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In un anno un calo del turismo del 40 per cento, e non solo per i danni provocati alle strutture turistiche e ricettive né tantomeno per i danni subiti dai centri storici delle varie città d’arte, più o meno grandi della zona nord-est dell’Emilia Romagna, ma anche per una sorta di campagna di notizie che hanno affossato l’immagine dell’area geografica, diffuse soprattutto all’estero, per amplificare i danni reali del sisma alle opere e quelli “invisibili” all’attrattività. A rendere chiari i fatti è stata la stessa regione Emilia Romagna, che ha stanziato in queste ore un fondo di 300mila euro destinato alla città di Ferrara per far ricominciare, attraverso atti di comunicazione, informazione, accoglienza e promozione del valore turistico. Per farsi pubblicità insomma, per non cadere nella trappola dei territori che, danneggiati, non hanno più nulla da offrire ai visitatori. La Giunta Errani, come riportato anche dai giornali locali, ha parlato di “ingenti danni anche a causa della diffusione di notizie costruite per amplificare in modo macroscopico i danni reali subiti dalle strutture turistiche e la capacità ospitale dei territori interessati dal sisma”.
Da qui il drastico calo di quasi la metà di presenze, rilevato mettendo a confronto i dati dello stesso periodo di un anno prima. Una condizione che potrebbe rappresentare, secondo la Regione, “un forte rallentamento dello sviluppo e causare instabilità nell’ambito del sistema turistico regionale, con perdita delle condizioni necessarie per avviare investimenti aziendali e flessioni dei livelli occupazionali”.
Insomma il rilancio è necessario per assicurare non solo il futuro della cultura, ma anche la vita della Regione, non solo in fatto di Pil. La necessità è dunque quella di trovare la soluzione per tornare al più presto nelle normali condizioni di utenza, con il messaggio che non tutto è perduto, anzi, come ha ricordato anche Exibart con l’articolo “Effetto DOMiNUS” sull’attuale numero onpaper, dedicato all’economia culturale post-sisma e agli aiuti (non arrivati) al territorio dell’Oltrepo’ Mantovano, danneggiato anch’esso dal terremoto dell’Emilia, che ha visto a sua volta crollare l’indotto turistico.