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Jeff Ono / Jason McLean
La galleria Perugi Arte Contemporanea è lieta di presentare la doppia personale degli artisti Jeff Ono e Jason McLean
Comunicato stampa
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La galleria Perugi Arte Contemporanea è lieta di presentare la doppia personale degli artisti Jeff Ono e Jason McLean.
Le sculture di Jeff Ono si dispiegano nello spazio con grovigli di forme voluttuose, alternando il bianco e nero a tenui colori pastello. Sono espressione di un minimalismo mai freddo e impersonale ma capace di evocare la natura, il corpo umano, forme primordiali di vita terrestre ed extraterrestre.
Come Roy Neary nel capolavoro spielberghiano "Incontri ravvicinati del terzo tipo" Ono insegue le immagini suggerite dal suo inconscio per realizzare con materiali quotidiani (creta, nastro adesivo, cartone) sculture che sarebbe riduttivo definire "astratte"; semplicemente la sua figurazione (ma anche questo termine non rende giustizia del suo lavoro) si ispira a quegli aspetti meno evidenti - in qualche modo "occulti" - della realtà: la vita cellulare e quella degli abissi, il groviglio di organi racchiusi nel nostro corpo. Ma quel che affascina l'artista è soprattutto l'intersezione tra sistemi differenti, la metamorfosi intesa come passaggio da una forma all'altra, come "rottura" spesso violenta e improvvisa (riconosciuta nello starnuto, nel singhiozzo, nell'orgasmo, nell'infarto). Ono definisce il suo lavoro "una metonimia capace di descrivere il corpo".
Anche quella dei disegni di McLean non è certo un'astrazione in stile "hard edge". La presenza dell'illusione prospettica, sia pur interpretata in una maniera non accademica, allude allo spazio mentale in cui l'artista rielabora il flusso di informazioni che quotidianamente ci assedia.
Indicatori di direzione, grovigli di segni tracciati nervosamente, occhi, intestini e scritte in dissolvenza si espandono sulla carta con l'andamento di un rizoma. E' un riboccare di immagini simultanee. L'artista ha un forte senso del colore, della linea, del ritmo, che emerge nell'incrocio tra le iperboli tracciate da pennellate spesse e asciutte. E’ una pittura che sembra riproporre le istanze di alcune delle correnti più significative dell'arte americana del XX secolo. La scrittura convulsa, quasi "automatica" di McLean sembra fondere il surrealismo opulento e crudele di un Gorsky con l'ironia vivace dell'arte di strada. Dell'espressionismo astratto troviamo l’attrazione per la casualità, in particolare attraverso macchie, sbavature e forme incompiute l’artista suggerisce l'interdipendenza tra ordine e caos. Per un pittore è fin troppo facile nascondere i propri errori, McLean è interessato a mostrare la natura umana così come realmente è: con le sue "correzioni" lasciate lì da compiere e i suoi dilemmi irrisolti.
Luca Vona
Le sculture di Jeff Ono si dispiegano nello spazio con grovigli di forme voluttuose, alternando il bianco e nero a tenui colori pastello. Sono espressione di un minimalismo mai freddo e impersonale ma capace di evocare la natura, il corpo umano, forme primordiali di vita terrestre ed extraterrestre.
Come Roy Neary nel capolavoro spielberghiano "Incontri ravvicinati del terzo tipo" Ono insegue le immagini suggerite dal suo inconscio per realizzare con materiali quotidiani (creta, nastro adesivo, cartone) sculture che sarebbe riduttivo definire "astratte"; semplicemente la sua figurazione (ma anche questo termine non rende giustizia del suo lavoro) si ispira a quegli aspetti meno evidenti - in qualche modo "occulti" - della realtà: la vita cellulare e quella degli abissi, il groviglio di organi racchiusi nel nostro corpo. Ma quel che affascina l'artista è soprattutto l'intersezione tra sistemi differenti, la metamorfosi intesa come passaggio da una forma all'altra, come "rottura" spesso violenta e improvvisa (riconosciuta nello starnuto, nel singhiozzo, nell'orgasmo, nell'infarto). Ono definisce il suo lavoro "una metonimia capace di descrivere il corpo".
Anche quella dei disegni di McLean non è certo un'astrazione in stile "hard edge". La presenza dell'illusione prospettica, sia pur interpretata in una maniera non accademica, allude allo spazio mentale in cui l'artista rielabora il flusso di informazioni che quotidianamente ci assedia.
Indicatori di direzione, grovigli di segni tracciati nervosamente, occhi, intestini e scritte in dissolvenza si espandono sulla carta con l'andamento di un rizoma. E' un riboccare di immagini simultanee. L'artista ha un forte senso del colore, della linea, del ritmo, che emerge nell'incrocio tra le iperboli tracciate da pennellate spesse e asciutte. E’ una pittura che sembra riproporre le istanze di alcune delle correnti più significative dell'arte americana del XX secolo. La scrittura convulsa, quasi "automatica" di McLean sembra fondere il surrealismo opulento e crudele di un Gorsky con l'ironia vivace dell'arte di strada. Dell'espressionismo astratto troviamo l’attrazione per la casualità, in particolare attraverso macchie, sbavature e forme incompiute l’artista suggerisce l'interdipendenza tra ordine e caos. Per un pittore è fin troppo facile nascondere i propri errori, McLean è interessato a mostrare la natura umana così come realmente è: con le sue "correzioni" lasciate lì da compiere e i suoi dilemmi irrisolti.
Luca Vona
31
marzo 2007
Jeff Ono / Jason McLean
Dal 31 marzo al 22 maggio 2007
arte contemporanea
Location
PERUGI ARTE CONTEMPORANEA
Padova, Via Giordano Bruno, 24b, (Padova)
Padova, Via Giordano Bruno, 24b, (Padova)
Orario di apertura
monday - saturday 3.00 - 8.00 pm - mornings and holidays by appointment
Vernissage
31 Marzo 2007, ore 18,30
Autore
Curatore