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La musa nova/La nona musa
Aspetti della ricerca fotografica contemporanea in Italia dopo le ricerche analitiche e concettuali
Comunicato stampa
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La mostra si propone come proseguimento ideale di una ricerca critica già avviata sul rapporto di continuità che si è evidenziato tra il lavoro di due generazioni di artisti italiani e che è stato oggetto di una precedente occasione espositiva.
Allora erano presenti artisti quali Richard Antohi, Franco Cannilla, Luigi Di Sarro, Rosa Foschi, Ettore Innocente, Renato Mambor, Luca Maria Patella, Sergio Pucci, della prima generazione, e Gea Casolaro, Carlo Maria Causati, Fabio Gasparri, Werther Germondari, Mauricio Lupini, Franco Mapelli, Emanuele Piccardo, della seconda. Tutti loro, durante il proprio percorso di ricerca attraverso tecniche e media diversi, dalla pittura alla scultura tradizionali, a matrici più concettuali, si sono confrontati con la fotografia e con le sue peculiarità specifiche: come abbiamo visto, questo avvicinamento era legato ad una sorta di ‘necessità’ di senso, di bisogno comunicativo che li distingueva anche dal settore più espressamente analitico e metalinguistico, da un linguaggio intransitivo e ‘chiuso’ (Kosuth). Ma soprattutto questi artisti hanno costituito le premesse per una ricerca che si distingueva, da una parte, da quel generale ritorno alla pittura più tradizionale e dalle seduzioni di una facile frequentazione dei linguaggi mediali, e dall’altra dalla piacevolezza e spesso dalla semplicità giocosa e spregiudicata che distingue ogni espressione non mediata da una matrice autoriflessiva e mentale.
Quindi anche dopo la stagione concettuale, la storia ci parla di molti artisti che hanno affiancato progressivamente la fotografia alle proprie indagini, tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta. Un percorso che va analizzato anche sotto una stessa prospettiva di continuità, a cui questa mostra vuole dare più ampio e specifico rilievo presentando esclusivamente le opere della seconda generazione degli artisti di cui parlavamo: in particolare quelle più recenti e proprio per questo più significative oggi in relazione ad uno specifico operare riflessivo e autocosciente.
L’interesse dunque, a costruire immagini, segni, oggetti che si confrontano ‘naturalmente’, per via della mediazione fotografica, con il mondo materiale, e da questo ricevono indirizzo, sostegno, guida sicura e certa su un orizzonte sempre più fluttuante di immagini e di segni impregiudicati quali quelli dello scenario mediale con cui siamo impegnati a convivere.
Allora erano presenti artisti quali Richard Antohi, Franco Cannilla, Luigi Di Sarro, Rosa Foschi, Ettore Innocente, Renato Mambor, Luca Maria Patella, Sergio Pucci, della prima generazione, e Gea Casolaro, Carlo Maria Causati, Fabio Gasparri, Werther Germondari, Mauricio Lupini, Franco Mapelli, Emanuele Piccardo, della seconda. Tutti loro, durante il proprio percorso di ricerca attraverso tecniche e media diversi, dalla pittura alla scultura tradizionali, a matrici più concettuali, si sono confrontati con la fotografia e con le sue peculiarità specifiche: come abbiamo visto, questo avvicinamento era legato ad una sorta di ‘necessità’ di senso, di bisogno comunicativo che li distingueva anche dal settore più espressamente analitico e metalinguistico, da un linguaggio intransitivo e ‘chiuso’ (Kosuth). Ma soprattutto questi artisti hanno costituito le premesse per una ricerca che si distingueva, da una parte, da quel generale ritorno alla pittura più tradizionale e dalle seduzioni di una facile frequentazione dei linguaggi mediali, e dall’altra dalla piacevolezza e spesso dalla semplicità giocosa e spregiudicata che distingue ogni espressione non mediata da una matrice autoriflessiva e mentale.
Quindi anche dopo la stagione concettuale, la storia ci parla di molti artisti che hanno affiancato progressivamente la fotografia alle proprie indagini, tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta. Un percorso che va analizzato anche sotto una stessa prospettiva di continuità, a cui questa mostra vuole dare più ampio e specifico rilievo presentando esclusivamente le opere della seconda generazione degli artisti di cui parlavamo: in particolare quelle più recenti e proprio per questo più significative oggi in relazione ad uno specifico operare riflessivo e autocosciente.
L’interesse dunque, a costruire immagini, segni, oggetti che si confrontano ‘naturalmente’, per via della mediazione fotografica, con il mondo materiale, e da questo ricevono indirizzo, sostegno, guida sicura e certa su un orizzonte sempre più fluttuante di immagini e di segni impregiudicati quali quelli dello scenario mediale con cui siamo impegnati a convivere.
08
maggio 2007
La musa nova/La nona musa
Dall'otto al 30 maggio 2007
fotografia
Location
CENTRO LUIGI DI SARRO
Roma, Via Paolo Emilio, 28, (Roma)
Roma, Via Paolo Emilio, 28, (Roma)
Orario di apertura
mar-sab 17.00-20.00
Vernissage
8 Maggio 2007, ore 19
Sito web
www.fotografiafestival.it
Autore
Curatore