Dopo aver inaugurato la mostra di Andrea Papi, un secondo progetto,
anch’esso dichiaratamente ispirato dall’estetica di Francesca Woodman si
apre nello spazio AKA con le fotografie medio formato di Giulia Paparo,
classe ’87, che a soli vent’anni sembra già dominare la luce. La sequenza
di autoritratti scattata all’interno di un orto botanico, giardino
favoloso evoca un momento chiave nel quale sono maturate scelte importanti
che riguardano le ascendenze del suo linguaggio espressivo contaminate da
studi filosofici. Fortemente colpita dal catalogo della grande mostra che
Achille Bonito Oliva dedicò nel 2000 alla fotografa di Denver, Giulia
sceglie quale vivaio dei propri studi fotografici lo studio di una sorta
di malinconia vittoriana quale incipit della costruzione di un patrimonio
narrativo che qui si affaccia con le proprie istintive domande e risposte
verso un promettente futuro.
L'utilizzo quasi casuale di una ritrovata macchina Nectar 6x6 si allea
alla stampa su carta baritata in formato 30x30. La scelta del favoloso
giardino romano è il teatro di una sorta di performance aulica in cui la
figura della giovane artista sembra dissolversi.
Le immagini trascendono ogni riferimento temporale e scavalcano il
concetto di autoritratto pur praticandolo. Diventano pertanto una sorta di
indagine nella femminilità e nella poesia in senso piu’ lato, esprimono la
necessità di respirare poesia e ristabilire battiti consoni al proprio
ritmo interiore. Per questo motivo il panorama dentro cui si svolge questa
prima piccola ricerca è in grado di stabilire i canoni entro i quali
cercare un nuovo equilibrio tra luci e ombre, fuggire la velocità del
consumo di ogni gesto e ritrovare una disciplina mentale straordinaria, la
cui base è forgiata dalla natura. Un buon inizio.
Raffaella Guidobono

Giulia Paparo,nata a Roma, è iscritta al II anno della scuola Scienza e
Tecnica(Regione Lazio)sotto la guida preziosa di Leonardo Damiani e
frequenta la Facoltà di Filosofia alla Sapienza.