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Oscar Colombo – Weekend a Rostov
Protagonista del nuovo capitolo della saga, dal titolo Week end a Rostov, è un uomo dalle sembianze di lupo
Comunicato stampa
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Un colore denso e riflettente, attraente come lo zucchero filato, prende posto su grandi tele, connesse con un’urgenza che sembra dettata dall’espandersi emotivo della narrazione. Oscar Colombo usa la pittura alla maniera di un graffitista, riuscendo però a mantenere l’attenzione sull’aspetto introspettivo.
Protagonista del nuovo capitolo della saga, dal titolo Week end a Rostov, è un uomo dalle sembianze di lupo.
Homo homini lupus recita l’antico detto latino; qui l’umano si fa animale e la bestia si erge in posizione eretta, vestendo un abbigliamento normale e contemporaneo, tranquillizzante come solo un banale maglioncino a righe, riesce ad essere.
Su questa terra, o su altri mondi, l’uomo ha da secoli una fedele compagna, la paura
Edgar Allan Poe
Il lupo che si nasconde nell’uomo, l’uomo che si traveste da lupo, sembra alimentato nella propria trasformazione mostruosa dalla scenografia.
«Leggendo la biografia di Andrei Cikatilo, il mostro di Rostov – dice Oscar Colombo – sono rimasto attratto dal bosco. Il mio lavoro parte da questo, un luogo che assume il ruolo di situazione e cambia le prospettive; ambiente tipico della favola, che agisce sull’individuo in senso mostruoso, rafforzando le azioni ed i pensieri di chi, naturalmente, si sente fisicamente impotente».
Andrei Cikatilo, uno dei mostri più terribili della storia, uccise brutalmente altri individui, in uno scenario di miseria e carestia, principale responsabile della creazione del mostro. Egli stesso vittima, racconta che a 6 anni fu testimone della morte del fratello maggiore, ucciso e mangiato da una folla affamata, in una terra straziata dalla carestia, dove testimonianze non accertate volevano il cannibalismo come limite di sopravvivenza.
La favola reale del mostro di Rostov insegna ai bambini a non fidarsi degli sconosciuti. Il pittore moltiplica il corpo dell’assassino sulla tela per rendere tangibile l’impossibilità di fuga; perché si tratterebbe di fuggire da se stessi, dalle proprie ossessioni. Chi è la vera vittima? Al bando la retorica e i luoghi comuni.
La narrazione si snoda attraverso le 5 tele che si stagliano nel candore immacolato della galleria, concentrando il momento di massima tensione, nell’installazione al centro della stanza, che ha il ruolo di agevolare il transfert. Il cortocircuito causato dalla dissonanza fra la natura affettuosa di forme e colori e l’orrore per quanto sta per accadere, fa parte dei mezzi utilizzati dall’artista per dire la sua sul mondo.
Nello stesso bosco, l’individuo - impotente nel quotidiano - ritrova un’identità che lo soddisfa, indossando la maschera del predatore.
L’interesse di Oscar per colui che uccise più di 50 persone, violentandole e mutilandole a morsi, comincia dal bosco, metafora che assume la fisionomia di un’infanzia impervia e rinsecchita, avvolgente come la notte, dove è impossibile non perdersi.
Viviana Siviero
Oscar Colombo è nato a Cagliari nel 1978. Vive e lavora a Genova
Principali mostre
2006:”untitle” biennale di Sofia (Bulgaria)
2005:Camerachiara-cameraoscura (collettiva), a cura di Anna D’Agostino e Viviana Siviero, Bologna Flash Art Show.
Fedor da solo nella Hall dell’Hotel Paradise, Passo Blu, Spazio d’Arte d’Avanguardia, Genova.
Roberta vs mutabonmite, a cura di Massimo Palazzi, Galleria Studio 44, Genova.
2004: Piaceri pagati in viali alberati, Passo Blu_Spazio d’Arte d’Avanguardia, Genova
2003: Sakurambo, spettacolo teatrale, compagnia le Zerbe, Teatro della Tosse, Genova
2002: Il cerca foglie-voglie, Spazio Zebra, Genova.
