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PierPaolo Koss
Koss ci offe la metafora di una bolla trasparente che conserva e mantiene inalterato il “meraviglioso” artificiale che è all’interno
Comunicato stampa
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Reduce da alcuni successi internazionali (nel mese di marzo è stato invitato alla 2^ Moscow Biennale of Contemporary Art, con i video New Eden1 e New Eden2, ed in contemporanea è stato designato co-curatore della Moscow Biennale of Contemporary Performing Arts), Koss ci offe la metafora di una bolla trasparente che conserva e mantiene inalterato il “meraviglioso” artificiale che è all’interno, isolandolo da ciò che al di fuori potrebbe corromperlo per presentare un corpus di opere raffinatissime che denunciano attraverso una selezione di lavori dall’eccezionale valore che parlano del corpo e dell’uomo partendo dall’ immagine di un Paese, la Corea del Nord, balzata agli onori mediatici mondiali qualche mese fa, a causa del ricatto atomico.
PierPaolo Koss ebbe l’occasione di recarvisi nel 1992, invitato come unico rappresentante italiano, ad un convegno sulle corpografie – scritture del corpo fra performance e arte – organizzato dal Consiglio Internazionale della Danza dell’Unesco di Parigi. Visitare la Corea del Nord, tutt’oggi, è difficilissimo; c’è un muro lungo 240 km, che separa questa bolla di terra dal resto del mondo e solo un paio di aerei la settimana che collegano la capitale Pyongyang con Pechino.
PierPaolo Koss, cullato dal clima irreale di questo viaggio, non si lasciò sfuggire l’occasione di raccogliere una selezione di immagini; ne nacquero due video: nel primo Pyongyang Pyongyang (23' 32", 1992) si vede un uomo intento ad esprimersi attraverso il magico linguaggio del corpo, nel tentativo di creare una connessione con l’ambiente circostante, deserto e supertecnologico. Megaliti svettanti, fatti di vetro e cemento, imponente espressione di ricchezza e potere, costruiscono un ambiente inospitale, freddo e vuoto, emulo di un capo dello stato che governa ancora dopo 13 anni dalla sua morte. Questa entità cementifera e diffusa si contrappone, alle poche persone che compaiono, fugaci come epifanie, marionette che dichiarano la loro perdita di identità; comparse a latere di una rappresentazione teatrale. É l’ambiente a possedere la chiave, parafrasando il volere divino di Kim Il Sung, che gestisce un popolo di uomini ridotti ad automi, non dissimili a colonie di formiche, necessari come pedine nel processo produttivo.
Solo Show, il titolo della mostra, rimanda al corpo unico che l’artista mette in scena attraverso se stesso, centuplicato esponenzialmente nella massa di persone senza volontà, riducibili all’unità, condizionate quotidianamente a celebrare la gloria di Kim. Il messaggio si completa nel secondo video, dal titolo Composizioni sommarie (15' 17", girato 1992, montaggio 2003), che mostra un caleidoscopio umano costituito da migliaia di minuscole comparse sorridenti e prive di identità, radunate nello stadio costruito per celebrare la gloria di Kim, performer involontari di una tragedia infinita che li tramuta in un corpo unico e politico, in un corpo estremo: un’immensa corpografia che non ha eguali al mondo. Il lavoro di Koss, correlato da una serie di still da video e fotografie più o meno elaborati, diviene così una sorta di taccuino di viaggio contemporaneo, che in 15 anni non ha perso un filo di attualità.
PierPaolo Koss ebbe l’occasione di recarvisi nel 1992, invitato come unico rappresentante italiano, ad un convegno sulle corpografie – scritture del corpo fra performance e arte – organizzato dal Consiglio Internazionale della Danza dell’Unesco di Parigi. Visitare la Corea del Nord, tutt’oggi, è difficilissimo; c’è un muro lungo 240 km, che separa questa bolla di terra dal resto del mondo e solo un paio di aerei la settimana che collegano la capitale Pyongyang con Pechino.
PierPaolo Koss, cullato dal clima irreale di questo viaggio, non si lasciò sfuggire l’occasione di raccogliere una selezione di immagini; ne nacquero due video: nel primo Pyongyang Pyongyang (23' 32", 1992) si vede un uomo intento ad esprimersi attraverso il magico linguaggio del corpo, nel tentativo di creare una connessione con l’ambiente circostante, deserto e supertecnologico. Megaliti svettanti, fatti di vetro e cemento, imponente espressione di ricchezza e potere, costruiscono un ambiente inospitale, freddo e vuoto, emulo di un capo dello stato che governa ancora dopo 13 anni dalla sua morte. Questa entità cementifera e diffusa si contrappone, alle poche persone che compaiono, fugaci come epifanie, marionette che dichiarano la loro perdita di identità; comparse a latere di una rappresentazione teatrale. É l’ambiente a possedere la chiave, parafrasando il volere divino di Kim Il Sung, che gestisce un popolo di uomini ridotti ad automi, non dissimili a colonie di formiche, necessari come pedine nel processo produttivo.
Solo Show, il titolo della mostra, rimanda al corpo unico che l’artista mette in scena attraverso se stesso, centuplicato esponenzialmente nella massa di persone senza volontà, riducibili all’unità, condizionate quotidianamente a celebrare la gloria di Kim. Il messaggio si completa nel secondo video, dal titolo Composizioni sommarie (15' 17", girato 1992, montaggio 2003), che mostra un caleidoscopio umano costituito da migliaia di minuscole comparse sorridenti e prive di identità, radunate nello stadio costruito per celebrare la gloria di Kim, performer involontari di una tragedia infinita che li tramuta in un corpo unico e politico, in un corpo estremo: un’immensa corpografia che non ha eguali al mondo. Il lavoro di Koss, correlato da una serie di still da video e fotografie più o meno elaborati, diviene così una sorta di taccuino di viaggio contemporaneo, che in 15 anni non ha perso un filo di attualità.
10
maggio 2007
PierPaolo Koss
Dal 10 maggio al 10 giugno 2007
arte contemporanea
Location
TOBE ARTSPACE
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 37, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 37, (Torino)
Orario di apertura
dal mart. al sab. 15,30-19
Vernissage
10 Maggio 2007, ore 19
Autore
Curatore