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A3
A3 è un reportage sulle discipline eredi del writing, del fenomeno della Visual Street Art. Partecipano alcuni tra i migliori artisti italiani del genere, ognuno dei quali ha realizzato un album di lavori su formato A3 alla stregua degli album musicali con incise tracce audio in formato standard
Comunicato stampa
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A3 è un reportage sull’arte visiva di strada (VSA, visual street art) in Italia; è un progetto che ha lo scopo di interrogarsi sul futuro di questo genere artistico e sulla sua possibilità d’influenzare il sistema dell’arte contemporanea, contribuendo ad allargarne il pubblico. NOTgallery ha coinvolto in questo progetto alcuni tra i migliori artisti della VSA da tutta Italia.
Della VSA sono state rintracciate le originali matrici che provengono dalla cultura Hip Hop, di cui il writing era uno dei 4 elementi, insime all’MCing, il DJing ed il BREAKing. Tali 4 elementi si sono evoluti poi autonomamente l’uno dall’altro, divenendo delle vere e proprie discipline indipendenti; ma mentre l’MCing, il DJing ed il BREAKing sono diventati fondamentali per lo sviluppo della musica e della danza contemporanee, il writing, ed in generale l’arte visiva di strada, è rimasta un fenomeno isolato dal sistema dell’arte.
Ciò che la VSA ha conservato dalla sua matrice Hip Hop è il “peccato d’origine”, cioè la possibilità di “attecchire” e crescere soltanto all’interno di contesti fisicamente e socialmente degradati, dove lo sviluppo della creatività è l’unica arma per combattere l’assenza di mezzi materiali; ma soprattutto dell’Hip Hop ha mantenuto la fondamentale modalità espressiva che si basa sull’incontro e la competizione tra i partecipanti.
L’incontro e la competizione tra due artisti, due gruppi o due tendenze non sono funzionali al raggiungimento di uno status sociale, quanto piuttosto al miglioramento della propria creatività. La musica Hip Hop, ad esempio, prende origine dall’incontro e il confronto tra due interlocutori che si stimolano a vicenda nella creazione di brani in FreeStyle (la competizione improvvisatoria). La musica dell’altro costituisce una sfida, ma nello stesso tempo anche un punto di partenza: più l’interlocutore è bravo e da il meglio di sé, più chi lo sfida deve migliorarsi per essere, se non superiore, allo stesso livello. Così anche nell’arte visiva di strada molto spesso i “pezzi” sono frutto dell’interazione tra diverse mani; spesso s’interviene addirittura su lavori che altri artisti hanno lasciato molto tempo prima (se li si considera superati li si copre, altrimenti li si “rispetta”). In sostanza non esisterebbe l’arte di strada se non con l’incontro ed il confronto con “l’altro”.
Fin dalle sue origini la cultura Hip Hop è cresciuta grazie alla competizione tra gruppi afro-americani, giamaicani e portoricani. Quando è uscita dai confini di New York, si è sviluppata grazie alla competizione tra le tendenze West Coast e East Coast.
Il motivo per cui la VSA è rimasto un fenomeno distaccato dal sistema dell’arte contemporanea è dipeso da due ordini di ragioni: da un lato la VSA ha avuto delle carenze rispetto alle altre discipline che derivano dalla cultura Hip Hop e dall’altro le caratteristiche del sistema dell’arte sono in contrasto con gli intenti dell’arte di strada.
Le discipline musicali della cultura Hip Hop forniscono un ottimo esempio di ciò che all’arte visiva di strada è mancato: 1) l’MCing ed il DJing nella formula base d’espressione, cioè il FreeStyle, possono manifestarsi anche, e soprattutto, in ambiti legali d’incontro; 2) lì dove l’incontro non è possibile la musica può essere trasmessa e conosciuta attraverso supporti digitali standard di comunicazione (CD, MP3, ecc.).
Dall’altra parte il sistema dell’arte visiva contemporanea, almeno per come si è sviluppato negli ultimi trent’anni, non ha alcun interesse a consentire ad una cultura espressiva che ha la capacità di rivolgersi ad intere generazioni di giovani, di accedere al proprio “mondo”, scardinando una realtà che si basa sull’illusione d’essere appannaggio d’una élite culturale.
Sull’esempio delle discipline musicali, A3 intende fornire alla VSA un contesto legale di libera espressione ed un formato standard di lavoro che sia di facile utilizzo e diffusione (il formato A3 tipografico appunto) che permetta agli artisti “d’incontrare” le opere degli altri lì dove l’incontro fisico e la competizione tra di essi non è possibile e, al pubblico appassionato d’arte, di conoscere contemporaneamente una grande varietà di artisti delle diverse discipline eredi del writing.