2001: Colazione da Oscar, Performance itinerante, Genova, Londra, Roma.
Protagonista del nuovo capitolo della saga, dal titolo Week end a Rostov, è un uomo dalle sembianze di lupo.
Homo homini lupus recita l’antico detto latino; qui l’umano si fa animale e la bestia si erge in posizione eretta, vestendo un abbigliamento normale e contemporaneo, tranquillizzante come solo un banale maglioncino a righe, riesce ad essere.
Su questa terra, o su altri mondi, l’uomo ha da secoli una fedele compagna, la paura
Edgar Allan Poe
Il lupo che si nasconde nell’uomo, l’uomo che si traveste da lupo, sembra alimentato nella propria trasformazione mostruosa dalla scenografia.
«Leggendo la biografia di Andrei Cikatilo, il mostro di Rostov – dice Oscar Colombo – sono rimasto attratto dal bosco. Il mio lavoro parte da questo, un luogo che assume il ruolo di situazione e cambia le prospettive; ambiente tipico della favola, che agisce sull’individuo in senso mostruoso, rafforzando le azioni ed i pensieri di chi, naturalmente, si sente fisicamente impotente».
Andrei Cikatilo, uno dei mostri più terribili della storia, uccise brutalmente altri individui, in uno scenario di miseria e carestia, principale responsabile della creazione del mostro. Egli stesso vittima, racconta che a 6 anni fu testimone della morte del fratello maggiore, ucciso e mangiato da una folla affamata, in una terra straziata dalla carestia, dove testimonianze non accertate volevano il cannibalismo come limite di sopravvivenza.
La favola reale del mostro di Rostov insegna ai bambini a non fidarsi degli sconosciuti. Il pittore moltiplica il corpo dell’assassino sulla tela per rendere tangibile l’impossibilità di fuga; perché si tratterebbe di fuggire da se stessi, dalle proprie ossessioni. Chi è la vera vittima? Al bando la retorica e i luoghi comuni.
La narrazione si snoda attraverso le 5 tele che si stagliano nel candore immacolato della galleria, concentrando il momento di massima tensione, nell’installazione al centro della stanza, che ha il ruolo di agevolare il transfert. Il cortocircuito causato dalla dissonanza fra la natura affettuosa di forme e colori e l’orrore per quanto sta per accadere, fa parte dei mezzi utilizzati dall’artista per dire la sua sul mondo.
Nello stesso bosco, l’individuo - impotente nel quotidiano - ritrova un’identità che lo soddisfa, indossando la maschera del predatore.
L’interesse di Oscar per colui che uccise più di 50 persone, violentandole e mutilandole a morsi, comincia dal bosco, metafora che assume la fisionomia di un’infanzia impervia e rinsecchita, avvolgente come la notte, dove è impossibile non perdersi.
Viviana Siviero
Oscar Colombo è nato a Cagliari nel 1978. Vive e lavora a Genova
Principali mostre
2006:”untitle” biennale di Sofia (Bulgaria)
2005:Camerachiara-cameraoscura (collettiva), a cura di Anna D’Agostino e Viviana Siviero, Bologna Flash Art Show.
Fedor da solo nella Hall dell’Hotel Paradise, Passo Blu, Spazio d’Arte d’Avanguardia, Genova.
Roberta vs mutabonmite, a cura di Massimo Palazzi, Galleria Studio 44, Genova.
2004: Piaceri pagati in viali alberati, Passo Blu_Spazio d’Arte d’Avanguardia, Genova
2003: Sakurambo, spettacolo teatrale, compagnia le Zerbe, Teatro della Tosse, Genova
2002: Il cerca foglie-voglie, Spazio Zebra, Genova.
2001: Colazione da Oscar, Performance itinerante, Genova, Londra, Roma.
08
febbraio 2007
Oscar Colombo – Weekend a Rostov
Dall'otto febbraio al 10 marzo 2007
arte contemporanea
Location
TOBE ARTSPACE
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 37, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 37, (Torino)
Orario di apertura
dal mart. al sab. 15,30-19
Vernissage
8 Febbraio 2007, ore 19
Autore
Curatore