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Loper | Miller | Pellegrini
tripla personale
Comunicato stampa
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PATTE LOPER
L’artista statunitense, attraverso un uso sottile e sapiente della tecnica ad olio, evoca nelle sue opere visioni sospese nel tempo, popolate da animali ed elementi zoomorfi rappresentati in modo perfettamente realistico.
Le creature sono spesso riverse con lo sguardo assente, immerse in un quadro idilliaco nel quale si inseriscono elementi enigmatici ai limiti del surreale. La ricerca dell’artista è caratterizzata dal contrasto tra la muta spontaneità della natura e l’intervento invasivo e manipolativo dell’uomo, suggerito da singoli dettagli di rara pregnanza iconica.
Lo sguardo innocente di un cerbiatto ad esempio, quasi un simbolo del candore del creato, contrasta con l’atmosfera inquietante restituita da dettagli post-human fedelmente ricostruiti. Lo scenario fantastico tratteggiato dall'artista forza l'idillio uomo-natura per suggerire un nuovo dialogo di forte impatto visivo e di indubbia attualità.
Allontanandosi dalla retorica delle apocalissi annunciate, la Loper riflette lucidamente sulla possibilità della natura di riappropriarsi degli spazi sottratti dall'uomo. Senza risolvere i contrasti formali né indicare rassicuranti vie di fuga, le opere dell’artista spiazzano lo spettatore per il taglio onirico e la perfezione formale della rappresentazione.
MITCH MILLER
parte dalla rappresentazione delle grandi opere di trivellazione petrolifera e di esplorazione del sottosuolo per soffermarsi sull’intervento invasivo della tecnica sulla struttura arcaica del pianeta.
Su lunghi rotoli di carta tormentati da rapidi segni lo spettatore può osservare il dipanarsi di una lunga discesa nelle viscere della terra. Quella offerta da Miller pare una rilettura postmoderna del viaggio al centro della terra, dove la materia martoriata è ancora in grado di svelare meraviglie preistoriche, resti geologici che dialogano con i reperti dell'immaginario contemporaneo.
Sotto la mole degli stabilimenti industriali e delle trivelle Miller ci mostra un mondo sotterraneo fatto di animali e foreste pietrificate, dove è ancora possibile provare un senso di inquietante meraviglia.
Oltre alle opere su carta l’immaginario di Miller prende forma nella tecnica della resina colata, che contribuisce a sottrarre le scene al tempo catturandole come insetti nell’ambra.
La presenza umana, ridotta talvolta ad una piccola macchia di colore, contribuisce ad accrescere il senso di smarrimento di fronte alla techne. I macchinari appaiono spesso come strutture sovraumane intente ad esplorare i crateri di pianeti alieni.
STEFANIA PELLEGRINI
In un abile intreccio di rimandi e citazioni dell’immagionario pop, Stefania Pellegrini gioca a scommettere con lo spettatore sui temi dell’identità e della riconoscibilità di alcuni protagonisti dell’immaginario popolare.
Quali sono le caratteristiche di un personaggio in grado di renderlo immediatamente riconoscibile? Quali i caratteri distintivi che permettono di distinguere un’icona dal suo mero feticcio?
Nei suoi acrilici su tela la Pellegrini isola alcuni caratteri fisici propri di un personaggio (tratto dall’immaginario contemporaneo come dal mito) lasciando allo spettatore il compito di ricostruirne l’identità attraverso la memoria.
L’operazione dell’artista non vuole essere un semplice omaggio né un vuoto tributo all'idolo di turno. Per la Pellegrini il personaggio si deve cogliere nella sua assenza-presenza, facendolo emergere con forza attraverso le associazioni e i rimandi al più vasto immaginario collettivo.
L’artista statunitense, attraverso un uso sottile e sapiente della tecnica ad olio, evoca nelle sue opere visioni sospese nel tempo, popolate da animali ed elementi zoomorfi rappresentati in modo perfettamente realistico.
Le creature sono spesso riverse con lo sguardo assente, immerse in un quadro idilliaco nel quale si inseriscono elementi enigmatici ai limiti del surreale. La ricerca dell’artista è caratterizzata dal contrasto tra la muta spontaneità della natura e l’intervento invasivo e manipolativo dell’uomo, suggerito da singoli dettagli di rara pregnanza iconica.
Lo sguardo innocente di un cerbiatto ad esempio, quasi un simbolo del candore del creato, contrasta con l’atmosfera inquietante restituita da dettagli post-human fedelmente ricostruiti. Lo scenario fantastico tratteggiato dall'artista forza l'idillio uomo-natura per suggerire un nuovo dialogo di forte impatto visivo e di indubbia attualità.
Allontanandosi dalla retorica delle apocalissi annunciate, la Loper riflette lucidamente sulla possibilità della natura di riappropriarsi degli spazi sottratti dall'uomo. Senza risolvere i contrasti formali né indicare rassicuranti vie di fuga, le opere dell’artista spiazzano lo spettatore per il taglio onirico e la perfezione formale della rappresentazione.
MITCH MILLER
parte dalla rappresentazione delle grandi opere di trivellazione petrolifera e di esplorazione del sottosuolo per soffermarsi sull’intervento invasivo della tecnica sulla struttura arcaica del pianeta.
Su lunghi rotoli di carta tormentati da rapidi segni lo spettatore può osservare il dipanarsi di una lunga discesa nelle viscere della terra. Quella offerta da Miller pare una rilettura postmoderna del viaggio al centro della terra, dove la materia martoriata è ancora in grado di svelare meraviglie preistoriche, resti geologici che dialogano con i reperti dell'immaginario contemporaneo.
Sotto la mole degli stabilimenti industriali e delle trivelle Miller ci mostra un mondo sotterraneo fatto di animali e foreste pietrificate, dove è ancora possibile provare un senso di inquietante meraviglia.
Oltre alle opere su carta l’immaginario di Miller prende forma nella tecnica della resina colata, che contribuisce a sottrarre le scene al tempo catturandole come insetti nell’ambra.
La presenza umana, ridotta talvolta ad una piccola macchia di colore, contribuisce ad accrescere il senso di smarrimento di fronte alla techne. I macchinari appaiono spesso come strutture sovraumane intente ad esplorare i crateri di pianeti alieni.
STEFANIA PELLEGRINI
In un abile intreccio di rimandi e citazioni dell’immagionario pop, Stefania Pellegrini gioca a scommettere con lo spettatore sui temi dell’identità e della riconoscibilità di alcuni protagonisti dell’immaginario popolare.
Quali sono le caratteristiche di un personaggio in grado di renderlo immediatamente riconoscibile? Quali i caratteri distintivi che permettono di distinguere un’icona dal suo mero feticcio?
Nei suoi acrilici su tela la Pellegrini isola alcuni caratteri fisici propri di un personaggio (tratto dall’immaginario contemporaneo come dal mito) lasciando allo spettatore il compito di ricostruirne l’identità attraverso la memoria.
L’operazione dell’artista non vuole essere un semplice omaggio né un vuoto tributo all'idolo di turno. Per la Pellegrini il personaggio si deve cogliere nella sua assenza-presenza, facendolo emergere con forza attraverso le associazioni e i rimandi al più vasto immaginario collettivo.
22
maggio 2007
Loper | Miller | Pellegrini
Dal 22 maggio al 21 luglio 2007
arte contemporanea
Location
THE FLAT – MASSIMO CARASI
Milano, Via Paolo Frisi, 3, (Milano)
Milano, Via Paolo Frisi, 3, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 15.30 - 19.30 / festivi su appuntamento
Vernissage
22 Maggio 2007, ore 18.30
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