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Philip Corner – I colori del cielo
Di Corner verranno proposte 4 grandi tele (5 mt per 2,50) che formano I colori del cielo; quattro suggestive opere che si riferiscono alle quattro stagioni
Comunicato stampa
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Lo spazio Godot ospita un grande artista contemporaneo: Philip Corner (1933), noto compositore e artista americano nato a New York nel 1933. Membro di gruppi storici come Fluxus, Judson Dance Theater, Tone Roads Concerts, The Something Else Press, Sound Out of Silent Spaces, Frog Peak Composers’ Collective, Experimental Intermedia Foundation, ha eseguito i suoi lavori in 33 paesi del mondo ed ha al suo attivo numerose mostre in gallerie private e in musei. Il circolo nel cuore di Reggio Emilia (nella centralissima piazza S. Prospero) ha aperto i battenti ad un artista conosciuto internazionalmente, che risiede nella nostra città da molti anni insieme alla moglie Phoebe Neville, ballerina coreografa. Di Corner verranno proposte 4 grandi tele (5 mt per 2,50) che formano I colori del cielo; quattro suggestive opere che si riferiscono alle quattro stagioni. Pensate dall’artista come un impianto scenografico per un lavoro di gruppo già presentato a Roma la scorsa estate. La formazione di Corner è principalmente musicale; il suo nome è legato a movimenti di importanza storica come action music, la performance art, il gruppo dei Fluxus, minimalismo e arte concettuale e la derivazione delle opere pittoriche di Corner deriva principalmente dalle strutture delle sue composizioni. Ricordiamo che nell’ultima edizione di REC (Reggio Emilia Contemporanea), rassegna dedicata alla musica sperimentale e alle avanguardie, è stata messa in programma un'esecuzione da lui diretta della sua composizione One Note More Than Once. Tratto distintivo delle sue composizioni sono le indicazioni verbali e le notazioni grafiche.
Per informazioni 335-8393722
Biografia
Philip Corner (New York, 10 aprile 1933) ha studiato con Mark Brunswick al City College di New York (1955) e con Olivier Messiaen al Conservatorio di Parigi (1956-57); presso la Columbia University (1959) è stato allievo di Otto Luening e Henry Cowell.
Si è avvicinato alla musica orientale durante la sua permanenza in Corea con l’esercito statunitense nel 1959-60, e dopo il suo ritorno a New York divenne uno tra i primi esponenti di Fluxus e membro di alcuni importanti gruppi di avanguardia e di musica sperimentale come il Judson Dance Theatre, e il Tone Roads, di cui è stato il co-fondatore con James Tenney e Malcolm Goldstein. Nel 1974 ha fondato il Sounds out of Silent Spaces che suonava regolarmente alla Experimental Intermedia Foundation di New York.
Corner è stato a lungo associato al Son of Lion, un gruppo americano di gamelan, e ha collaborato spesso con diversi coreografi, tra cui Lucina Childs e Elaine Summers, e con gruppi teatrali statunitensi ed europei. Ha insegnato alla New Lincoln School e alla New School for Social Research di New York e, dal 1972, presso la facoltà della Rutgers University, dove ha sviluppato un nuovo sistema di approccio all’insegnamento teorico della musica che abbraccia concetti comuni a culture diverse. Vive e lavora a New York e in Italia (Reggio Emilia).
Corner considera gli influssi da parte delle culture asiatiche e di altre culture non occidentali, un aspetto fondamentale della modernità; ancora giovane musicista scoprì che l’interesse di alcuni compositori americani contemporanei (e soprattutto di Cage) relativo al timbro, ai microsuoni, e alle caratteristiche dei singoli suoni, era presente anche nella musica asiatica. Un aspetto della sua affinità con il pensiero orientale – l’interesse per la meditazione – lo portò a esplorare il grado massimo di semplificazione dei materiali musicali, e il risultato finale di questa esplorazione fu Elementals (1976), mentre anche altre opere composte negli anni ’70 (la serie OM, le Metal Meditations e Pulse) riflettono questa tendenza. Un aspetto importante della tecnica compositiva di Corner è l’integrazione delle procedure metodiche e d’improvvisazione applicate a strumenti tradizionali e a oggetti naturali. La sua notazione grafica innovativa possiede particolari qualità calligrafiche e le sue partiture sono apprezzabili anche a livello visivo. Corner usa sovente lo pseudonimo coreano Gwan Pok (“Contemplando la cascata”) alla maniera orientale, quale sigillo apportato alla sue partiture. Le implicazioni numeriche della musica indonesiana lo hanno ispirato a creare una serie di opere per Gamelan: in forma aperta, strutturate per essere eseguite con molti tipi di strumenti diversi, e comprendenti in alcuni casi anche elementi teatrali e vocali. Sebbene Gamelan rappresenti per l’autore un approccio libero al fare musica accessibile a gruppi e a solisti sia orientali che europei, le opere di questa serie possono essere eseguite da una vera e propria orchestra di gamelan. Uno dei primi ad assimilare l’influenza di Cage e uno dei precursori del minimalismo, Corner ha integrato la casualità alle procedure sistematiche, la ripetizione all’improvvisazione, il rumore al silenzio e all’espressione, in un insieme coerente di composizioni che riflettono esemplarmente il suo incontro creativo e continuativo con le tradizioni musicali orientali.
