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Marzia Gallinaro – Le ragazze sono asine/Girls are asses
mostra e performance
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una ricerca che gioca ironicamente con i significanti, procedendo
dall'incantamento e dalla seduzione attraverso un percorso che cerca
di costruire un’ architettura tra emozione e cognizione. Che vuole
ricomporre uno spazio emozionale e ideale (di idee), di riflessioni e
rappresentazioni.
Venti grandi lavori realizzati su carta da pacchi , leggeri e luminosi,
resi consistenti e parlanti grazie all'uso di colori particolarmente
forti e brillanti. Uguali eppure diversi nel raccontarci un
travestimento / metamorfosi che coglie, con esatta e perfida allegria,
il lato cangiante dei comportamenti.
di Simonetta Gorreri
Io credo che le cose più interessanti sulle opere di Marzia Gallinaro
le abbia
scritte lei stessa quando tenta di analizzare i suoi processi emotivi e
ciò
che la spinge verso alcune espressioni istintive, certamente non nate
dal
caso. Vorrei evitare, quindi, la solita posizione del critico d’arte
che si pone
“a specchio” davanti all’opera e poi con belle parole più o meno cerca
di
interpretarla.
Mi piace invece lasciarmi “investire” da quello che lei ha dipinto e
sentire sulla
mia pelle gli effetti prodotti dalle opere. Alcune parti di me
sanguinano e lo posso
constatare, altre restano libere, anzi hanno voglia di muoversi, di
reagire.
E’ già un impatto abbastanza forte. Infatti spesso molte opere di
giovani artisti
passano su di me senza lasciare alcuna traccia. Resto INDENNE.
Io credo che l’ambiguità giacente in ognuno di noi, la voglia di
ibridazione, di
trasformazione, molto spesso soffocata per ragioni sociali o di
convenienza,
nelle opere di Marzia esploda con una libertà giocosa e per niente
ripetitiva,
anzi in mille sfumature. E ciò che più mi attrae e mi respinge è quel
colore
rosso raggrumato su labbra - occhi - guance in un tentativo di
rianimazione
allo stesso tempo ironico e disperato (vedi i Cartoni Estremi). Si
tratta, quindi, di
un intervento post-chirurgico di chiara matrice psicologica ma vitale
nella sua
essenza. Insomma, prevale l’istinto di sopravvivenza animale, la
“specie” da
difendere, da elaborare in mille colorazioni.
Noi, NOI donne siamo forse cloni di qualcun altro o di qualcos’altro?
Oggi viviamo in un’epoca in cui la contaminazione è evidente.
Contaminazione
dei generi, delle diverse culture, dei mercati e dei modi di vivere.
Marzia rivela di
essere immersa in questa nuova realtà attraverso la ricerca della
doppia identità,
il riconoscersi-non riconoscersi che pervade le sue immagini.
Solo questo deve fare un artista: essere “rivelatore” del suo tempo,
trasmetterci
pulsioni e incongruenze, giocare con la storia che sarà scritta poi.
Se si guarda il percorso di “Le ragazze sono asine - Girls are Asses”
così
come è stato ideato, si vede che si passa da una serie di stazioni
pittoriche
alla performance “Asina s-posa” e poi a due installazioni: una
interattiva ancora
da realizzare e una sulle “bambolasine”. Anche i nomi della prima tappa
sono
accattivanti: Asina con pelliccia viola, Asina Sessosa, Asina Urlante,
Asinanera,
KalashnikAsina, una specie di divertissement portato a un eccesso
parossistico
per una definizione-non-definizione di questa donna–animale guardata
anche
con una certa tenerezza.
Nella performance dell’Asina S-Posa (il trattino di distacco è
significativo) è
sottolineata ancor più l’ambiguità con una forte critica al concetto di
istituzione,
ma anche un’attenzione alla figura ludica della donna. L’ossessiva
ripetizione
del nome “asina” e il suo doppio significato, abbinato alla parola
“girls”, non fa
che sottolineare le trasformazioni, anzi le “sacre positive
metamorfosi” come le
chiama l’artista stessa.
L’installazione interattiva, che a livello di ideazione mi sembra forse
la più
interessante, riguarda intensamente il rapporto corpo non-corpo e le
teste-asine
vengono quasi “indossate” nella percezione dello spazio circostante
attraverso
immagini proiettate da piccole telecamere.
Sembra così di entrare in una sequenza di stanze private dove si svolge
un
personalissimo rito, che ha un suo iter emotivo più che razionale e
dove colore
e sessualità, identità e dissacrazione rientrano in un percorso alla
fine poetico;
poesia intesa nel suo vero significato di andare all’ ESSENZA delle
cose.
Quindi una serie di porte che si aprono senza un vero accesso, una
trasmigrazione
del colore verso nuove forme di vita, attraverso il suo magma.
Quale sia poi lo sbocco di questa complessa esperienza ancora non si può
dire; resta comunque il racconto di un veridicità sconcertante,
l’andare oltre
le apparenze per scoprire il nuovo, il coraggio della deformazione
della realtà
quotidiana, il tentativo di trovare una nuova identità.
E’ stata un’esperienza molto particolare l’incontro-scontro con le
opere di
Marzia. Non mi farò medicare, è bene che le ferite prodotte dall’arte
guariscano
da sole, lasciando lievi ma significative tracce.
02
marzo 2007
Marzia Gallinaro – Le ragazze sono asine/Girls are asses
Dal 02 marzo al primo aprile 2007
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
GALLERIA SAMONA’
Padova, Via Roma, 56, (Padova)
Padova, Via Roma, 56, (Padova)
Orario di apertura
10.00-13.00 / 15.30-18.30, lunedì chiuso
Vernissage
2 Marzo 2007, ore 17.30
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