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Gian Luigi Uboldi – Xilografie
inaugurazione della mostra e presentazione del volume: Trento Longaretti “In viaggio con l’Uboldi – parole e disegni di due amici”
Comunicato stampa
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PREFAZIONE
di Anna Caterina Bellati
Non è proprio un diario, eppure ne ha tutto il sapore. L’idea di questo volume è nata a un tavolo di ristorante a Bergamo Alta, davanti a un piatto di casoncelli e poi è continuata, sempre mangiando ma questa volta al mare, durante un mezzogiorno luminoso a Corniglia e si trattava, per la precisione, d’un vassoio immenso di spaghetti allo scoglio.
Mentre lavoravamo all’Antologica per i suoi novant’anni che avremmo allestito a Lecco, la città dove sono cresciuta e dove, fatto assai più importante, era nato nel 1910 l’amico comune Ennio Morlotti, un certo pomeriggio Trento ha sciorinato sul lungo tavolo del suo studio un considerevole numero di taccuini sfilacciati dal tempo. “Questi non li ha mai letti nessuno, nemmeno mia moglie. C’è dentro tutta la mia vita, o almeno tutto quello che mi è sembrato interessante ricordare”. Ne ha scelti due dal mucchio e li ha sfogliati quasi con tenerezza. “Anno 1936” e “Anno 1937”. “Qui dentro si parla di me ragazzo e di certi viaggi che ho fatto con un mio amico, Gigi Uboldi”. A quell’epoca Longaretti aveva vent’anni e una gran voglia di girare il mondo, se non altro quella parte di mondo raggiungibile con il potente mezzo che aveva a disposizione, la bicicletta. “Te li presto per qualche giorno, ha detto allungandomi i due faldoni ingialliti. Magari ci trovi qualche notizia utile alla mostra”. Tornando a Milano guardavo quei quadernetti sbilenchi sul sedile di fianco e mi prudevano le mani per la voglia di voltarne le pagine. Che grande segno di complicità lasciarmi curiosare nel passato... Quando ci ritrovammo, la settimana dopo, tra un boccone e l’altro ho buttato lì un progetto. Perché non sceglieva alcuni brani di quei diari di bordo per farne un libro?
“No, no, impossibile. Sono appunti di un giovane artista che scopre un pezzo del suo Paese, ma la scrittura è troppo semplice, persino ingenua. A chi potrebbero interessare?” Non ne parlammo più per un po’. Poi, durante un’altra visita allo studio, tra un giro di bozze e l’altro del catalogo, Trento aprì alcuni cassetti e ne tirò fuori dei fasci di disegni. “Questi li ho fatti durante quei viaggi con Uboldi, ti ricordi i diari...?” Dunque aveva accettato. Da allora abbiamo riparlato spesso del nostro piccolo libro e ogni volta si aggiungeva qualcosa. Prima i disegni, Paesaggi e Ritratti di personaggi incontrati lungo la via, poi annotazioni a margine aggiunte su alcune pagine a mo’ di spiegazione. Finché alle Cinqueterre abbiamo preso la decisione di accorpare al racconto del 1937 le testimonianze di guerra di tutti e due i protagonisti, Longaretti e Uboldi. “Per Gigi ci aiuteranno la moglie, Sandra e la figlia, Marina”. L’amicizia nata fra i due artisti nella giovinezza è continuata per tutta la vita, fino alla scomparsa di Uboldi nel giugno 2005. Durante la grande guerra non avevano combattuto sullo stesso fronte, ma in qualche modo erano vicini.
Trento in Albania e Gigi in Grecia. Si sono trovati disegni di entrambe di quel periodo terribile e qualche nota giornaliera. La prima e la seconda parte del volume hanno poco in comune se non il fatto che i protagonisti sono gli stessi e che la loro consonanza continuava idealmente, anche durante la separazione forzata del periodo bellico. È incredibile quante cose si scoprano quando si comincia a cercare con uno scopo preciso. Dal mucchio di cose scritte e disegni di questi due ragazzi che hanno attraversato insieme il Novecento, abbiamo scelto quei brani e quei lavori in cui si condensano sentimenti, impressioni, caratteri.
Ne è nato un racconto per immagini e parole che apre qualche spiraglio interessante sulla loro personalità e il loro percorso artistico. Non senza meraviglia, allegria o tristezza, a seconda dell’occasione.