L’etichetta discografica Alga Marghen prodotta da Emanuele Carcano, Milano, ha recentemente dedicato a Philip Corner una rilevante serie retrospettiva di incisioni.
Per informazioni 335-8393722
Biografia
Philip Corner (New York, 10 aprile 1933) ha studiato con Mark Brunswick al City College di New York (1955) e con Olivier Messiaen al Conservatorio di Parigi (1956-57); presso la Columbia University (1959) è stato allievo di Otto Luening e Henry Cowell.
Si è avvicinato alla musica orientale durante la sua permanenza in Corea con l’esercito statunitense nel 1959-60, e dopo il suo ritorno a New York divenne uno tra i primi esponenti di Fluxus e membro di alcuni importanti gruppi di avanguardia e di musica sperimentale come il Judson Dance Theatre, e il Tone Roads, di cui è stato il co-fondatore con James Tenney e Malcolm Goldstein. Nel 1974 ha fondato il Sounds out of Silent Spaces che suonava regolarmente alla Experimental Intermedia Foundation di New York.
Corner è stato a lungo associato al Son of Lion, un gruppo americano di gamelan, e ha collaborato spesso con diversi coreografi, tra cui Lucina Childs e Elaine Summers, e con gruppi teatrali statunitensi ed europei. Ha insegnato alla New Lincoln School e alla New School for Social Research di New York e, dal 1972, presso la facoltà della Rutgers University, dove ha sviluppato un nuovo sistema di approccio all’insegnamento teorico della musica che abbraccia concetti comuni a culture diverse. Vive e lavora a New York e in Italia (Reggio Emilia).
Corner considera gli influssi da parte delle culture asiatiche e di altre culture non occidentali, un aspetto fondamentale della modernità; ancora giovane musicista scoprì che l’interesse di alcuni compositori americani contemporanei (e soprattutto di Cage) relativo al timbro, ai microsuoni, e alle caratteristiche dei singoli suoni, era presente anche nella musica asiatica. Un aspetto della sua affinità con il pensiero orientale – l’interesse per la meditazione – lo portò a esplorare il grado massimo di semplificazione dei materiali musicali, e il risultato finale di questa esplorazione fu Elementals (1976), mentre anche altre opere composte negli anni ’70 (la serie OM, le Metal Meditations e Pulse) riflettono questa tendenza. Un aspetto importante della tecnica compositiva di Corner è l’integrazione delle procedure metodiche e d’improvvisazione applicate a strumenti tradizionali e a oggetti naturali. La sua notazione grafica innovativa possiede particolari qualità calligrafiche e le sue partiture sono apprezzabili anche a livello visivo. Corner usa sovente lo pseudonimo coreano Gwan Pok (“Contemplando la cascata”) alla maniera orientale, quale sigillo apportato alla sue partiture. Le implicazioni numeriche della musica indonesiana lo hanno ispirato a creare una serie di opere per Gamelan: in forma aperta, strutturate per essere eseguite con molti tipi di strumenti diversi, e comprendenti in alcuni casi anche elementi teatrali e vocali. Sebbene Gamelan rappresenti per l’autore un approccio libero al fare musica accessibile a gruppi e a solisti sia orientali che europei, le opere di questa serie possono essere eseguite da una vera e propria orchestra di gamelan. Uno dei primi ad assimilare l’influenza di Cage e uno dei precursori del minimalismo, Corner ha integrato la casualità alle procedure sistematiche, la ripetizione all’improvvisazione, il rumore al silenzio e all’espressione, in un insieme coerente di composizioni che riflettono esemplarmente il suo incontro creativo e continuativo con le tradizioni musicali orientali.
L’etichetta discografica Alga Marghen prodotta da Emanuele Carcano, Milano, ha recentemente dedicato a Philip Corner una rilevante serie retrospettiva di incisioni.
06
dicembre 2006
Philip Corner – I colori del cielo
Dal 06 al 23 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
CIRCOLO ARTISTICO GODOT
Reggio Nell'emilia, Vicolo Casalecchi, 3, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Vicolo Casalecchi, 3, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 19 alle 24 tranne il martedì
Vernissage
6 Dicembre 2006, ore 18.30
Autore