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Giuliana Bellini – Still Life?
Con l’installazione proposta alla galleria PerForm Contemporary Art di La Spezia, Giuliana Bellini gioca, immagina, riflette ancora una volta a partire da questo tema
Comunicato stampa
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Vita. Anzi, vite.
Con l’installazione proposta alla galleria PerForm Contemporary Art di La Spezia, Giuliana Bellini gioca, immagina, riflette ancora una volta a partire da questo tema. E lo fa nel suo consueto linguaggio vitalistico, iridescente, metamorfico e non del tutto - o non banalmente - gioioso.
Entrando nello spazio creato dall’artista, si è proiettati in un ambiente ovattato, d’un bianco avvolgente, non freddo, che come attraverso un invisibile diaframma ci sottrae allo spazio domestico, quotidiano.
Superato dunque il limite, calpestando un suolo particolarmente “reattivo“, ci troviamo all’improvviso nel bel mezzo di un curioso microcosmo, fatto di insolite meduse che strisciano silenziose sul pavimento, e ispidi vermi che si arrampicano imperturbabili sulle pareti.
Particolarità di queste creature è di produrre la sensazione di impercettibile ma brulicante movimento (still life?) nonostante gli oggetti in questione siano inequivocabilmente… artificiali. La magnetica suggestione creativa generata dalla Bellini è proprio quella di moltiplicare la nostra percezione, che con un effetto sinestetico parte dal colore, dalla luce, dal tatto per giungere ad un’impressione di vivo dinamismo. Questo avviene anche grazie alla scelta dei materiali, poveri e semplicissimi: polietilene fuso e colorato in rosso sanguigno per le meduse più carnose e inquietanti, maglia metallica per quelle più eleganti e innocue, filo di rame e alluminio per la miriade di baluginanti tentacoli. La stessa materia è utilizzata per gli striscianti esseri alle pareti: maglia metallica per il corpo, filo di rame per i curiosi aculei che spuntano numerosi, come lucidi peli, da questi lunghi e lucenti lombrichi.
E questa sensazione visiva di vita dinamica, ondeggiante, brulicante è contrastata e in parte esaltata, dal silenzio che avvolge l’intero scenario, creando un effetto di movimento frenetico ma bloccato in una sorta di fluida istantanea, o di nevicata marina.
E’ proprio questo silenzio enigmatico, che ci colpisce e ci distrae, dopo un primo momento di rapimento, da tutta la bellezza ironica e iridescente della scena, a ricondurci alla primigenia riflessione che ha generato la visione che abbiamo di fronte: quella sulla vita senza l’uomo.
E’ indubbio che noi che stiamo camminando fra questi esseri fantastici siamo dei visitatori occasionali, e probabilmente indesiderati, di un microcosmo che fa tranquillamente a meno di noi, che anzi mostra un pieno equilibrio chiuso in se stesso. L’interrogativo che ci dovremmo porre - anche se forse è più rassicurante non rispondere - è se questo universo di strane esistenze cui ci troviamo di fronte non sia proprio quello che sopravvivrà dopo di noi, dopo che ci saremo violentemente autodistrutti oppure ci ritroveremo talmente allontanati dalla vita da non essere più in grado di sostenerla, riprodurla, viverla. Questo è il suggerimento che già molte volte Giuliana Bellini sembra averci dato attraverso le sue opere, che sotto la veste della bellezza e dell’ironia nascondono un pressante e assai legittimo interrogativo sulle sorti della nostra specie.
L’appariscente veste protagonista che assumono dunque in questo contesto le fantastiche - ma anche assai reali - creature dell’artista sembra dunque essere una sorta di sarcastica rivincita da parte di tutte le “altre” forme di vita troppo frettolosamente ignorate e considerate con sprezzante e ingiustificato senso di superiorità, e che nascondono invece la preziosa potenzialità vitale che le traghetterà indenni, attraverso le naturali metamorfosi, verso un futuro che forse l’uomo invece si precluderà per sua stessa mano. Sotto l’ironia si cela un monito tutt’altro che divertente e leggero: il segreto è apprendere la vita dagli organismi più impensati? In ogni caso, attenzione: forse tra breve saremo noi a scoprirci still life…
Giulia Altissimo
Con l’installazione proposta alla galleria PerForm Contemporary Art di La Spezia, Giuliana Bellini gioca, immagina, riflette ancora una volta a partire da questo tema. E lo fa nel suo consueto linguaggio vitalistico, iridescente, metamorfico e non del tutto - o non banalmente - gioioso.
