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De Goya a Calero
La Reale Accademia di Spagna presenta in Italia 18 incisioni, appartenenti alla Calcografia Nacional, conosciute come Disparates (letteralmente “stravaganze”, ma nota come “proverbios” o “proverbi”) realizzati da Goya
Comunicato stampa
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La Reale Accademia di Spagna presenta in Italia 18 incisioni, appartenenti alla Calcografia Nacional, conosciute come Disparates (letteralmente “stravaganze”, ma nota come “proverbios” o “proverbi”) realizzati da Goya probabilmente tra il 1819 e il 1823, lo stesso periodo nel quale si dedicò alle “pitture nere”. Si tratta di una serie incompiuta e sulla quale ancora c’è un grande dibatitto tra gli studiosi per capirne il significato, ancora sconosciuto.
Il Comune di Fuendetodos (paese natale di Goya) chiese all’artista concettuale Ricardo Calero di lavorare sui Disparates per continuare nel presente la serie lasciata incompiuta circa duecento anni fa. Da questo studio e sperimentazione nascono le serie Disparates di Fuendetodos e le Incisioni di luce, opere che mescolano l’incisione, la fotografia e l’azione. Un lavoro sul territorio, metodologia abituale dell’artista, nel quale Calero è stato aiutato dagli agricoltori di Fuendetodos e dalla locale Guardia Civil (polizia statale).
I Disparates fu l’ultima grande collezione di incisioni che Goya lasciò. In totale si conoscono 22 matrici delle quali 18 appartengono alla Reale Accademia di Bellas Artes de San Fernando e 4 ad una collezione privata francese. Siamo di fronte alle opere più curate e delicate del genio spagnolo, realizzate senza improvvisazione nè correzioni. Tuttavia ci sono tre grande enigmi: la loro interpretazione, l’ordine seriale e il titolo della maggior parte di esse. Si conosce solo il titolo di tredici incisioni che Goya nominò utilizzando Disparate come prima parola, parola che ha dato il nome attuale all’intera collezione. La prima edizione del 1864, realizzata dall’Accademia de Bellas Artes di San Fernando, venne pubblicata con il titolo di Proverbi, perchè si pensava che le rappresentazioni fossero l’interpretazione di proverbi. Ma questo significato non è condiviso da quella parte degli studiosi che ritengono le incisioni scene del Carnevale.
Il difficile momento storico della Spagna del primo Ottocento unito all’età avanzata e alla malattia incisero profondamente sulla personalità di Goya, che si ritirò nella “Quinta del Sordo”, la sua casa di campagna, dove creò non solo i Disparates, ma anche le “pitture nere” che ne decoravano i muri.
Le creazioni di Ricardo Calero non ripetono le immagini di Goya, al contrario, egli rinuncia a qualsiasi “appropriazione figurativa”. Si reca a Fuendetodos e chiede aiuto per scavare un fosso dove mette un pezzo di carta con scritto: Natural de Fuendetodos (originario di Fuendetodos). Lasciò poi sul terreno numerosi pezzi di carta bianca fermati con dei sassi. Il tutto accompagnato da un’ immensa scritta all’orizzonte: GOYA. Calero, in questo modo, scatena un processo seminale che riprende la metafora di opera d’arte come seme.
In contrapposizione alla semina ci sono le opere create dall’artista utilizzando gli spari della Guardia Civil. In questo modo spinge il mondo onirico di Goya fino alla crudeltà della violenza contemporanea, rappresentata dall’impatto del proiettile sull’opera. Le pagine attraversate, i resti di polvere, disposte come una struttura di ripetizione minimalista, sono accompagnate da un certificato rilasciato dalla Guardia Civil che spiega il tipo di azione compiuta sotto richiesta di Calero. Questo “singolare” documento concettuale sottolinea il carattere di performance delle sue incisioni nelle quali si mescolano allegorie della vita ( la germinazione naturale) e della morte (la violenza della società).