Non va dimenticato che Longaretti e Uboldi si erano conosciuti a Brera, dove hanno frequentato il Liceo e l’Accademia dal 1931 al 1939, condividendo maestri ed esperienze. Il loro legame, rinforzato dal viaggio qui descritto, è continuato con vicende alterne fino a culminare in una preziosa collaborazione all’Accademia Carrara quando Longaretti, allora direttore, chiamò Uboldi a insegnare incisione. Hanno lavorato fianco a fianco e trascorso piacevoli pomeriggi sul lago, a Corenno Plinio rifugio di Uboldi, per oltre cinquant’anni.
Certi incontri valgono la strada.
Anna Caterina Bellati
BIOGRAFIA
Trento Longaretti
Trento Longaretti è nato a Treviglio (Bergamo) nel 1916. Compie gli studi artistici a Milano, dal 1931 al 1939, al liceo Artistico e all’Accademia di Brera dove gli è maestro Aldo Carpi. Compagni di studio di quegli anni sono fra gli altri Morlotti, Cassinari, Bergolli, Dobrzansky, Valenti, Cogorno e Kodra. Inizia a esporre nel 1936 ma gli eventi bellici che lo vedono in Slovenia, Sicilia e Albania, interrompono la sua attività, ripresa nel 1945 anche con affreschi, mosaici e vetrate in Italia e all’estero.
Nel 1953 vince il concorso nazionale per la cattedra di direttore e professore di pittura all’Accademia Carrara di Bergamo dove insegna per venticinque anni, fino al 1978, succedendo a Diotti, Tallone, Barbieri e Funi.
Allestisce mostre personali in tutto il mondo. Ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1942, 1948, 1950 e 1956; al Premio Bergamo del 1939, 1940 e 1959; al Premio del Fiorino del 1966 e 1969; alla Quadriennale di Roma del 1952 e a varie mostre di Arte Italiana all’estero.
Ha allestito in vari Paesi molte personali. Fra le Antologiche di iniziativa pubblica a lui dedicata a partire dagli anni Ottanta, vanno segnalate quelle allestite al Palazzo dei Diamanti di Ferrara; a Palazzo della Ragione di Bergamo; al Castello Sforzesco di Vigevano; alla Permanente di Milano e inoltre Antologiche di disegni e grafica al Centro San Fedele di Milano, a Piacenza e a Bergamo. Nel 1999 tiene un’importante Antologica alla Casa del Mantegna di Mantova e nello stesso anno gli viene dedicata una personale al Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra. Nel 2000 espone al Palazzo delle Stelline a Milano e nell’ex Convento di Santa Chiara nella Repubblica di San Marino. Nel 2001 al Museo Ebraico di Venezia e con “Una vita per la pittura” è presente alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino. Nel 2003 espone alla Villa Reale di Monza; in seguito a Treviglio al Museo Civico, nonché in occasione della Biennale a Venezia ai Magazzini del Sale. Il 2004 lo ha visto impegnato in varie Antologiche a Palermo, a Bergamo - Palazzo della Ragione e Praga. Cracovia lo accoglie nel 2005 all’Istituto Italiano di Cultura. Nel 2006, anno del suo novantesimo compleanno le esposizioni continuano senza interruzione a Lecco - Villa Manzoni, a Roma - Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, a Treviglio, a Bergamo e in Svizzera a Solothurn.
BIOGRAFIA
Gian Luigi Uboldi
Nato a Como nel 1915, Gian Luigi Uboldi insieme alll’amico Longarettii compie i suoi studi a Milano, dal 1931 al 1939, al liceo Artistico e all’Accademia di Brera. Da allora ha sempre svolto con continuità la sua attività di pittore e incisore, salvo l’interruzione del periodo bellico che lo vide combattente sul fronte greco-albanese. Fu un momento molto crudo per la sua sensibilità e sul quale è tornato più volte anche in tarda età con una serie di dipinti ispirati alle figure infreddolite di soldati, di pastori dolenti e personaggi bloccati in un gesto di attesa che le accomuna a molte figure dei suoi dipinti sacri, pastori in ascolto dell’annuncio dell’angelo o donne impietrite nel dolore sotto la croce. Ha vissuto e lavorato a Milano, pur mantenendo vivo il legame con il lago di Como, dove trascorreva le vacanze e i momenti liberi nel piccolo paese di Corenno Plinio. Il pensiero e il riferimento alla città della sua giovinezza sono sempre rimasti forti e mantenuti tali dall’amicizia con personaggi come Aldo Galli, Gianni Mantero e l’amico Longaretti. Ha costantemente esposto in mostre in Italia e all’estero ottenendo consensi e premi. Si è dedicato alla pittura di cavalletto, all’affresco, al mosaico, alla vetrata.