Entrando nello spazio creato dall’artista, si è proiettati in un ambiente ovattato, d’un bianco avvolgente, non freddo, che come attraverso un invisibile diaframma ci sottrae allo spazio domestico, quotidiano.
Superato dunque il limite, calpestando un suolo particolarmente “reattivo“, ci troviamo all’improvviso nel bel mezzo di un curioso microcosmo, fatto di insolite meduse che strisciano silenziose sul pavimento, e ispidi vermi che si arrampicano imperturbabili sulle pareti.
Particolarità di queste creature è di produrre la sensazione di impercettibile ma brulicante movimento (still life?) nonostante gli oggetti in questione siano inequivocabilmente… artificiali. La magnetica suggestione creativa generata dalla Bellini è proprio quella di moltiplicare la nostra percezione, che con un effetto sinestetico parte dal colore, dalla luce, dal tatto per giungere ad un’impressione di vivo dinamismo. Questo avviene anche grazie alla scelta dei materiali, poveri e semplicissimi: polietilene fuso e colorato in rosso sanguigno per le meduse più carnose e inquietanti, maglia metallica per quelle più eleganti e innocue, filo di rame e alluminio per la miriade di baluginanti tentacoli. La stessa materia è utilizzata per gli striscianti esseri alle pareti: maglia metallica per il corpo, filo di rame per i curiosi aculei che spuntano numerosi, come lucidi peli, da questi lunghi e lucenti lombrichi.
E questa sensazione visiva di vita dinamica, ondeggiante, brulicante è contrastata e in parte esaltata, dal silenzio che avvolge l’intero scenario, creando un effetto di movimento frenetico ma bloccato in una sorta di fluida istantanea, o di nevicata marina.
E’ proprio questo silenzio enigmatico, che ci colpisce e ci distrae, dopo un primo momento di rapimento, da tutta la bellezza ironica e iridescente della scena, a ricondurci alla primigenia riflessione che ha generato la visione che abbiamo di fronte: quella sulla vita senza l’uomo.
E’ indubbio che noi che stiamo camminando fra questi esseri fantastici siamo dei visitatori occasionali, e probabilmente indesiderati, di un microcosmo che fa tranquillamente a meno di noi, che anzi mostra un pieno equilibrio chiuso in se stesso. L’interrogativo che ci dovremmo porre - anche se forse è più rassicurante non rispondere - è se questo universo di strane esistenze cui ci troviamo di fronte non sia proprio quello che sopravvivrà dopo di noi, dopo che ci saremo violentemente autodistrutti oppure ci ritroveremo talmente allontanati dalla vita da non essere più in grado di sostenerla, riprodurla, viverla. Questo è il suggerimento che già molte volte Giuliana Bellini sembra averci dato attraverso le sue opere, che sotto la veste della bellezza e dell’ironia nascondono un pressante e assai legittimo interrogativo sulle sorti della nostra specie.
L’appariscente veste protagonista che assumono dunque in questo contesto le fantastiche - ma anche assai reali - creature dell’artista sembra dunque essere una sorta di sarcastica rivincita da parte di tutte le “altre” forme di vita troppo frettolosamente ignorate e considerate con sprezzante e ingiustificato senso di superiorità, e che nascondono invece la preziosa potenzialità vitale che le traghetterà indenni, attraverso le naturali metamorfosi, verso un futuro che forse l’uomo invece si precluderà per sua stessa mano. Sotto l’ironia si cela un monito tutt’altro che divertente e leggero: il segreto è apprendere la vita dagli organismi più impensati? In ogni caso, attenzione: forse tra breve saremo noi a scoprirci still life…
Giulia Altissimo
20
gennaio 2007
Giuliana Bellini – Still Life?
Dal 20 gennaio al 15 aprile 2007
arte contemporanea
Location
PERFORM CONTEMPORARY ART
La Spezia, Via Xxiv Maggio, 57, (La Spezia)
La Spezia, Via Xxiv Maggio, 57, (La Spezia)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato su appuntamento
Vernissage
20 Gennaio 2007, ore 18-21
Autore
Curatore