La mostra curata da Fernando Castro Flórez è accompagnata da un catalogo di oltre 400 pagine con testi critici in edizione trilingue spagnolo-italiano-inglese.
Il Comune di Fuendetodos (paese natale di Goya) chiese all’artista concettuale Ricardo Calero di lavorare sui Disparates per continuare nel presente la serie lasciata incompiuta circa duecento anni fa. Da questo studio e sperimentazione nascono le serie Disparates di Fuendetodos e le Incisioni di luce, opere che mescolano l’incisione, la fotografia e l’azione. Un lavoro sul territorio, metodologia abituale dell’artista, nel quale Calero è stato aiutato dagli agricoltori di Fuendetodos e dalla locale Guardia Civil (polizia statale).
I Disparates fu l’ultima grande collezione di incisioni che Goya lasciò. In totale si conoscono 22 matrici delle quali 18 appartengono alla Reale Accademia di Bellas Artes de San Fernando e 4 ad una collezione privata francese. Siamo di fronte alle opere più curate e delicate del genio spagnolo, realizzate senza improvvisazione nè correzioni. Tuttavia ci sono tre grande enigmi: la loro interpretazione, l’ordine seriale e il titolo della maggior parte di esse. Si conosce solo il titolo di tredici incisioni che Goya nominò utilizzando Disparate come prima parola, parola che ha dato il nome attuale all’intera collezione. La prima edizione del 1864, realizzata dall’Accademia de Bellas Artes di San Fernando, venne pubblicata con il titolo di Proverbi, perchè si pensava che le rappresentazioni fossero l’interpretazione di proverbi. Ma questo significato non è condiviso da quella parte degli studiosi che ritengono le incisioni scene del Carnevale.
Il difficile momento storico della Spagna del primo Ottocento unito all’età avanzata e alla malattia incisero profondamente sulla personalità di Goya, che si ritirò nella “Quinta del Sordo”, la sua casa di campagna, dove creò non solo i Disparates, ma anche le “pitture nere” che ne decoravano i muri.
Le creazioni di Ricardo Calero non ripetono le immagini di Goya, al contrario, egli rinuncia a qualsiasi “appropriazione figurativa”. Si reca a Fuendetodos e chiede aiuto per scavare un fosso dove mette un pezzo di carta con scritto: Natural de Fuendetodos (originario di Fuendetodos). Lasciò poi sul terreno numerosi pezzi di carta bianca fermati con dei sassi. Il tutto accompagnato da un’ immensa scritta all’orizzonte: GOYA. Calero, in questo modo, scatena un processo seminale che riprende la metafora di opera d’arte come seme.
In contrapposizione alla semina ci sono le opere create dall’artista utilizzando gli spari della Guardia Civil. In questo modo spinge il mondo onirico di Goya fino alla crudeltà della violenza contemporanea, rappresentata dall’impatto del proiettile sull’opera. Le pagine attraversate, i resti di polvere, disposte come una struttura di ripetizione minimalista, sono accompagnate da un certificato rilasciato dalla Guardia Civil che spiega il tipo di azione compiuta sotto richiesta di Calero. Questo “singolare” documento concettuale sottolinea il carattere di performance delle sue incisioni nelle quali si mescolano allegorie della vita ( la germinazione naturale) e della morte (la violenza della società).
La mostra curata da Fernando Castro Flórez è accompagnata da un catalogo di oltre 400 pagine con testi critici in edizione trilingue spagnolo-italiano-inglese.
07
marzo 2007
De Goya a Calero
Dal 07 marzo al 20 aprile 2007
disegno e grafica
Location
REAL ACADEMIA DE ESPANA – ACCADEMIA REALE DI SPAGNA
Roma, Via Di San Pietro In Montorio, 3, (Roma)
Roma, Via Di San Pietro In Montorio, 3, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica, ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00
Vernissage
7 Marzo 2007, ore 18.30
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore