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Ciriaco Campus – Senza titolo + Magazzino
Videoinstallazione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra si divide in due parti:
La prima, "Senza titolo" nella parte superiore/piano terra della
galleria
La seconda, "Magazzino" nella parte inferiore/interrato della galleria
"Senza titolo": Gli spettatori che entrano nella galleria si trovano
di fronte ad uno sbarramento di controllo.
Accedono allo spazio espositivo uno alla volta attraverso un varco,
ripresi da un telecamera posizionata in alto
sulla parete. L'immagine di ogni spettatore viene ritrasmessa nel
monitor collocato a fianco della cinepresa non
in diretta ma in differita. In effetti ogni singola immagine della
ripresa "sparisce" per una quindicina di secondi prima di essere
trasmessa dal monitor. Perciò lo spettatore che entra non vede mai la
propria immagine bensì quella della persona o persone che lo hanno
preceduto.
La differita, in un sistema di controllo: uno spazio/tempo cioè, nel
quale l'immagine registrata sparisce e non si sa bene che cosa le
accade, è uno dei due elementi principali che costituiscono la
videoinstallazione "Senza titolo".
Una volta superato il "varco sorvegliato" lo spettatore si trova
all'interno della mostra vera e propria con
"l'opera esposta". Si tratta di un parallelepipedo/monolite in
cristallo opaco color blu notte scuro,
sul fronte del quale è visibile solamente lo schermo di un televisore
al plasma da 50 pollici.
Sullo schermo scorrono una dopo l'altra (salvo periodiche pause di
pochi secondi) una serie infinita di immagini (circa mille), che
vengono sistematicamente piegate e schiacciate, con l'animazione, da
una
pressa industriale anni '60.
Le immagini sono state scelte sulla base non solo dell'interesse
personale (anche se attorno a questo fanno perno) o di quello
specifico di una generazione, ma più in generale sulla base del
vissuto collettivo e più
precisamente del suo immaginario televisivo, essendo quasi tutte le
immagini il frutto di quella memoria. Questo "immaginario televisivo"
(al macero?), presente e muto, assieme alla pulizia asettica del
parallelepipedo fanno da contrappunto al rumore assordante della
pressa.
"Magazzino": La parte inferiore, interrato/magazzino, è inteso come il
deposito dello studio di Campus.
Le opere sono collocate sovrapposte le une alle altre, in parte
imballate. Alcune sono visibili appese alle pareti,
altre sono appoggiate a terra. Su un lato anche un tavolo per
imballare con carta e pluriboll.
Questa installazione attiva lo spettatore a discostare le opere
sovrapposte per poterle visionare, facendo venire meno l'atteggiamento
del "distacco" nel rapporto con l'opera - atteggiamento tipico messo
in atto nei luoghi deputati ad ospitare l'arte . In questo senso il
deposito/studio, collocato all'interno di una galleria, si trasforma
da luogo della produzione culturale in spazio commerciale di consumo.
"Senza titolo + Magazzino" prosegue la ricerca di Ciriaco Campus
sull'ibridazione tra i dispositivi dell'arte e i dispositivi della
comunicazione, lavorando in questo caso sugli innesti di immagini
pubbliche e private, pezzi di memoria collettiva e individuale che,
senza soluzione di continuità, formano il nostro habitat fisico e
mentale. Ibridazioni prive di vistose tracce della sutura, e che
coinvolgono la stessa galleria dove le varie dimensioni del
"controllo" da videosorveglianza, dell'immaginario televisivo, dello
studio d'artista e dello spazio commerciale, rivivono tutti una
simbiosi basata sulla prassi, quasi impercettibile, del "trapianto
senza rigetto" che, secondo l'artista, è l'aspetto più sottile dei
nostri processi culturali.
La prima, "Senza titolo" nella parte superiore/piano terra della
galleria
La seconda, "Magazzino" nella parte inferiore/interrato della galleria
"Senza titolo": Gli spettatori che entrano nella galleria si trovano
di fronte ad uno sbarramento di controllo.
