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piani sospetti
La collettiva piani sospetti è sulla sensazione di interiorizzazione con artisti che lavorano sul sé e con il sé
Comunicato stampa
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La collettiva piani sospetti è sulla sensazione di interiorizzazione con artisti che lavorano sul sé e con il sé. Con loro l'idea di ritratto diviene un mezzo più che il fine per la loro opera. L'aspetto da processualità onirico/lirico o tautologica/visionaria che sta alla base del loro opere li porta a ripensare sulla propria interiorità scoprendo e proponendo una coscienza della propria identità non come singolo individuo, ma come parte di una collettività. Infatti, la società per loro non è vista solo come il contesto casuale che produce i parametri usati dal singolo individuo per agire nel mondo, ma anche il possibile campo di azione in cui operare un percorso di analisi e di cambiamento come comunità. Il cambiamento a livello culturale prodotto dai mezzi della comunicazione nel corso degli anni 90 e che ha reso labile la linea di confine tra lo spazio privato e quello pubblico, viene adottato da questi artisti in maniera propositiva per stabilire le relazioni e uno scambio diretto tra una percezione personale e collettiva del reale per poter poi riflettere su cosa intendiamo per storia o memoria concreta e condivisibile. Il loro lavorare sull'autoritratto va a mettere alla prova gli elementi culturali alla base del novecento e la memoria collettiva con cui le persone rielaborano e percepiscono gli oggetti, i fatti e le singole azioni. Mark Manders (Olanda, 1968) lavora da sempre su una nuova associazione di oggetti vari per stabilire un paesaggio mentale inedito in cui il gesto e il fare della creazione è un elemento predominante della "manifestazione" dell'essere umano. Per Federico Pietrella (Italia, 1973) il gesto è quello ripetitivo e apparentemente oggettivo dei timbri che portano le date dei giorni in cui realizza i suoi autoritratti, oppure quello a matita o olio con cui conforma i suoi paesaggi, ma che allo stesso modo rappresentano la temporalità stessa dell'atto rappresentativo. Marcello Simeone (Italia, 1973) con le sue fotografie e i suoi "oggetti trovati" punta a evocare, come in un allucinazione notturna, la concentrazione-accumulazione e sintesi di esperienze quotidiane senza scadere nel racconto biografico delle singole persone che così si fanno un'unica geografia identitaria. Carsten Nicolai (Germania, 1965) lavora da sempre sulla riduzione degli elementi del reale, sia in musica (con il nome di Alva Noto è uno dei rappresentanti più significativi dagli anni 90 della ricerca della musica elettronica internazionale) che nel campo visuale e con cui punta sempre a creare un corto circuito tra come vengono percepite le cose, come appaiono e come vengono rielaborate psichicamente dal singolo individuo. Il grado di oggettività con cui il mondo si manifesta alle persone è anche il nucleo centrale di riflessione di Mai-Thu Perret (Svizzera, 1976), la quale però, lavorando sui simboli collettivi in cui si riconosce la società di stampo occidentale e sottolinenando la mancanza di una visione generale del reale, definisce, per assenza, una nuova realtà ancora tutta da narrare.
VIA NUOVA arte contemporanea apre a Firenze con un approccio inedito per una galleria poiché punta a ripensare alle attuali modalità espositive e a riflettere sulla natura del contenitore d'arte e sul suo ruolo di mediazione con il pubblico. LA DISTANZA E' UNA FINZIONE è un ciclo di mostre che parte dalla riflessione sull'ipotetica eredità del moderno (codici, linguaggi, usi attuali, memorie), e su cosa intendiamo adesso per spazio pittorico. Tutte le mostre indagheranno le modalità che gli artisti dalla fine anni novanta usano per definire narrazioni e storie intime quanto condivisibili con lo spettatore, il quale sarà chiamato direttamente in causa dallo spazio/sensazione messo in atto dall'opera. Saranno mostre collettive che vogliono materializzare un'atmosfera e una sensazione ben precisa, più che mostre a tema, in cui ritrovare e stabilire con gesti minimi cosa è il mondo e come può manifestarsi in esso il singolo individuo (artista/spettatore).
La prima mostra che ha inaugurato lo spazio di VIANUOVA arte contemporanea è stata prendendo misure con Ian Kiaer, Didier Courbout e T-Yong Chung. La mostra puntava a ripensare alla città come spazio fisico e concreto in cui stabilire delle relazione con l'altro e non solo come idea, miraggio, o spazio funzionale di attraversamento. La seconda mostra è stata invece coincidenze con Martin Creed, Nedko Solakov, Koo Jeong-A e Jacopo Miliani e puantava a creare una condizione di stupore più che una sua rappresentazione e a stabilire un rapporto diretto con il momento della fruizione dell'opera e ad alzare il normale livello di immaginazione dello spettatore rispetto agli oggetti quotidiani con cui ha sempre a che fare.
VIA NUOVA arte contemporanea apre a Firenze con un approccio inedito per una galleria poiché punta a ripensare alle attuali modalità espositive e a riflettere sulla natura del contenitore d'arte e sul suo ruolo di mediazione con il pubblico. LA DISTANZA E' UNA FINZIONE è un ciclo di mostre che parte dalla riflessione sull'ipotetica eredità del moderno (codici, linguaggi, usi attuali, memorie), e su cosa intendiamo adesso per spazio pittorico. Tutte le mostre indagheranno le modalità che gli artisti dalla fine anni novanta usano per definire narrazioni e storie intime quanto condivisibili con lo spettatore, il quale sarà chiamato direttamente in causa dallo spazio/sensazione messo in atto dall'opera. Saranno mostre collettive che vogliono materializzare un'atmosfera e una sensazione ben precisa, più che mostre a tema, in cui ritrovare e stabilire con gesti minimi cosa è il mondo e come può manifestarsi in esso il singolo individuo (artista/spettatore).
La prima mostra che ha inaugurato lo spazio di VIANUOVA arte contemporanea è stata prendendo misure con Ian Kiaer, Didier Courbout e T-Yong Chung. La mostra puntava a ripensare alla città come spazio fisico e concreto in cui stabilire delle relazione con l'altro e non solo come idea, miraggio, o spazio funzionale di attraversamento. La seconda mostra è stata invece coincidenze con Martin Creed, Nedko Solakov, Koo Jeong-A e Jacopo Miliani e puantava a creare una condizione di stupore più che una sua rappresentazione e a stabilire un rapporto diretto con il momento della fruizione dell'opera e ad alzare il normale livello di immaginazione dello spettatore rispetto agli oggetti quotidiani con cui ha sempre a che fare.
22
dicembre 2006
piani sospetti
Dal 22 dicembre 2006 al 29 marzo 2007
arte contemporanea
Location
VIANUOVA ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Del Porcellana, 1r, (Firenze)
Firenze, Via Del Porcellana, 1r, (Firenze)
Orario di apertura
ore 16-20. I giorni 25, 26 dicembre, 31, 1 gennaio 2007 la galleria rimarrà chiusa
Vernissage
22 Dicembre 2006, ore 18
Autore
Curatore