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Nino Parisi – Sculture Polimorfiche
sculture
Comunicato stampa
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LE SCULTURE POLIMORFICHE DI NINO PARISI
....Nino Parisi ha in corpo lo spirito della lucertola: asciutto e vivo, piccolo e guizzante, dall’occhio attento e indagatore, questo artista primitivo e spontaneo affida alla sua fertile intuizione ogni opera, ogni espressione della sua creatività, che ora si aggroviglia in un turbinio di forme ora si distende in una visione volumetrica di assoluta sintesi.
Nino è arrivato tardi alla scultura o meglio è la scultura che si è presentata tardi a lui, tanto è stato urgente e naturale lo sposalizio fra artista e opera; le sculture sono dentro la pietra e il legno, aspettano solo di essere portate fuori.
Ma vediamo più in profondità di che cosa si tratta. Nino Parisi lavora indifferentemente la pietra e il legno, ogni tipo di pietra e ogni tipo di legno. Più dura è la materia più ardua e affascinante si fa la sfida. Quindi pietra calcarea e arenaria cementate, le più compatte e dure, stalattiti e stalagmiti trovate nelle grotte, marmi e basalti, persino selci o frantumi di vasi d’argilla, manici di terracotta, ciottoli di fiume e umilissime pietre di campagna. E legni di ulivo, di mandorlo, di noce, radici e spuntoni, tutto quello che si trova ma che possieda in nuce una qualsiasi forma antropomorfa, un rimando a un particolare realistico, una citazione specifica.
Parisi scolpisce e taglia, leviga e incide, smussa e svuota fino a che la sua forza creatrice gli consente di vedere volti e corpi e animali, fino a che reputa di aver estratto da quel masso ogni possibile espressione e ogni spirito trattenuto. Egli sa, capisce fin dove può arrivare, senza cadere nella retorica del virtuosismo, e senza ridondare nella ricerca esasperata; ma sa anche estrarre forme pure ed essenziali dai ceppi di legno, levigarli e lucidarli come oreficerie preziose fino a darci degli esiti formali di suggestiva bellezza e di buon valore artistico. Ne è testimonianza tutta la serie degli animali in legno di ulivo.
C’è una ricchezza polimorfica nelle sculture di Parisi che evidenzia una sfrenata fantasia e uno spiccato senso della ricerca formale; ogni opera vive di molti visi, di chissà quanti corpi di animali aggrovigliati (serpenti, lucentole, uccelli, cani, tartarughe ecc.) di percorsi formali strani e tortuosi che avvolgono l’intera opera, in tutti i suoi lati, fino a creare non solo il tutto tondo ma una plurivocità di espressioni che hanno la forza e la sintesi di un totem. Queste figure strane, dai nasi adunchi e dagli occhi spiritati, rimandano al mondo delle fiabe, alle foreste incantate e aggrovigliate, ai templi orientali, alle maschere apotropaiche, a quel mondo simbolico che rappresenta la dimensione religiosa e rituale di carattere primitivo. E sarebbe interessante capire non solo i percorsi artistici e creativi che Parisi intraprende quando è davanti a una pietra amorfa ma anche gli stimoli che gli salgono dal suo mondo onirico e subconscio, dalle regioni più profonde della sua fantasia, poiché è da lì che giungono queste rappresentazioni simboliche di noi stessi, delle nostre paure e dei nostri incubi, della complessa e tortuosa dimensione della nostra inquietudine.
Alla fine non interessa più da dove sia stata tratta l’opera o perché abbia avuto quell’esito specifico; alla fine l’opera va accolta e valutata nella sua immagine totale, e anche ciò che ancora conserva della originaria pietra va ad aggiungersi all’originalità dell’opera, a quel tutt’uno che è la creazione.
Scultore originale e istintivo è dunque Nino Parisi, fuori da ogni scuola, dotato di una tecnica varia e poliedrica, suscitatore di immagini che non di rado sconfinano nel simbolo e nella maschera, liberatore delle tante anime che sono nella materia, in un continuo incessante atto di creazione delle forme e dello spirito che sono in tutte le cose.
Nino Parisi, è nato a Pachino (SR) nel 1942 ma da molti anni vive e opera a Floridia, nella sua casa-studio di contrada Muraglia di Miele.
Sue opere sono apparse in diversi cataloghi d’arte e sono state esposte in numerose mostre collettive.
