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Fernando Spano
Ricerca rigorosa che si muove spesso per assemblaggio di parti di materiali vicini allo scarto – comunque tracce di eventi, che si tratti di un lembo di stoffa bianca o di una busta stracciata col timbro postale intatto – o presi in prestito dalla natura
Comunicato stampa
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La Galleria Il Divano di George - Modena è lieta di invitarvi all'opening della mostra di Fernando Spano, che si terrà Sabato 10 Marzo 2007 dalle 18.00 alle 21.00 presso lo spazio di Via Bonacorsa 8/a.
Spesso i colori rubano la calda tonalità alla sua terra, il Salento, o virano nel seppia del ricordo, nel bianco-nero-grigio dei volti-icona di un recente passato oltremodo presente. Mai in Fernando Spano – classe 1965 - la citazione è fine a sé stessa o mero gioco di rimando. Diventa invece recupero della memoria, racconto, indispensabile connessione con la contemporanea ricerca sia pittorica sia plastica dell’artista.
Ricerca rigorosa che si muove spesso per assemblaggio di parti di materiali vicini allo scarto – comunque tracce di eventi, che si tratti di un lembo di stoffa bianca o di una busta stracciata col timbro postale intatto - o presi in prestito dalla natura. Una ricerca che azzera il supporto perché lo fagocita nell’opera, una simbiosi suggerita con forza dall’uso della resina che sì protegge, ma soprattutto avvolge, ingloba, plastifica senza scampo. Studio per un ospite: l’ospite è Joseph Beuys, l’artista-sciamano tedesco in fuga da qualsivoglia poetica estetizzante, colui per il quale conta il messaggio e non certo il mezzo - qualsiasi mezzo capiti nelle sue mani diventa perfetto per un impegno politico, morale, didattico – uno dei grandi del Novecento che ha espanso l’arte sino a farla coincidere con la vita.
Ma l’ospite è anche Pablo Picasso, Jackson Pollock, Lucio Fontana. E’ come se Fernando Spano li avesse conosciuti di persona, avesse loro stretto la mano soffermandosi su ogni piccola asperità o ruvidezza e ne avesse congelato il volto, l’espressione, la postura in un lungo muto colloquio. Spano cattura e rielabora l’essenza di un’icona tornata in vita e divenuta posa, ritratto. L’interesse per i personaggi e gli eventi della storia contemporanea, a volte, cede all’ossessione. Il suo è un linguaggio soprattutto simbolico che non rinnega una linea diretta con l’esperienza artistica degli anni Sessanta e Settanta, cui anzi riconosce un proprio debito da saldare con dedizione.
Spesso i colori rubano la calda tonalità alla sua terra, il Salento, o virano nel seppia del ricordo, nel bianco-nero-grigio dei volti-icona di un recente passato oltremodo presente. Mai in Fernando Spano – classe 1965 - la citazione è fine a sé stessa o mero gioco di rimando. Diventa invece recupero della memoria, racconto, indispensabile connessione con la contemporanea ricerca sia pittorica sia plastica dell’artista.
Ricerca rigorosa che si muove spesso per assemblaggio di parti di materiali vicini allo scarto – comunque tracce di eventi, che si tratti di un lembo di stoffa bianca o di una busta stracciata col timbro postale intatto - o presi in prestito dalla natura. Una ricerca che azzera il supporto perché lo fagocita nell’opera, una simbiosi suggerita con forza dall’uso della resina che sì protegge, ma soprattutto avvolge, ingloba, plastifica senza scampo. Studio per un ospite: l’ospite è Joseph Beuys, l’artista-sciamano tedesco in fuga da qualsivoglia poetica estetizzante, colui per il quale conta il messaggio e non certo il mezzo - qualsiasi mezzo capiti nelle sue mani diventa perfetto per un impegno politico, morale, didattico – uno dei grandi del Novecento che ha espanso l’arte sino a farla coincidere con la vita.
Ma l’ospite è anche Pablo Picasso, Jackson Pollock, Lucio Fontana. E’ come se Fernando Spano li avesse conosciuti di persona, avesse loro stretto la mano soffermandosi su ogni piccola asperità o ruvidezza e ne avesse congelato il volto, l’espressione, la postura in un lungo muto colloquio. Spano cattura e rielabora l’essenza di un’icona tornata in vita e divenuta posa, ritratto. L’interesse per i personaggi e gli eventi della storia contemporanea, a volte, cede all’ossessione. Il suo è un linguaggio soprattutto simbolico che non rinnega una linea diretta con l’esperienza artistica degli anni Sessanta e Settanta, cui anzi riconosce un proprio debito da saldare con dedizione.
10
marzo 2007
Fernando Spano
Dal 10 marzo al 10 aprile 2007
arte contemporanea
Location
IL DIVANO DI GEORGE
Modena, Via Bonacorsa, 8A, (Modena)
Modena, Via Bonacorsa, 8A, (Modena)
Vernissage
10 Marzo 2007, ore 18-21
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