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52 Biennale. Padiglione azero
Gli artisti Azeri in mostra a Venezia appartengono a differenti generazioni dell’arte contemporanea
Comunicato stampa
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Gli artisti Azeri in mostra a Venezia appartengono a differenti generazioni dell’arte contemporanea. Il loro lavoro comprende una varietà di media e approcci visivi innovativi, e allo stesso tempo riflette i trend dominanti in Azerbaijan nel campo dell’arte contemporanea.
Uno di questi trend si risolve nella costante riflessione sul passato- un tentativo di riportare in luce antiche tradizioni e rituali; tale approccio è tipico di artisti il cui modo di vedere si è formato durante il periodo Sovietico. Rappresentato da Chingiz Babayev (il tappeto di frutti) e dagli artisti del “Labyrinth” group (performance col fuoco), questo approccio introduce i tradizionali temi etnici Azerbaijani della tessitura del tappeto e del culto del fuoco, all’interno di medium estremamente contemporanei come la land-art e la environmental sculpture. Questi artisti oscillano tra il dare un diretto messaggio sociale riguardante la situazione ambientale in Azerbaijan e l’utilizzare un linguaggio visuale fortemente contemplativo ed esoterico, una sorta di personalissimo rituale.
Gli artisti della più giovane generazione, che hanno cominciato a lavorare all’inizio del nuovo millennio mostrano un insolente, voluto distacco dal proprio passato e dall’eredità nazionale. Essi scelgono un linguaggio artistico più globale, una visione sviluppatasi nel periodo post- Sovietico, con l’Azerbaijan nazione indipendente – la cui società guarda verso un’integrazione globale. L’epoca della globalizzazione forza gli artisti ad adattarsi ad un nuovo linguaggio visivo transnazionale, e l’uso della moderna tecnologia spinge gli artisti lontano da qualsiasi manifestazione relativa alla loro provenienza nazionale, da qualsiasi manifestazione ‘esotica’.
Di conseguenza, la performance art di Ali Hasanov , il video di Rauf Khalilov, Tamilla Ibrahimova, Tora Aghabeyova, la fotografia di Rena Effendi e Orkhan Huseynov e i progetti multimediali di Elshan Ibrahimov, Faig Ahmed, Orkhan Huseynov, e Rashad Alakbarov si basano su un linguaggio visivo universale, che riflette l’attitudine degli artisti nei confronti della realtà in continuo movimento nella quale vivono. Il pubblico dell’arte globale sarà in grado di comprendere il lavoro di questi artisti senza il bisogno di specifiche referenze culturali all’Azerbaijan. Il processo di globalizzazione continua a cancellare i confini e le differenze culturali e a trattare problemi sociali che sono comuni a tutti: il terrorismo e la sicurezza globale, il potere dei mass media, l’alienazione, la mancanza di dialogo culturale, e il surplus dell’informazione. Questi sono i temi sui quali sono impegnati a ragionare gli artisti contemporanei Azeri e che comunicano in un linguaggio che è allo stesso tempo unico e universale.
Uno di questi trend si risolve nella costante riflessione sul passato- un tentativo di riportare in luce antiche tradizioni e rituali; tale approccio è tipico di artisti il cui modo di vedere si è formato durante il periodo Sovietico. Rappresentato da Chingiz Babayev (il tappeto di frutti) e dagli artisti del “Labyrinth” group (performance col fuoco), questo approccio introduce i tradizionali temi etnici Azerbaijani della tessitura del tappeto e del culto del fuoco, all’interno di medium estremamente contemporanei come la land-art e la environmental sculpture. Questi artisti oscillano tra il dare un diretto messaggio sociale riguardante la situazione ambientale in Azerbaijan e l’utilizzare un linguaggio visuale fortemente contemplativo ed esoterico, una sorta di personalissimo rituale.
Gli artisti della più giovane generazione, che hanno cominciato a lavorare all’inizio del nuovo millennio mostrano un insolente, voluto distacco dal proprio passato e dall’eredità nazionale. Essi scelgono un linguaggio artistico più globale, una visione sviluppatasi nel periodo post- Sovietico, con l’Azerbaijan nazione indipendente – la cui società guarda verso un’integrazione globale. L’epoca della globalizzazione forza gli artisti ad adattarsi ad un nuovo linguaggio visivo transnazionale, e l’uso della moderna tecnologia spinge gli artisti lontano da qualsiasi manifestazione relativa alla loro provenienza nazionale, da qualsiasi manifestazione ‘esotica’.
Di conseguenza, la performance art di Ali Hasanov , il video di Rauf Khalilov, Tamilla Ibrahimova, Tora Aghabeyova, la fotografia di Rena Effendi e Orkhan Huseynov e i progetti multimediali di Elshan Ibrahimov, Faig Ahmed, Orkhan Huseynov, e Rashad Alakbarov si basano su un linguaggio visivo universale, che riflette l’attitudine degli artisti nei confronti della realtà in continuo movimento nella quale vivono. Il pubblico dell’arte globale sarà in grado di comprendere il lavoro di questi artisti senza il bisogno di specifiche referenze culturali all’Azerbaijan. Il processo di globalizzazione continua a cancellare i confini e le differenze culturali e a trattare problemi sociali che sono comuni a tutti: il terrorismo e la sicurezza globale, il potere dei mass media, l’alienazione, la mancanza di dialogo culturale, e il surplus dell’informazione. Questi sono i temi sui quali sono impegnati a ragionare gli artisti contemporanei Azeri e che comunicano in un linguaggio che è allo stesso tempo unico e universale.
07
giugno 2007
52 Biennale. Padiglione azero
Dal 07 giugno al 30 settembre 2007
arte contemporanea
Location
CZ95 – CENTRO ZITELLE
Venezia, Località Giudecca, 95, (Venezia)
Venezia, Località Giudecca, 95, (Venezia)
Orario di apertura
11-19, chiuso il lunedì
Vernissage
7 Giugno 2007, ore 18
Sito web
www.nuovaicona.org
Autore
Curatore