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Alessio Ancillai – Pagina bianca
In occasione della manifestazione della piccola editoria “Più libri più liberi” il giovane pittore Alessio Ancillai ha voluto comporre un ciclo pittorico, intitolato appunto “Pagina Bianca”, dedicato all’insostituibile candore della carta bianca, della pagina di un libro che ti accompagna nella vita
Comunicato stampa
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In concomitanza con la manifestazione culturale “Più libri più liberi” si inaugura, giovedì 7 dicembre dalle ore 10:00, nel Palazzo dei Congressi di Roma (I° piano), piazza John Kennedy 1, la mostra personale “Pagina Bianca” di Alessio Ancillai curata da Susanna Horvatovicova. L’esposizione rimarrà aperta dal 7 al 10 dicembre 2006, ore 10:00-20:00.
In occasione della manifestazione della piccola editoria “Più libri più liberi” il giovane pittore Alessio Ancillai ha voluto comporre un ciclo pittorico, intitolato appunto “Pagina Bianca”, dedicato all’insostituibile candore della carta bianca, della pagina di un libro che ti accompagna nella vita.
La serie pittorica “Pagina Bianca” nasce da un rapporto dialogico tra l’artista e l’opera d’arte: interrogare la materia e la superficie pittorica significa riflettere sull’inizio e la fine delle cose, poiché, di fronte ad una pagina bianca, tutto può accadere e prendere forma. La pagina non tracciata è, infatti, superficie ancora incontaminata, origine e silenzio. La pagina bianca ricorda la lunga attesa prima che l’idea prendi forma. Pagina vuota, assente, magico inizio e fine, pagina superficie, pagina contenitore, pagina tela, queste possono essere alcune delle mille accezioni con cui si intende un concetto, piuttosto che un semplice termine, che è ambiguo quanto complesso, che è pensiero e spazio, che prelude un racconto, una storia, una piccola emozione quotidiana.
Alessio Ancillai riporta sulla tela brevi storie, considerazioni personali, intense emozioni e delicati equilibri che regolano le relazioni umane. A volte, ricalca invece le imperfezioni e le sbavature della società contemporanea sempre più proiettata verso disequilibrio, l’entropia.
I trittici e polittici dell’artista romano giocano con lo spazio fisico, frammentano l’immagine e lo riconduce al segno significante, scompongono la figura in rigagnoli di pennellate fluide che sembrano scivolare fuori dalla cornice del quadro. L’opera dell’autore si pone ai limiti dell’astrazione, lavorando sulla variazione del tono e del timbro cromatico introduce elementi simbolici e segnici che seguono un ritmo serrato e dissonante come una composizione Jazz. La superficie pittorica si espande e si contrae sulla tela, acquista matericità nel momento della dissoluzione della forma definita, le pennellate brillanti seguono una direzione ondulatoria che non ha né inizio ne fine, racchiude un orizzonte senza centro.
Le opere di Ancillai, tra astrattismo e figurativismo, richiamano alla mente il tratto veloce di Mirò, la ricerca informale di Antoni Tàpies, Hans Hartung, le ricerche spaziali degli scultori Julio Gonzales e Alexander Calder, ma si avvicinano anche alla nuova tendenza sviluppatasi negli anni Novanta in Italia che annovera nomi significativi come Marco Tirelli, Gianni Dessì, Piero Pizzi Cannella.. riuniti nella residenza dell’ex pastificio Cerere nel quartiere di San Lorenzo a Roma.
Nel ciclo “Pagina Bianca” di Ancillai poesia, musica e pittura sono messe a confronto, l’immagine racchiude e contemporaneamente respinge il “Verbo”, accenna a parole e suoni non ancora espressi, cita e interpreta versi e melodie note, struttura la superficie come l’impaginazione di un libro o di uno spartito musicale, sovrappone il filo alla linea, unisce il collage alla composizione di forme antropomorfe compresse in una superficie bidimensionale.
Non esiste divisione netta tra scrittura e segno, il segno è pre-scrittura, ma è anche codice convenzionale e grammatica di ogni linguaggio verbale e visivo. Se dunque la musica contiene in sé principi matematici e se la scrittura è segno grafico e significante allo stesso tempo, Ancillai tenta di trovare la sintesi tra le diverse discipline e riporta la pittura ad un livello sinestetico e sinergetico. L’autore sembra, infatti, distribuire il segno su un superficie-pentagramma modulato da movimenti appena percepibili e da linee orizzontali e verticali, circonflesse, a volte sovrapposte o sostituite dallo spago, che costruiscono percorsi interiori ed immaginari.
In realtà, Ancillai trova una personale forma di sinestesia pittorica che tenta una difficile conciliazione tra la rappresentazione di eterei momenti di intimo raccoglimento ed una ricerca formale che gioca sulla continua apparizione e sparizione di oggetti quotidiani e sagome umane.
Alessio Ancillai vive e lavora a Roma. Mostre personali: Scripta, Extra Art Café, Roma 2002; Officina Tangopolis, Roma 2003; libreria Amore e Psiche, Roma 2004; Alcuni Suoni, Torretta Valadier, Roma 2005; galleria Rione Arte Tithmis, Roma 2005; Dalla sfumatura alla linea, Atelier Rione Arte, Roma 2006. Principali mostre collettive: Gilgamesh di fiero spendore, Libreria Bibli, Roma 2004; Le vie dell’astrazione, Museo storico della Fanteria, Roma 2005; World Fine Art Gallery 511 West 25th Street, New York 2005; Rassegna Cremona città dell’arte, Palazzo Comunale, Cremona 2005; Percorsi di pace, galleria Gard, Roma 2005; Avantgard-Retrogrard, galleria Gard, Roma 2006; Centro cult.urale Egiziano dell’Ambasciata Araba d’Egitto, Roma 2006; Incontriamo le emozioni tra arte, benessere e cultura sociale, Palazzo Medici Claricelli, Roma 2006.
