Gianfranco Galante ha iniziato la sua attività nella metà degli anni cinquanta con esperienze che vanno dalla grafica all’affresco e all’insegnamento di tutte le tecniche pittoriche. Dalla presentazione di Mario Pepe ho estratto: “….Galante ha trovato la dimensione figurativa entro la quale collocare i suoi viaggi immaginari, la sua visione del mondo oscillante tra la partecipazione appassionata e l’ironia, tra il coinvolgimento alle vicende umane e l’evasione nel sogno … con temi desunti .... da Calvino.

Se a tutto ciò si aggiunge la singolare capacità dell’artista di esprimersi in modo rigoroso mediante il disegno, inteso come punto di partenza per ogni esperienza figurativa, si avvertirà meglio il significato e il valore della sua arte. E una gradita ma inattesa conferma viene dalle opere presentate in questa “personale” nelle quali è trattato il tema della battaglia: vista come un gioco incruento, essa è così intesa a smitizzare la violenza che contiene per la sua inquietante presenza nella storia.”

“La battaglia è un frammento di guerra, la sottolineatura della sciocchezza umana dove l’uomo espone la sua peggiore indole prima di una pace che prelude alla prossima guerra”, cosi Galante definisce il tema della sua mostra.