In mostra saranno presenti circa 300 disegni tutti realizzati in formato A3 su vari supporti realizzati da 40 artisti italiani.
Della VSA sono state rintracciate le originali matrici che provengono dalla cultura Hip Hop, di cui il writing era uno dei 4 elementi, insime all’MCing, il DJing ed il BREAKing. Tali 4 elementi si sono evoluti poi autonomamente l’uno dall’altro, divenendo delle vere e proprie discipline indipendenti; ma mentre l’MCing, il DJing ed il BREAKing sono diventati fondamentali per lo sviluppo della musica e della danza contemporanee, il writing, ed in generale l’arte visiva di strada, è rimasta un fenomeno isolato dal sistema dell’arte.
Ciò che la VSA ha conservato dalla sua matrice Hip Hop è il “peccato d’origine”, cioè la possibilità di “attecchire” e crescere soltanto all’interno di contesti fisicamente e socialmente degradati, dove lo sviluppo della creatività è l’unica arma per combattere l’assenza di mezzi materiali; ma soprattutto dell’Hip Hop ha mantenuto la fondamentale modalità espressiva che si basa sull’incontro e la competizione tra i partecipanti.
L’incontro e la competizione tra due artisti, due gruppi o due tendenze non sono funzionali al raggiungimento di uno status sociale, quanto piuttosto al miglioramento della propria creatività. La musica Hip Hop, ad esempio, prende origine dall’incontro e il confronto tra due interlocutori che si stimolano a vicenda nella creazione di brani in FreeStyle (la competizione improvvisatoria). La musica dell’altro costituisce una sfida, ma nello stesso tempo anche un punto di partenza: più l’interlocutore è bravo e da il meglio di sé, più chi lo sfida deve migliorarsi per essere, se non superiore, allo stesso livello. Così anche nell’arte visiva di strada molto spesso i “pezzi” sono frutto dell’interazione tra diverse mani; spesso s’interviene addirittura su lavori che altri artisti hanno lasciato molto tempo prima (se li si considera superati li si copre, altrimenti li si “rispetta”). In sostanza non esisterebbe l’arte di strada se non con l’incontro ed il confronto con “l’altro”.
Fin dalle sue origini la cultura Hip Hop è cresciuta grazie alla competizione tra gruppi afro-americani, giamaicani e portoricani. Quando è uscita dai confini di New York, si è sviluppata grazie alla competizione tra le tendenze West Coast e East Coast.
Il motivo per cui la VSA è rimasto un fenomeno distaccato dal sistema dell’arte contemporanea è dipeso da due ordini di ragioni: da un lato la VSA ha avuto delle carenze rispetto alle altre discipline che derivano dalla cultura Hip Hop e dall’altro le caratteristiche del sistema dell’arte sono in contrasto con gli intenti dell’arte di strada.
Le discipline musicali della cultura Hip Hop forniscono un ottimo esempio di ciò che all’arte visiva di strada è mancato: 1) l’MCing ed il DJing nella formula base d’espressione, cioè il FreeStyle, possono manifestarsi anche, e soprattutto, in ambiti legali d’incontro; 2) lì dove l’incontro non è possibile la musica può essere trasmessa e conosciuta attraverso supporti digitali standard di comunicazione (CD, MP3, ecc.).
Dall’altra parte il sistema dell’arte visiva contemporanea, almeno per come si è sviluppato negli ultimi trent’anni, non ha alcun interesse a consentire ad una cultura espressiva che ha la capacità di rivolgersi ad intere generazioni di giovani, di accedere al proprio “mondo”, scardinando una realtà che si basa sull’illusione d’essere appannaggio d’una élite culturale.
Sull’esempio delle discipline musicali, A3 intende fornire alla VSA un contesto legale di libera espressione ed un formato standard di lavoro che sia di facile utilizzo e diffusione (il formato A3 tipografico appunto) che permetta agli artisti “d’incontrare” le opere degli altri lì dove l’incontro fisico e la competizione tra di essi non è possibile e, al pubblico appassionato d’arte, di conoscere contemporaneamente una grande varietà di artisti delle diverse discipline eredi del writing.
In mostra saranno presenti circa 300 disegni tutti realizzati in formato A3 su vari supporti realizzati da 40 artisti italiani.
24
gennaio 2007
A3
Dal 24 gennaio al 03 febbraio 2007
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
ZO’ CAFFE’
Bologna, Via Lodovico Berti, 15/B, (Bologna)
Bologna, Via Lodovico Berti, 15/B, (Bologna)
Vernissage
24 Gennaio 2007, ore 21
Sito web
www.notgallery.com