Xilografo e acquafortista, ha insegnato incisione presso l’Accademia Carrara di Bergamo dal 1960 al 1978. Il catalogo della sua opera annovera oltre ad alcune centinaia di oli e acquarelli, più di 1200 legni incisi, 313 dei quali sono ex-libris un genere che gli è stato molto congeniale, 123 acqueforti e 31 litografie. Sue opere sono collocate in Enti pubblici (in particolare si ricorda la Galleria d’Arte Sacra Contemporanea di Villa Clerici a Milano, la Civica Raccolta di Stampe “A. Bertarelli” di Milano, il Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma, il Museo di Ovar in Portogallo e il Museu de Arte di San Paolo in Brasile); in biblioteche (Biblioteche Civiche di: Appiano Gentile, Carpi, Como, Cusano Milanino, Latina, Milano, Saronno, Sassoferrato, Verona, Viseu in Portogallo); in Chiese della Lombardia, ad Assisi (raccolta di Incisioni della Galleria del “Cantico” di Assisi) e in Vaticano (Musei Vaticani, Galleria di Arte Religiosa Moderna). Per il Vaticano sotto il pontificato di Paolo VI ha inoltre illustrato il Canone Missae diversi messali e testi sacri di uso cerimoniale. Molti lavori di Uboldi sono ospitati in collezioni private.
Uboldi si spegne il 4 giugno 2005 nella sua casa di Corenno Plinio affacciata sul Lario.
di Anna Caterina Bellati
Non è proprio un diario, eppure ne ha tutto il sapore. L’idea di questo volume è nata a un tavolo di ristorante a Bergamo Alta, davanti a un piatto di casoncelli e poi è continuata, sempre mangiando ma questa volta al mare, durante un mezzogiorno luminoso a Corniglia e si trattava, per la precisione, d’un vassoio immenso di spaghetti allo scoglio.
Mentre lavoravamo all’Antologica per i suoi novant’anni che avremmo allestito a Lecco, la città dove sono cresciuta e dove, fatto assai più importante, era nato nel 1910 l’amico comune Ennio Morlotti, un certo pomeriggio Trento ha sciorinato sul lungo tavolo del suo studio un considerevole numero di taccuini sfilacciati dal tempo. “Questi non li ha mai letti nessuno, nemmeno mia moglie. C’è dentro tutta la mia vita, o almeno tutto quello che mi è sembrato interessante ricordare”. Ne ha scelti due dal mucchio e li ha sfogliati quasi con tenerezza. “Anno 1936” e “Anno 1937”. “Qui dentro si parla di me ragazzo e di certi viaggi che ho fatto con un mio amico, Gigi Uboldi”. A quell’epoca Longaretti aveva vent’anni e una gran voglia di girare il mondo, se non altro quella parte di mondo raggiungibile con il potente mezzo che aveva a disposizione, la bicicletta. “Te li presto per qualche giorno, ha detto allungandomi i due faldoni ingialliti. Magari ci trovi qualche notizia utile alla mostra”. Tornando a Milano guardavo quei quadernetti sbilenchi sul sedile di fianco e mi prudevano le mani per la voglia di voltarne le pagine. Che grande segno di complicità lasciarmi curiosare nel passato... Quando ci ritrovammo, la settimana dopo, tra un boccone e l’altro ho buttato lì un progetto. Perché non sceglieva alcuni brani di quei diari di bordo per farne un libro?