Accedono allo spazio espositivo uno alla volta attraverso un varco,
ripresi da un telecamera posizionata in alto
sulla parete. L'immagine di ogni spettatore viene ritrasmessa nel
monitor collocato a fianco della cinepresa non
in diretta ma in differita. In effetti ogni singola immagine della
ripresa "sparisce" per una quindicina di secondi prima di essere
trasmessa dal monitor. Perciò lo spettatore che entra non vede mai la
propria immagine bensì quella della persona o persone che lo hanno
preceduto.
La differita, in un sistema di controllo: uno spazio/tempo cioè, nel
quale l'immagine registrata sparisce e non si sa bene che cosa le
accade, è uno dei due elementi principali che costituiscono la
videoinstallazione "Senza titolo".
Una volta superato il "varco sorvegliato" lo spettatore si trova
all'interno della mostra vera e propria con
"l'opera esposta". Si tratta di un parallelepipedo/monolite in
cristallo opaco color blu notte scuro,
sul fronte del quale è visibile solamente lo schermo di un televisore
al plasma da 50 pollici.
Sullo schermo scorrono una dopo l'altra (salvo periodiche pause di
pochi secondi) una serie infinita di immagini (circa mille), che
vengono sistematicamente piegate e schiacciate, con l'animazione, da
una
pressa industriale anni '60.
Le immagini sono state scelte sulla base non solo dell'interesse
personale (anche se attorno a questo fanno perno) o di quello
specifico di una generazione, ma più in generale sulla base del
vissuto collettivo e più
precisamente del suo immaginario televisivo, essendo quasi tutte le
immagini il frutto di quella memoria. Questo "immaginario televisivo"
(al macero?), presente e muto, assieme alla pulizia asettica del
parallelepipedo fanno da contrappunto al rumore assordante della
pressa.
"Magazzino": La parte inferiore, interrato/magazzino, è inteso come il
deposito dello studio di Campus.
Le opere sono collocate sovrapposte le une alle altre, in parte
imballate. Alcune sono visibili appese alle pareti,
altre sono appoggiate a terra. Su un lato anche un tavolo per
imballare con carta e pluriboll.
Questa installazione attiva lo spettatore a discostare le opere
sovrapposte per poterle visionare, facendo venire meno l'atteggiamento
del "distacco" nel rapporto con l'opera - atteggiamento tipico messo
in atto nei luoghi deputati ad ospitare l'arte . In questo senso il
deposito/studio, collocato all'interno di una galleria, si trasforma
da luogo della produzione culturale in spazio commerciale di consumo.
"Senza titolo + Magazzino" prosegue la ricerca di Ciriaco Campus
sull'ibridazione tra i dispositivi dell'arte e i dispositivi della
comunicazione, lavorando in questo caso sugli innesti di immagini
pubbliche e private, pezzi di memoria collettiva e individuale che,
senza soluzione di continuità, formano il nostro habitat fisico e
mentale. Ibridazioni prive di vistose tracce della sutura, e che
coinvolgono la stessa galleria dove le varie dimensioni del
"controllo" da videosorveglianza, dell'immaginario televisivo, dello
studio d'artista e dello spazio commerciale, rivivono tutti una
simbiosi basata sulla prassi, quasi impercettibile, del "trapianto
senza rigetto" che, secondo l'artista, è l'aspetto più sottile dei
nostri processi culturali.
17
maggio 2007
Ciriaco Campus – Senza titolo + Magazzino
Dal 17 maggio al 30 giugno 2007
arte contemporanea
Location
GIACOMO GUIDI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Corso Vittorio Emanuele Ii, 282/284, (Roma)
Roma, Corso Vittorio Emanuele Ii, 282/284, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 11-13 e 16-20
Vernissage
17 Maggio 2007, ore 19
Editore
GLI ORI
Autore
Curatore