....Nino Parisi ha in corpo lo spirito della lucertola: asciutto e vivo, piccolo e guizzante, dall’occhio attento e indagatore, questo artista primitivo e spontaneo affida alla sua fertile intuizione ogni opera, ogni espressione della sua creatività, che ora si aggroviglia in un turbinio di forme ora si distende in una visione volumetrica di assoluta sintesi.
Nino è arrivato tardi alla scultura o meglio è la scultura che si è presentata tardi a lui, tanto è stato urgente e naturale lo sposalizio fra artista e opera; le sculture sono dentro la pietra e il legno, aspettano solo di essere portate fuori.
Ma vediamo più in profondità di che cosa si tratta. Nino Parisi lavora indifferentemente la pietra e il legno, ogni tipo di pietra e ogni tipo di legno. Più dura è la materia più ardua e affascinante si fa la sfida. Quindi pietra calcarea e arenaria cementate, le più compatte e dure, stalattiti e stalagmiti trovate nelle grotte, marmi e basalti, persino selci o frantumi di vasi d’argilla, manici di terracotta, ciottoli di fiume e umilissime pietre di campagna. E legni di ulivo, di mandorlo, di noce, radici e spuntoni, tutto quello che si trova ma che possieda in nuce una qualsiasi forma antropomorfa, un rimando a un particolare realistico, una citazione specifica.
Parisi scolpisce e taglia, leviga e incide, smussa e svuota fino a che la sua forza creatrice gli consente di vedere volti e corpi e animali, fino a che reputa di aver estratto da quel masso ogni possibile espressione e ogni spirito trattenuto. Egli sa, capisce fin dove può arrivare, senza cadere nella retorica del virtuosismo, e senza ridondare nella ricerca esasperata; ma sa anche estrarre forme pure ed essenziali dai ceppi di legno, levigarli e lucidarli come oreficerie preziose fino a darci degli esiti formali di suggestiva bellezza e di buon valore artistico. Ne è testimonianza tutta la serie degli animali in legno di ulivo.
C’è una ricchezza polimorfica nelle sculture di Parisi che evidenzia una sfrenata fantasia e uno spiccato senso della ricerca formale; ogni opera vive di molti visi, di chissà quanti corpi di animali aggrovigliati (serpenti, lucentole, uccelli, cani, tartarughe ecc.) di percorsi formali strani e tortuosi che avvolgono l’intera opera, in tutti i suoi lati, fino a creare non solo il tutto tondo ma una plurivocità di espressioni che hanno la forza e la sintesi di un totem. Queste figure strane, dai nasi adunchi e dagli occhi spiritati, rimandano al mondo delle fiabe, alle foreste incantate e aggrovigliate, ai templi orientali, alle maschere apotropaiche, a quel mondo simbolico che rappresenta la dimensione religiosa e rituale di carattere primitivo. E sarebbe interessante capire non solo i percorsi artistici e creativi che Parisi intraprende quando è davanti a una pietra amorfa ma anche gli stimoli che gli salgono dal suo mondo onirico e subconscio, dalle regioni più profonde della sua fantasia, poiché è da lì che giungono queste rappresentazioni simboliche di noi stessi, delle nostre paure e dei nostri incubi, della complessa e tortuosa dimensione della nostra inquietudine.
Alla fine non interessa più da dove sia stata tratta l’opera o perché abbia avuto quell’esito specifico; alla fine l’opera va accolta e valutata nella sua immagine totale, e anche ciò che ancora conserva della originaria pietra va ad aggiungersi all’originalità dell’opera, a quel tutt’uno che è la creazione.
Scultore originale e istintivo è dunque Nino Parisi, fuori da ogni scuola, dotato di una tecnica varia e poliedrica, suscitatore di immagini che non di rado sconfinano nel simbolo e nella maschera, liberatore delle tante anime che sono nella materia, in un continuo incessante atto di creazione delle forme e dello spirito che sono in tutte le cose.
Nino Parisi, è nato a Pachino (SR) nel 1942 ma da molti anni vive e opera a Floridia, nella sua casa-studio di contrada Muraglia di Miele.
Sue opere sono apparse in diversi cataloghi d’arte e sono state esposte in numerose mostre collettive.
03
febbraio 2007
Nino Parisi – Sculture Polimorfiche
Dal 03 al 13 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA ROMA [sede definitivamente chiusa]
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Vernissage
3 Febbraio 2007, ore 18.30
Autore
Curatore