“No, no, impossibile. Sono appunti di un giovane artista che scopre un pezzo del suo Paese, ma la scrittura è troppo semplice, persino ingenua. A chi potrebbero interessare?” Non ne parlammo più per un po’. Poi, durante un’altra visita allo studio, tra un giro di bozze e l’altro del catalogo, Trento aprì alcuni cassetti e ne tirò fuori dei fasci di disegni. “Questi li ho fatti durante quei viaggi con Uboldi, ti ricordi i diari...?” Dunque aveva accettato. Da allora abbiamo riparlato spesso del nostro piccolo libro e ogni volta si aggiungeva qualcosa. Prima i disegni, Paesaggi e Ritratti di personaggi incontrati lungo la via, poi annotazioni a margine aggiunte su alcune pagine a mo’ di spiegazione. Finché alle Cinqueterre abbiamo preso la decisione di accorpare al racconto del 1937 le testimonianze di guerra di tutti e due i protagonisti, Longaretti e Uboldi. “Per Gigi ci aiuteranno la moglie, Sandra e la figlia, Marina”. L’amicizia nata fra i due artisti nella giovinezza è continuata per tutta la vita, fino alla scomparsa di Uboldi nel giugno 2005. Durante la grande guerra non avevano combattuto sullo stesso fronte, ma in qualche modo erano vicini.
Trento in Albania e Gigi in Grecia. Si sono trovati disegni di entrambe di quel periodo terribile e qualche nota giornaliera. La prima e la seconda parte del volume hanno poco in comune se non il fatto che i protagonisti sono gli stessi e che la loro consonanza continuava idealmente, anche durante la separazione forzata del periodo bellico. È incredibile quante cose si scoprano quando si comincia a cercare con uno scopo preciso. Dal mucchio di cose scritte e disegni di questi due ragazzi che hanno attraversato insieme il Novecento, abbiamo scelto quei brani e quei lavori in cui si condensano sentimenti, impressioni, caratteri.
Ne è nato un racconto per immagini e parole che apre qualche spiraglio interessante sulla loro personalità e il loro percorso artistico. Non senza meraviglia, allegria o tristezza, a seconda dell’occasione.
Non va dimenticato che Longaretti e Uboldi si erano conosciuti a Brera, dove hanno frequentato il Liceo e l’Accademia dal 1931 al 1939, condividendo maestri ed esperienze. Il loro legame, rinforzato dal viaggio qui descritto, è continuato con vicende alterne fino a culminare in una preziosa collaborazione all’Accademia Carrara quando Longaretti, allora direttore, chiamò Uboldi a insegnare incisione. Hanno lavorato fianco a fianco e trascorso piacevoli pomeriggi sul lago, a Corenno Plinio rifugio di Uboldi, per oltre cinquant’anni.
Certi incontri valgono la strada.
Anna Caterina Bellati
BIOGRAFIA
Trento Longaretti
Trento Longaretti è nato a Treviglio (Bergamo) nel 1916. Compie gli studi artistici a Milano, dal 1931 al 1939, al liceo Artistico e all’Accademia di Brera dove gli è maestro Aldo Carpi. Compagni di studio di quegli anni sono fra gli altri Morlotti, Cassinari, Bergolli, Dobrzansky, Valenti, Cogorno e Kodra. Inizia a esporre nel 1936 ma gli eventi bellici che lo vedono in Slovenia, Sicilia e Albania, interrompono la sua attività, ripresa nel 1945 anche con affreschi, mosaici e vetrate in Italia e all’estero.
Nel 1953 vince il concorso nazionale per la cattedra di direttore e professore di pittura all’Accademia Carrara di Bergamo dove insegna per venticinque anni, fino al 1978, succedendo a Diotti, Tallone, Barbieri e Funi.
Allestisce mostre personali in tutto il mondo. Ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1942, 1948, 1950 e 1956; al Premio Bergamo del 1939, 1940 e 1959; al Premio del Fiorino del 1966 e 1969; alla Quadriennale di Roma del 1952 e a varie mostre di Arte Italiana all’estero.
