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9 or 10 works I used to like, in no order
In un contesto storico in cui concetti il piu’ possibile astratti, specifici o complessi sono utilizzati per spiegare/giustificare la realizzazione di una mostra, questo progetto vuole sottolineare il valore del piacere personale in senso critico
Comunicato stampa
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In un contesto storico in cui concetti il piu' possibile astratti, specifici o complessi sono utilizzati per spiegare/giustificare la realizzazione di una mostra, questo progetto vuole sottolineare il valore del piacere personale in senso critico. Troppo spesso, infatti, questi due termini (enjoyment-piacere / critical - senso critico) tendono ad essere distinti, creando quasi due approcci distinti di guardare all'arte in senso teorico e curatoriale. Un altro aspetto del progetto è il voler riflettere sull'importanza degli strumenti di comunicazione di una mostra come, ad esempio, il titolo, l'invito, il catalogo a partire dalla loro influenza sulla ricezione del pubblico. Per questo motivo a tre degli artisti invitati (Stefan Brüggemann - Nicola Pecoraro - Izet Sheshivari) è stato chiesto di analizzare questi elementi come temi su cui lavorare per la mostra.
*Show title #269 by Stefan Brüggemann
Stefan Brüggemann: è il titolo
Sean Dack: Quando Manhattan sembra il Nevada
Simon Dybbroe Møller: Francois Morellet fatto svanire nel bianco
Jacob Dyrenforth: L’America delle pin up assassinate
Nicola Pecoraro: Ha impiegato il suo tempo libero per disegnare un invito diverso per ogni persona
Falke Pisano: Josef Albers trasformato in scultura
Frédéric Post: L’MDMA in un cielo stellato e un poster per un concerto semi-immaginario
Jeremy Shaw: Per citare Jeremy, “un video di un party casalingo nel 1995 quando volevamo tutto/Una canzone della nostra estate del 2002 quando avevamo dato troppo”
Izet Sheshivari: Ha realizzato 30 cataloghi per ogni artista trasformandoli in una scultura
Alexandre Singh: “The Economist” trasformato in luna
Meredyth Sparks: Gary Numan “modificato”
*Show title #269 by Stefan Brüggemann
Stefan Brüggemann: è il titolo
Sean Dack: Quando Manhattan sembra il Nevada
Simon Dybbroe Møller: Francois Morellet fatto svanire nel bianco
Jacob Dyrenforth: L’America delle pin up assassinate
Nicola Pecoraro: Ha impiegato il suo tempo libero per disegnare un invito diverso per ogni persona
Falke Pisano: Josef Albers trasformato in scultura
Frédéric Post: L’MDMA in un cielo stellato e un poster per un concerto semi-immaginario
Jeremy Shaw: Per citare Jeremy, “un video di un party casalingo nel 1995 quando volevamo tutto/Una canzone della nostra estate del 2002 quando avevamo dato troppo”
Izet Sheshivari: Ha realizzato 30 cataloghi per ogni artista trasformandoli in una scultura
Alexandre Singh: “The Economist” trasformato in luna
Meredyth Sparks: Gary Numan “modificato”
21
maggio 2007
9 or 10 works I used to like, in no order
Dal 21 maggio al 18 settembre 2007
arte contemporanea
Location
MONITOR
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Roma, Via Sforza Cesarini, 43a-44 , (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 20
Vernissage
21 Maggio 2007, ore 18.30
Autore
Curatore