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Andrea Botto – La stanza della memoria
luoghi e volti della Resistenza in Val Polcevera
Comunicato stampa
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Come molte zone in Italia, la provincia di Genova è stata più volte teatro di efferate ritorsioni ed esecuzioni sommarie sul finire della Seconda Guerra Mondiale, che hanno coinvolto militari e civili. La memoria drammatica di quei momenti è rimasta viva in quei luoghi anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, ma il tempo ne ha fatalmente appannato il ricordo nelle persone che non hanno vissuto quel periodo storico o nelle nuove generazioni, che troppo spesso non riescono a percepirne il vero significato.
Iniziative come le commemorazioni o le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione consentono a questi argomenti di tornare ad essere discussi e ricordati, nella consapevolezza che dagli errori del passato si possa e si debba, tutti, trarre lezione ed ammonimento.
Se è vero che non ci può essere futuro senza ricordare la propria storia, è anche vero che non c’è storia che non abbia in sé la capacità di guardare avanti.
Scopo del progetto è verificare come quegli avvenimenti così lontani abbiano influenzato, e continuino in parte a farlo, la vita di alcune comunità. Attraverso un’indagine sul campo, percorrendo oggi quegli stessi paesaggi, incontrando e fotografando i reduci ed i testimoni di quegli eventi, si analizzano, attualizzandoli, i segni lasciati nel tempo da quel triste periodo, raccontando un territorio ed una società profondamente cambiati, alla ricerca di una possibile “memoria” dei luoghi.
La zona presa in esame da questa prima esperienza di ricerca, voluta e promossa dall’Assessorato all’Istruzione della Provincia di Genova, con il patrocinio del Comune di Campomorone e la collaborazione dell’ANPI e dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza, riguarda i luoghi del rastrellamento ad opera delle milizie nazifasciste nell’Aprile del 1944 che portò ai tragici eccidi della “Benedicta”, Passo Mezzano, Isoverde ed in seguito Campomorone e Cravasco.
Il materiale così prodotto, fotografie e testimonianze, è stato raccolto in un volume, edito da Il Golfo nella collana Memorie, con la prefazione di Raimondo Ricci ed un contributo di Francesco Zanot, ed in una mostra allestita dal 18 aprile al 27 maggio 2007 negli spazi del Museo della Lanterna di Genova, che funzionerà come una vera e propria “macchina della memoria”, sfruttando il potere evocativo e coinvolgente della rappresentazione multimediale.
Un contributo importante all’analisi della nostra storia, attraverso l’esperienza artistica, strumento diverso ed inaspettato, non alternativo, ma semmai complementare agli studi ed alle ricerche degli storici, in cui tutti, non solo i diretti testimoni, si possano riconoscere e riflettere.
Iniziative come le commemorazioni o le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione consentono a questi argomenti di tornare ad essere discussi e ricordati, nella consapevolezza che dagli errori del passato si possa e si debba, tutti, trarre lezione ed ammonimento.
Se è vero che non ci può essere futuro senza ricordare la propria storia, è anche vero che non c’è storia che non abbia in sé la capacità di guardare avanti.
Scopo del progetto è verificare come quegli avvenimenti così lontani abbiano influenzato, e continuino in parte a farlo, la vita di alcune comunità. Attraverso un’indagine sul campo, percorrendo oggi quegli stessi paesaggi, incontrando e fotografando i reduci ed i testimoni di quegli eventi, si analizzano, attualizzandoli, i segni lasciati nel tempo da quel triste periodo, raccontando un territorio ed una società profondamente cambiati, alla ricerca di una possibile “memoria” dei luoghi.
La zona presa in esame da questa prima esperienza di ricerca, voluta e promossa dall’Assessorato all’Istruzione della Provincia di Genova, con il patrocinio del Comune di Campomorone e la collaborazione dell’ANPI e dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza, riguarda i luoghi del rastrellamento ad opera delle milizie nazifasciste nell’Aprile del 1944 che portò ai tragici eccidi della “Benedicta”, Passo Mezzano, Isoverde ed in seguito Campomorone e Cravasco.
Il materiale così prodotto, fotografie e testimonianze, è stato raccolto in un volume, edito da Il Golfo nella collana Memorie, con la prefazione di Raimondo Ricci ed un contributo di Francesco Zanot, ed in una mostra allestita dal 18 aprile al 27 maggio 2007 negli spazi del Museo della Lanterna di Genova, che funzionerà come una vera e propria “macchina della memoria”, sfruttando il potere evocativo e coinvolgente della rappresentazione multimediale.
Un contributo importante all’analisi della nostra storia, attraverso l’esperienza artistica, strumento diverso ed inaspettato, non alternativo, ma semmai complementare agli studi ed alle ricerche degli storici, in cui tutti, non solo i diretti testimoni, si possano riconoscere e riflettere.
18
aprile 2007
Andrea Botto – La stanza della memoria
Dal 18 aprile al 27 maggio 2007
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO DELLA LANTERNA
Genova, Via Alla Lanterna, (Genova)
Genova, Via Alla Lanterna, (Genova)
Orario di apertura
tutti i sabati, domenica e festivi dalle 10 alle 19, oppure infrasettimanalmente su prenotazione
Vernissage
18 Aprile 2007, ore 11
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