Ha allestito in vari Paesi molte personali. Fra le Antologiche di iniziativa pubblica a lui dedicata a partire dagli anni Ottanta, vanno segnalate quelle allestite al Palazzo dei Diamanti di Ferrara; a Palazzo della Ragione di Bergamo; al Castello Sforzesco di Vigevano; alla Permanente di Milano e inoltre Antologiche di disegni e grafica al Centro San Fedele di Milano, a Piacenza e a Bergamo. Nel 1999 tiene un’importante Antologica alla Casa del Mantegna di Mantova e nello stesso anno gli viene dedicata una personale al Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra. Nel 2000 espone al Palazzo delle Stelline a Milano e nell’ex Convento di Santa Chiara nella Repubblica di San Marino. Nel 2001 al Museo Ebraico di Venezia e con “Una vita per la pittura” è presente alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino. Nel 2003 espone alla Villa Reale di Monza; in seguito a Treviglio al Museo Civico, nonché in occasione della Biennale a Venezia ai Magazzini del Sale. Il 2004 lo ha visto impegnato in varie Antologiche a Palermo, a Bergamo - Palazzo della Ragione e Praga. Cracovia lo accoglie nel 2005 all’Istituto Italiano di Cultura. Nel 2006, anno del suo novantesimo compleanno le esposizioni continuano senza interruzione a Lecco - Villa Manzoni, a Roma - Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, a Treviglio, a Bergamo e in Svizzera a Solothurn.
BIOGRAFIA
Gian Luigi Uboldi
Nato a Como nel 1915, Gian Luigi Uboldi insieme alll’amico Longarettii compie i suoi studi a Milano, dal 1931 al 1939, al liceo Artistico e all’Accademia di Brera. Da allora ha sempre svolto con continuità la sua attività di pittore e incisore, salvo l’interruzione del periodo bellico che lo vide combattente sul fronte greco-albanese. Fu un momento molto crudo per la sua sensibilità e sul quale è tornato più volte anche in tarda età con una serie di dipinti ispirati alle figure infreddolite di soldati, di pastori dolenti e personaggi bloccati in un gesto di attesa che le accomuna a molte figure dei suoi dipinti sacri, pastori in ascolto dell’annuncio dell’angelo o donne impietrite nel dolore sotto la croce. Ha vissuto e lavorato a Milano, pur mantenendo vivo il legame con il lago di Como, dove trascorreva le vacanze e i momenti liberi nel piccolo paese di Corenno Plinio. Il pensiero e il riferimento alla città della sua giovinezza sono sempre rimasti forti e mantenuti tali dall’amicizia con personaggi come Aldo Galli, Gianni Mantero e l’amico Longaretti. Ha costantemente esposto in mostre in Italia e all’estero ottenendo consensi e premi. Si è dedicato alla pittura di cavalletto, all’affresco, al mosaico, alla vetrata.
Xilografo e acquafortista, ha insegnato incisione presso l’Accademia Carrara di Bergamo dal 1960 al 1978. Il catalogo della sua opera annovera oltre ad alcune centinaia di oli e acquarelli, più di 1200 legni incisi, 313 dei quali sono ex-libris un genere che gli è stato molto congeniale, 123 acqueforti e 31 litografie. Sue opere sono collocate in Enti pubblici (in particolare si ricorda la Galleria d’Arte Sacra Contemporanea di Villa Clerici a Milano, la Civica Raccolta di Stampe “A. Bertarelli” di Milano, il Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma, il Museo di Ovar in Portogallo e il Museu de Arte di San Paolo in Brasile); in biblioteche (Biblioteche Civiche di: Appiano Gentile, Carpi, Como, Cusano Milanino, Latina, Milano, Saronno, Sassoferrato, Verona, Viseu in Portogallo); in Chiese della Lombardia, ad Assisi (raccolta di Incisioni della Galleria del “Cantico” di Assisi) e in Vaticano (Musei Vaticani, Galleria di Arte Religiosa Moderna). Per il Vaticano sotto il pontificato di Paolo VI ha inoltre illustrato il Canone Missae diversi messali e testi sacri di uso cerimoniale. Molti lavori di Uboldi sono ospitati in collezioni private.
Uboldi si spegne il 4 giugno 2005 nella sua casa di Corenno Plinio affacciata sul Lario.
27
aprile 2007
Gian Luigi Uboldi – Xilografie
Dal 27 aprile al 17 maggio 2007
presentazione
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
ACCADEMIA CARRARA
Bergamo, Piazza Giacomo Carrara, 82, (Bergamo)
Bergamo, Piazza Giacomo Carrara, 82, (Bergamo)
Orario di apertura
mattino 10.00 - 12,00 / pomeriggio 14.30 - 17,30; chiuso lunedì
Vernissage
27 Aprile 2007, ore 18
Editore
BELLATI EDITORE
Autore