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La strategia dell’albero
i nove artisti presenti in mostra non si limitano certo a bloccare il respiro del materiale (non sono interessati ad immagini da contemplare, quanto ad immagini da interrogare)
Comunicato stampa
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“Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. Essi non predicano dottrine o ricette, predicano incuranti del singolo, la legge primordiale della vita”. Così scriveva H. Hesse ne “La natura ci parla”. Gli alberi sin dalla più remota antichità sono ritenuti oggetti sacri abitati da un dio, sono come architetture che mettono in relazione il cielo e la terra, il materiale e lo spirituale, il relativo e l’ assoluto. E l’ arte che tenta di coglierne il senso deve fare i conti con la loro figura metamorfica , con la loro natura eraclitea che la spinge ai limiti del fantastico, del paradosso.
Può succedere anche che l’ indagine su quella che è la vita dell’ albero porti a scovare ciò che è inscritto nei nostri corpi, nei nostri gesti, nei nostri miti: una sorta di “riconquista” del tempo rinchiuso nel materiale. Ma le molte facce dell’ albero costringono pure ad un susseguirsi di procedure, di interventi, di investigazioni che vanno ben aldilà della pura riproduzione naturalistica, per far riflettere sulla fisionomia stessa del fare arte...
Comunque sia, i nove artisti presenti in mostra non si limitano certo a bloccare il respiro del materiale (non sono interessati ad immagini da contemplare, quanto ad immagini da interrogare).
Essi vogliono reinserire l’uomo nella natura, nel suo trasformarsi, nel suo divenire. Così Fabio Grassi chiude l’ orizzonte visivo su una materia che pare essere il calco di una corteccia, Paolo Vallorz dipinge tronchi che hanno il turgore vivo di colpi d’ accetta, Fabio Pietrantonio disegna rami che hanno la parvenza dei salici piangenti di Mondrian, Pier Toffoletti costruisce letteralmente sagome d’alberi attraverso “tessere” fotografiche, Fabrizio Plessi gioca sul rapporto illusionistico tra rappresentazione e realtà, amplificando l'elemento ligneo attraverso sottili interventi tecnologici. Con Chiara Castagna si entra nel regno delle metamorfosi, dove la natura diventa ambigua, proliferante, stravolta, con l’ argentina Karina Chechik una videoinstallazione ci mostra in termini speculari il sistema linfatico dell¹ albero e quello del corpo umano, con Luciano Finessi siamo introdotti quasi dentro la superficie stessa dell’ albero, con Lome si ritorna alla pittura ma, la sua, è una pittura frammentata, dove i colori fanno volare assieme tracce di natura e di cultura, schegge di terra e schegge di parole.
Lo spazio, alla fine, sembra “mettere al mondo un nuovo mondo”, tra distruzione e rinascita, intimità e distacco, scavo e crescita, essere e ambiente. La galleria si trasforma davvero in luogo magico, dove si annidano continui scambi di energia e vincoli segreti di penetrazione e fecondazione. In essa si respira in qualche modo lo spirito originario della vita.
Può succedere anche che l’ indagine su quella che è la vita dell’ albero porti a scovare ciò che è inscritto nei nostri corpi, nei nostri gesti, nei nostri miti: una sorta di “riconquista” del tempo rinchiuso nel materiale. Ma le molte facce dell’ albero costringono pure ad un susseguirsi di procedure, di interventi, di investigazioni che vanno ben aldilà della pura riproduzione naturalistica, per far riflettere sulla fisionomia stessa del fare arte...
Comunque sia, i nove artisti presenti in mostra non si limitano certo a bloccare il respiro del materiale (non sono interessati ad immagini da contemplare, quanto ad immagini da interrogare).
Essi vogliono reinserire l’uomo nella natura, nel suo trasformarsi, nel suo divenire. Così Fabio Grassi chiude l’ orizzonte visivo su una materia che pare essere il calco di una corteccia, Paolo Vallorz dipinge tronchi che hanno il turgore vivo di colpi d’ accetta, Fabio Pietrantonio disegna rami che hanno la parvenza dei salici piangenti di Mondrian, Pier Toffoletti costruisce letteralmente sagome d’alberi attraverso “tessere” fotografiche, Fabrizio Plessi gioca sul rapporto illusionistico tra rappresentazione e realtà, amplificando l'elemento ligneo attraverso sottili interventi tecnologici. Con Chiara Castagna si entra nel regno delle metamorfosi, dove la natura diventa ambigua, proliferante, stravolta, con l’ argentina Karina Chechik una videoinstallazione ci mostra in termini speculari il sistema linfatico dell¹ albero e quello del corpo umano, con Luciano Finessi siamo introdotti quasi dentro la superficie stessa dell’ albero, con Lome si ritorna alla pittura ma, la sua, è una pittura frammentata, dove i colori fanno volare assieme tracce di natura e di cultura, schegge di terra e schegge di parole.
Lo spazio, alla fine, sembra “mettere al mondo un nuovo mondo”, tra distruzione e rinascita, intimità e distacco, scavo e crescita, essere e ambiente. La galleria si trasforma davvero in luogo magico, dove si annidano continui scambi di energia e vincoli segreti di penetrazione e fecondazione. In essa si respira in qualche modo lo spirito originario della vita.
10
febbraio 2007
La strategia dell’albero
Dal 10 febbraio al 10 marzo 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN LORENZO
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle ore 15 alle ore 19
mattine su appuntamento
Vernissage
10 Febbraio 2007, ore 17
Autore
Curatore