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Giorgio Turchetti – Mood Indigo
una selezione di opere (circa trenta) che egli ha realizzato nel corso della sua lunga carriera spesa tra Roma, la sua città natale, e l’isola di Corfù, la sua seconda patria
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano presenta un evento espositivo che intende documentare l’interessante produzione artistica di Giorgio Turchetti: si tratta di una selezione di opere (circa trenta) che egli ha realizzato nel corso della sua lunga carriera spesa tra Roma, la sua città natale, e l’isola di Corfù, la sua seconda patria.
Il titolo della mostra (dalla famosissima canzone jazz composta nel 1930 da Duke Ellington e replicata da tutti i grandi interpreti fino a diventare il simbolo indiscusso di tale genere musicale) introduce immediatamente nell’atmosfera raffinata e struggente della produzione artistica dell’autore: Giorgio Turchetti è stato da sempre innamorato del jazz, musica che è stata per lui la colonna sonora di interminabili sessioni lavorative nonchè compagna malinconica di tutta la sua carriera creativa.
Un bel catalogo dell’editore Artemide di Roma curato da Lorenzo Cantatore, con un contributo critico di Lea Mattarella e presentazione di Maria Selene Sconci, illustra in maniera puntuale tutti gli altri temi della ricca poetica dell’artista: da un lato la stretta relazione con i fatti della realtà sociale fino a conferire al proprio gesto pittorico valenza di denuncia politica e di affermazione di contenuti ideologici, dall’altro un impegno artistico interessato ai problemi della visione che viene analizzata e scandagliata fino all’ossessione. Anche il panorama urbano assume una particolare valenza comunicativa mediante il recupero della memoria ambientale, testimonianza della sopravvivenza di un mondo sotterraneo ed arcaico, favoloso e magico. Ancora la relazione tra la parola e l’immagine, la poesia e la pittura in cui il pittore si abbandona alla citazione poetica sul filo di libere associazioni figurative.
Il titolo della mostra (dalla famosissima canzone jazz composta nel 1930 da Duke Ellington e replicata da tutti i grandi interpreti fino a diventare il simbolo indiscusso di tale genere musicale) introduce immediatamente nell’atmosfera raffinata e struggente della produzione artistica dell’autore: Giorgio Turchetti è stato da sempre innamorato del jazz, musica che è stata per lui la colonna sonora di interminabili sessioni lavorative nonchè compagna malinconica di tutta la sua carriera creativa.
Un bel catalogo dell’editore Artemide di Roma curato da Lorenzo Cantatore, con un contributo critico di Lea Mattarella e presentazione di Maria Selene Sconci, illustra in maniera puntuale tutti gli altri temi della ricca poetica dell’artista: da un lato la stretta relazione con i fatti della realtà sociale fino a conferire al proprio gesto pittorico valenza di denuncia politica e di affermazione di contenuti ideologici, dall’altro un impegno artistico interessato ai problemi della visione che viene analizzata e scandagliata fino all’ossessione. Anche il panorama urbano assume una particolare valenza comunicativa mediante il recupero della memoria ambientale, testimonianza della sopravvivenza di un mondo sotterraneo ed arcaico, favoloso e magico. Ancora la relazione tra la parola e l’immagine, la poesia e la pittura in cui il pittore si abbandona alla citazione poetica sul filo di libere associazioni figurative.
10
maggio 2007
Giorgio Turchetti – Mood Indigo
Dal 10 maggio al 03 giugno 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO VENEZIA
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Orario di apertura
dalle 10 alle 19 tutti i giorni, chiuso il lunedì
Vernissage
10 Maggio 2007, ore 19
Editore
ARTEMIDE
Autore
Curatore