In occasione della manifestazione della piccola editoria “Più libri più liberi” il giovane pittore Alessio Ancillai ha voluto comporre un ciclo pittorico, intitolato appunto “Pagina Bianca”, dedicato all’insostituibile candore della carta bianca, della pagina di un libro che ti accompagna nella vita.
La serie pittorica “Pagina Bianca” nasce da un rapporto dialogico tra l’artista e l’opera d’arte: interrogare la materia e la superficie pittorica significa riflettere sull’inizio e la fine delle cose, poiché, di fronte ad una pagina bianca, tutto può accadere e prendere forma. La pagina non tracciata è, infatti, superficie ancora incontaminata, origine e silenzio. La pagina bianca ricorda la lunga attesa prima che l’idea prendi forma. Pagina vuota, assente, magico inizio e fine, pagina superficie, pagina contenitore, pagina tela, queste possono essere alcune delle mille accezioni con cui si intende un concetto, piuttosto che un semplice termine, che è ambiguo quanto complesso, che è pensiero e spazio, che prelude un racconto, una storia, una piccola emozione quotidiana.
Alessio Ancillai riporta sulla tela brevi storie, considerazioni personali, intense emozioni e delicati equilibri che regolano le relazioni umane. A volte, ricalca invece le imperfezioni e le sbavature della società contemporanea sempre più proiettata verso disequilibrio, l’entropia.
I trittici e polittici dell’artista romano giocano con lo spazio fisico, frammentano l’immagine e lo riconduce al segno significante, scompongono la figura in rigagnoli di pennellate fluide che sembrano scivolare fuori dalla cornice del quadro. L’opera dell’autore si pone ai limiti dell’astrazione, lavorando sulla variazione del tono e del timbro cromatico introduce elementi simbolici e segnici che seguono un ritmo serrato e dissonante come una composizione Jazz. La superficie pittorica si espande e si contrae sulla tela, acquista matericità nel momento della dissoluzione della forma definita, le pennellate brillanti seguono una direzione ondulatoria che non ha né inizio ne fine, racchiude un orizzonte senza centro.
Le opere di Ancillai, tra astrattismo e figurativismo, richiamano alla mente il tratto veloce di Mirò, la ricerca informale di Antoni Tàpies, Hans Hartung, le ricerche spaziali degli scultori Julio Gonzales e Alexander Calder, ma si avvicinano anche alla nuova tendenza sviluppatasi negli anni Novanta in Italia che annovera nomi significativi come Marco Tirelli, Gianni Dessì, Piero Pizzi Cannella.. riuniti nella residenza dell’ex pastificio Cerere nel quartiere di San Lorenzo a Roma.
Nel ciclo “Pagina Bianca” di Ancillai poesia, musica e pittura sono messe a confronto, l’immagine racchiude e contemporaneamente respinge il “Verbo”, accenna a parole e suoni non ancora espressi, cita e interpreta versi e melodie note, struttura la superficie come l’impaginazione di un libro o di uno spartito musicale, sovrappone il filo alla linea, unisce il collage alla composizione di forme antropomorfe compresse in una superficie bidimensionale.
Non esiste divisione netta tra scrittura e segno, il segno è pre-scrittura, ma è anche codice convenzionale e grammatica di ogni linguaggio verbale e visivo. Se dunque la musica contiene in sé principi matematici e se la scrittura è segno grafico e significante allo stesso tempo, Ancillai tenta di trovare la sintesi tra le diverse discipline e riporta la pittura ad un livello sinestetico e sinergetico. L’autore sembra, infatti, distribuire il segno su un superficie-pentagramma modulato da movimenti appena percepibili e da linee orizzontali e verticali, circonflesse, a volte sovrapposte o sostituite dallo spago, che costruiscono percorsi interiori ed immaginari.
In realtà, Ancillai trova una personale forma di sinestesia pittorica che tenta una difficile conciliazione tra la rappresentazione di eterei momenti di intimo raccoglimento ed una ricerca formale che gioca sulla continua apparizione e sparizione di oggetti quotidiani e sagome umane.
Alessio Ancillai vive e lavora a Roma. Mostre personali: Scripta, Extra Art Café, Roma 2002; Officina Tangopolis, Roma 2003; libreria Amore e Psiche, Roma 2004; Alcuni Suoni, Torretta Valadier, Roma 2005; galleria Rione Arte Tithmis, Roma 2005; Dalla sfumatura alla linea, Atelier Rione Arte, Roma 2006. Principali mostre collettive: Gilgamesh di fiero spendore, Libreria Bibli, Roma 2004; Le vie dell’astrazione, Museo storico della Fanteria, Roma 2005; World Fine Art Gallery 511 West 25th Street, New York 2005; Rassegna Cremona città dell’arte, Palazzo Comunale, Cremona 2005; Percorsi di pace, galleria Gard, Roma 2005; Avantgard-Retrogrard, galleria Gard, Roma 2006; Centro cult.urale Egiziano dell’Ambasciata Araba d’Egitto, Roma 2006; Incontriamo le emozioni tra arte, benessere e cultura sociale, Palazzo Medici Claricelli, Roma 2006.
07
dicembre 2006
Alessio Ancillai – Pagina bianca
Dal 07 al 10 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEI CONGRESSI DELL’EUR
Roma, Piazza John Fitzgerald Kennedy, 1, (Roma)
Roma, Piazza John Fitzgerald Kennedy, 1, (Roma)
Vernissage
7 Dicembre 2006, Euro 5
Autore
Curatore