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Antonio Milana
alternando equilibri di levigatezza e ruvidità dipinge percezioni che ha in testa e nel cuore., creando segni che aprono spiragli naturali di “luce interiore” e che vanno goduti: enigmatici e silenziosi
Comunicato stampa
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L’espressione artistica, non ricavando la propria bellezza – o il contrario di essa – da elementi ondivaghi ma dal proprio statuto ontologico, rimanda a canoni conosciuti svelando a chi ne fruisce significati soggettivi .
Nell’astrazione poi, salvo che nella convenzione matematica, non esiste univocità di significato ed un “approccio“ visivo può condurci ad identificare emozioni difficilmente definibili, stati d’animo di chi dipinge l’opera ma soprattutto di chi ne fruisce.
. Il senso della pittura astratta e’ analogo al problema intrinseco dell’uomo “tout court”, spinto dalla propria inclinazione a creare simboli volti alla ricerca di un senso della vita in se stesso, in tutti gli avvenimenti e in tutte le cose di questo mondo. Non trovandolo – forse perché non c’è – finisce per inventarlo del tutto arbitrariamente, sfociando inevitabilmente nella metafisica, nel soprannaturale.
In questo ambito Antonio Milana non fa eccezione: alternando equilibri di levigatezza e ruvidità dipinge percezioni che ha in testa e nel cuore., creando segni che aprono spiragli naturali di “luce interiore” e che vanno goduti: enigmatici e silenziosi .
Ed è così che finestre aperte, archetipi, semi di vita, fossili, simboli ovoidali che ci rimandano al principio del mondo, alla creazione, illuminati da questa “luce” ci appaiono in dinamiche soluzioni, in un continuo divenire, in un perenne movimento, come animati da un vento invisibile che suggerisce levità e che scandisce il tempo di ogni giorno. Un tempo indeterminato che Antonio Milana intuisce ed analizza - tra fascino e profezia- illustrando, oltre l’icona, un uomo derubato delle sue qualità primarie, “omologato”, ma cosciente interprete del “suo” tempo , vivo e mai del tutto vinto .
LUCIO MANDARA’
Nell’astrazione poi, salvo che nella convenzione matematica, non esiste univocità di significato ed un “approccio“ visivo può condurci ad identificare emozioni difficilmente definibili, stati d’animo di chi dipinge l’opera ma soprattutto di chi ne fruisce.
. Il senso della pittura astratta e’ analogo al problema intrinseco dell’uomo “tout court”, spinto dalla propria inclinazione a creare simboli volti alla ricerca di un senso della vita in se stesso, in tutti gli avvenimenti e in tutte le cose di questo mondo. Non trovandolo – forse perché non c’è – finisce per inventarlo del tutto arbitrariamente, sfociando inevitabilmente nella metafisica, nel soprannaturale.
In questo ambito Antonio Milana non fa eccezione: alternando equilibri di levigatezza e ruvidità dipinge percezioni che ha in testa e nel cuore., creando segni che aprono spiragli naturali di “luce interiore” e che vanno goduti: enigmatici e silenziosi .
Ed è così che finestre aperte, archetipi, semi di vita, fossili, simboli ovoidali che ci rimandano al principio del mondo, alla creazione, illuminati da questa “luce” ci appaiono in dinamiche soluzioni, in un continuo divenire, in un perenne movimento, come animati da un vento invisibile che suggerisce levità e che scandisce il tempo di ogni giorno. Un tempo indeterminato che Antonio Milana intuisce ed analizza - tra fascino e profezia- illustrando, oltre l’icona, un uomo derubato delle sue qualità primarie, “omologato”, ma cosciente interprete del “suo” tempo , vivo e mai del tutto vinto .
LUCIO MANDARA’
13
gennaio 2007
Antonio Milana
Dal 13 gennaio all'otto febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GRAFICA CAMPIOLI
Monterotondo, Via Vincenzo Bellini, 46, (Roma)
Monterotondo, Via Vincenzo Bellini, 46, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle ore 16,30 alle ore 20,00 (lunedì chiuso)
Vernissage
13 Gennaio 2007, ore 18,30
Autore