Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il segno dell’arte
Disegni di figura nella collezione Certani alla Fondazione Giorgio Cini (1500-1750)
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 19 aprile alle ore 17.30 verrà inaugurata a Bologna, a Palazzo Saraceni, la mostra Il segno dell’arte. Disegni di figura nella collezione Certani alla Fondazione Giorgio Cini (1500 – 1750), organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con l’Associazione Francesco Francia e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
La mostra, a cura di Giuseppe Pavanello, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, presenta una selezione dei disegni di figura presenti nella collezione Certani della Fondazione Giorgio Cini databili a partire dall’inizio del secolo XVI fino alla metà di quello XVIII.
Ingresso libero.
La ricchezza del materiale grafico della collezione Certani, che appartiene alla Fondazione Cini di Venezia, comprendente disegni di figura e di paesaggio, studi architettonici e decorativi, bozzetti teatrali ed altro ancora testimonia il suo grande rilievo storico-artistico. A metterla insieme era stato l’eminente violoncellista e musicista bolognese Antonio Certani (1879-1952) con acquisizioni sul mercato antiquario locale tra le due guerre. A distanza di oltre mezzo secolo dalla sua scomparsa alcuni dei fogli più spettacolari tornano ad essere visibili a Bologna.
L’eccezionalità della raccolta è legata tuttavia alla presenza di esempi dei maggiori artisti emiliani attivi nei secoli d’oro di quella rinomata scuola. Proprio un prezioso nucleo di quel patrimonio, forte di centinaia di fogli, costituisce la maggiore attrazione della mostra.
L’esposizione si articola in due sezioni. La prima comprende ben 70 fogli dei maggiori esponenti della pittura emiliana tra Cinquecento e metà Settecento. La seconda raccoglie una selezione di 16 testi grafici realizzati da artisti chiamati a rappresentare autorevolmente diverse scuole pittoriche della penisola, da quella veneta a quella romana.
Tra i pezzi di maggiore interesse vanno ricordati, oltre alla primizia del San Sebastiano attribuito al maestro tardoquattrocentesco Nicoletto da Modena, due reperti del bolognese Bartolomeo Passerotti che rappresentano ad alto livello il secolo XVI. Per il momento aureo del Seicento si potranno vedere opere di pregio, come un disegno di Ludovico Carracci, alcuni studi di Guido Reni e di suoi contemporanei e seguaci, come Cantarini, Schedoni, Cavedone, Torri, Brizio, Pasinelli, Sirani. Spiccano quattro capolavori a gesso rosso e a penna del Guercino, tra i quali la nota Donna che allatta per l’affresco con Venere che allatta Amore sul camino di una camera di palazzo Pannini a Cento e la Testa di ragazzo con cappello di straordinaria freschezza esecutiva. Meno noti ma altrettanto rappresentativi della civiltà figurativa emiliana del Settecento gli autori di quel secolo presenti nella selezione esposta: oltre a una straordinaria scelta di ben 13 disegni di Donato Creti, vanno segnalati fogli di Rolli, Stringa, Dal Sole, Crespi, Bigari, Bertuzzi, Gionima. Tra i maestri che esulano dall’ambito bolognese ed emiliano verranno fatti conoscere esempi dei lombardi Polidoro da Caravaggio e Aurelio Luini, del veneziano Battista Franco, del veronese Marc’Antonio Bassetti, e testi di artisti centroitaliani del calibro di Poppi, Pollini, Balducci, Diamantini. A questi si aggiunge la rarità del disegno riferito allo scultore di origine fiamminga Giusto Le Court, presente in mostra con uno studio per una figura del Monumento Pesaro nella chiesa veneziana dei Frari.
La mostra, a cura di Giuseppe Pavanello, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, presenta una selezione dei disegni di figura presenti nella collezione Certani della Fondazione Giorgio Cini databili a partire dall’inizio del secolo XVI fino alla metà di quello XVIII.
Ingresso libero.
La ricchezza del materiale grafico della collezione Certani, che appartiene alla Fondazione Cini di Venezia, comprendente disegni di figura e di paesaggio, studi architettonici e decorativi, bozzetti teatrali ed altro ancora testimonia il suo grande rilievo storico-artistico. A metterla insieme era stato l’eminente violoncellista e musicista bolognese Antonio Certani (1879-1952) con acquisizioni sul mercato antiquario locale tra le due guerre. A distanza di oltre mezzo secolo dalla sua scomparsa alcuni dei fogli più spettacolari tornano ad essere visibili a Bologna.
L’eccezionalità della raccolta è legata tuttavia alla presenza di esempi dei maggiori artisti emiliani attivi nei secoli d’oro di quella rinomata scuola. Proprio un prezioso nucleo di quel patrimonio, forte di centinaia di fogli, costituisce la maggiore attrazione della mostra.
L’esposizione si articola in due sezioni. La prima comprende ben 70 fogli dei maggiori esponenti della pittura emiliana tra Cinquecento e metà Settecento. La seconda raccoglie una selezione di 16 testi grafici realizzati da artisti chiamati a rappresentare autorevolmente diverse scuole pittoriche della penisola, da quella veneta a quella romana.
Tra i pezzi di maggiore interesse vanno ricordati, oltre alla primizia del San Sebastiano attribuito al maestro tardoquattrocentesco Nicoletto da Modena, due reperti del bolognese Bartolomeo Passerotti che rappresentano ad alto livello il secolo XVI. Per il momento aureo del Seicento si potranno vedere opere di pregio, come un disegno di Ludovico Carracci, alcuni studi di Guido Reni e di suoi contemporanei e seguaci, come Cantarini, Schedoni, Cavedone, Torri, Brizio, Pasinelli, Sirani. Spiccano quattro capolavori a gesso rosso e a penna del Guercino, tra i quali la nota Donna che allatta per l’affresco con Venere che allatta Amore sul camino di una camera di palazzo Pannini a Cento e la Testa di ragazzo con cappello di straordinaria freschezza esecutiva. Meno noti ma altrettanto rappresentativi della civiltà figurativa emiliana del Settecento gli autori di quel secolo presenti nella selezione esposta: oltre a una straordinaria scelta di ben 13 disegni di Donato Creti, vanno segnalati fogli di Rolli, Stringa, Dal Sole, Crespi, Bigari, Bertuzzi, Gionima. Tra i maestri che esulano dall’ambito bolognese ed emiliano verranno fatti conoscere esempi dei lombardi Polidoro da Caravaggio e Aurelio Luini, del veneziano Battista Franco, del veronese Marc’Antonio Bassetti, e testi di artisti centroitaliani del calibro di Poppi, Pollini, Balducci, Diamantini. A questi si aggiunge la rarità del disegno riferito allo scultore di origine fiamminga Giusto Le Court, presente in mostra con uno studio per una figura del Monumento Pesaro nella chiesa veneziana dei Frari.
19
aprile 2007
Il segno dell’arte
Dal 19 aprile al 27 maggio 2007
arte antica
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
FONDAZIONE CARISBO – PALAZZO SARACENI
Bologna, Via Farini, 15, (Bologna)
Bologna, Via Farini, 15, (Bologna)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Vernissage
19 Aprile 2007, ore 17.30
Sito web
www.cini.it
Autore
Curatore