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Architetture del Bianco 1 – Isabelle Fordin
Nello spazio dell’Istituto Francese, immerso nell’oscurità, Isabelle Fordin propone le architetture di ambienti bianchi da scoprire e in cui entrare con una piccola luce per contribuire a rivelarne i valori plastici
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 10 maggio alle ore 18.00, presso l’Istituto Francese di Firenze verrà inaugurata la mostra Architetture del Bianco 1., con la presentazione di “La Chambre” di Isabelle Fordin. L’evento già invitato nella versione integrale con la partecipazione di Robert Cahen, Philippe Laleu nella programmazione della Notte Bianca romana 2006, è sostenuto dall’Istituto Francese di Firenze in collaborazione con la cattedra di Storia dell’arte Franco Speroni-Vittoria Biasi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Nello spazio dell’Istituto Francese, immerso nell’oscurità, Isabelle Fordin propone le architetture di ambienti bianchi da scoprire e in cui entrare con una piccola luce per contribuire a rivelarne i valori plastici. Si delinea il passaggio tra lo spazio interno ed esterno, caratterizzato da immateriali geometrie di suoni e scritture rituali in cui il bianco e il corpo enunciano la loro immanenza in un divenire che si affaccia e retrocede, ritorna in un dialogo perenne nel bianco e con il bianco.
Isabelle Fordin offre un viaggio tra le pieghe e i suoni del bianco, da ascoltare nell’esclusivo dialogo con se stesso. L’installazione è integrata al suono elaborato con il compositore inglese Mike Cooper: ogni immagine è accompagnata del suo proprio design sonore, un suono ambiente breath/heart nello spazio. La costruzione della mostra respira una filosofia barocca della linea tra l’invisibilità del visibile.
Isabelle Fordin propone immagini fotografiche stampate su tela e rielaborate, come spazio altro della precedente ambientazione bianca negli spazi di Rialto Santambrogio in Roma. Immersa tra le pieghe morbide, una sorta di ricordo dello stupore di Zola di fronte all’orgia di bianco dei grandi magazzini, la creatività di Isabelle Fordin crea spazi e ambienti esaltanti la segretezza del niveo colore, una storia solfeggiata in diverse fasi, in cui in rappresentazioni differenti l’idea dell’eterna rinascita. Il tessuto da paracadute, abbandonato nello spazio con i segni delle volute naturali, diafano, è assunto come simbologia della nuvola che separa il visibile e l’invisibile, il terrestre e il divino.
“Il bianco, successivo alla ricerca monocroma, scrive Vittoria Biasi, è lo spazio, la pausa, il passaggio della riorganizzazione, di chiaro rimando alla concezione filmica di Kieslowki e agli studi di Henri Meschonnic e di Carlo Ginzburg. Riflessioni deformate, frammentate su materiali specchianti di architetture contemporanee contribuiscono alla formazione di un visus e di una visione del bianco desideroso del corpo, della pelle, delle pulsioni, delle differenze”.
Nello spazio dell’Istituto Francese, immerso nell’oscurità, Isabelle Fordin propone le architetture di ambienti bianchi da scoprire e in cui entrare con una piccola luce per contribuire a rivelarne i valori plastici. Si delinea il passaggio tra lo spazio interno ed esterno, caratterizzato da immateriali geometrie di suoni e scritture rituali in cui il bianco e il corpo enunciano la loro immanenza in un divenire che si affaccia e retrocede, ritorna in un dialogo perenne nel bianco e con il bianco.
Isabelle Fordin offre un viaggio tra le pieghe e i suoni del bianco, da ascoltare nell’esclusivo dialogo con se stesso. L’installazione è integrata al suono elaborato con il compositore inglese Mike Cooper: ogni immagine è accompagnata del suo proprio design sonore, un suono ambiente breath/heart nello spazio. La costruzione della mostra respira una filosofia barocca della linea tra l’invisibilità del visibile.
Isabelle Fordin propone immagini fotografiche stampate su tela e rielaborate, come spazio altro della precedente ambientazione bianca negli spazi di Rialto Santambrogio in Roma. Immersa tra le pieghe morbide, una sorta di ricordo dello stupore di Zola di fronte all’orgia di bianco dei grandi magazzini, la creatività di Isabelle Fordin crea spazi e ambienti esaltanti la segretezza del niveo colore, una storia solfeggiata in diverse fasi, in cui in rappresentazioni differenti l’idea dell’eterna rinascita. Il tessuto da paracadute, abbandonato nello spazio con i segni delle volute naturali, diafano, è assunto come simbologia della nuvola che separa il visibile e l’invisibile, il terrestre e il divino.
“Il bianco, successivo alla ricerca monocroma, scrive Vittoria Biasi, è lo spazio, la pausa, il passaggio della riorganizzazione, di chiaro rimando alla concezione filmica di Kieslowki e agli studi di Henri Meschonnic e di Carlo Ginzburg. Riflessioni deformate, frammentate su materiali specchianti di architetture contemporanee contribuiscono alla formazione di un visus e di una visione del bianco desideroso del corpo, della pelle, delle pulsioni, delle differenze”.
10
maggio 2007
Architetture del Bianco 1 – Isabelle Fordin
Dal 10 maggio al 25 luglio 2007
arte contemporanea
Location
INSTITUT FRANCAIS DE FLORENCE
Firenze, Piazza D'ognissanti, 2, (Firenze)
Firenze, Piazza D'ognissanti, 2, (Firenze)
Orario di apertura
Lun 14.30/18.30 – mar/ven 10.00/18.30 – chiuso sabato e domenica
Vernissage
10 Maggio 2007, ore 18
Autore
Curatore
Una mostra eccezionale, originale.