaggi reali colti nell'atto di mangiare le patate inseriti in un contesto totalmente artificiale creato con la tecnica del 3D e con l’ibridazione delle nanotecnologie.
Il video Fashion Fire (2003, 17’) dell’artista e fashion designer bulgara Mariela Gemisheva (1965, Kazanlak, Bulgaria), riprende una performance realizzata nel cortile del Fire and Emergency Safety di Sofia. La sfilata di moda, che inizia come una consueta passerella di modelle, assume via via una nuova connotazione: le indossatrici, con la stessa compostezza con cui hanno sfilato, tradendo appena un accenno di ironica cattiveria, si svelano dei propri abiti per gettarli nel fuoco. Con questo gesto catartico l’artista focalizza la sua attenzione - e il riferimento è evidente nel sottotitolo del video The nice thing of one decent beauty queen (Il bel gesto di una reginetta di bellezza per bene) - sulla liberalizzazione della Moda dai canoni e dalle regole non scritte che da sempre ne regolano – e ne logorano - i meccanismi.
Carlo Gloria (1964, Torino) esplora la figura umana, rappresentandola attraverso le tecnologie digitali. Nasce così il ciclo delle Comparse e la tecnica degli affreschi digitali: la fotografia è stampata a grandezza naturale e la parete è il supporto diretto dell'immagine digitale che appare come un affresco della tradizione antica. I soggetti sono uomini e donne colti in diversi aspetti del quotidiano o in momenti particolari dell'esistenza, sottoposti talora a deformazioni, accelerazioni, alterazioni della figura.
La gamma delle opere eseguite negli ultimi anni comprende pittura, scultura, fotografia, video-arte, installazione e performance di scrittura.
La giovane artista statunitense Margot Quan Knight (1977, Seattle), grazie ad un attento uso dello strumento fotografico e digitale presenta un universo parallelo (Grasses, 2004, loop), poetico e surreale, in cui il possibile diventa reale; il mondo vegetale assume connotazioni umane e traduce, con personalissimo lessico, sentimenti e sensazioni; per contro, sensazioni astratte e “stati della mente”si trasformano in espressioni fisiche, come se gioia, solitudine e sofferenza potessero concretizzarsi.
Vittorio Messina (1946, Zaffarena Etnea, Catania) realizza installazioni che uniscono architettura e videoproiezioni utilizzando materiali effimeri, o trovati, quali tavole di legno, tavoli, tubi di neon con relativi fili, ombrelli, sanitari, tappeti, reti metalliche, cavalletti a creare nuove ambientazioni metafisiche.
Per Gagliardi Art System Messina ha realizzato Crossing Roads (2006, 20’), ispirato a I dialoghi con Leucò di Cesare Pavese e proposto nel 2006 nell’ambito dell’ installazione CRONOGRAFIE, o della Città Verticale, allestita nei suggestivi spazi della Cavallerizza Reale a Torino.
L’artista serba Jelena Vasiljev (1976, Zrenjanin - Serbia), che lavora con scultura, disegno e video, concentra le proprie riflessioni sul tema della violenza, concretizzata nel simbolo del lupo, vittima e carnefice allo stesso tempo della propria natura, emblema della forza primigenia insita nell’ "homo homini lupus”. Il video Pensavo di essere un lupo (2006, 4’,13’’), vede la partecipazione attiva dell’artista stessa: Vasiljev realizza infatti una performance a Villa Capriglio, sulla collina torinese, durante la quale cucina in un recipiente industriale, da lei fabbricato, della carne, legata a frammenti delle sculture dei lupi realizzate in legno di alloro e di pruno; dopo averla consumata di fronte al pubblico, offre anche agli astanti la possibilità di consumare l’opera, e, per traslato, di mangiarne l’idea, l’essenza, quasi a suggerire un’identificazione catartica.
31
maggio 2007
Rewind
Dal 31 maggio al 21 luglio 2007
arte contemporanea
Location
GAS ART GALLERY
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15-20
Vernissage
31 Maggio 2007, ore 18.30-21
Autore