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Giovanni Gaggia / Francesco Diotallevi – NaOH
NaOH come cifra di una produzione artistica caratterizzata da colori acidi e da toni ironici
Comunicato stampa
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Continua il percorso espositivo di NaOH, il Comune di Mondolfo presso il Salone Aurora di Sant’ Agostino ospita l’iniziativa , è la prima volta che Mondolfo rientra nel calendario delle esposizioni coordinate dallo SPAC (Sistema-Provinciale-d’Arte-Contemporanea) ed è la prima collaborazione concreta in questo ambito tra l’assessorato alla Cultura del Comune di Mondolfo e l’Assessorato alle attività culturali della Provincia di Pesaro e Urbino.
Il percorso si pone come momento di dialogo per il lavoro di due artisti, Giovanni Gaggia e Francesco Diotallevi, che ad ogni tappa, rinnovano il confronto autentico cambiando le loro opere.
NaOH: la Soda Caustica, come composto chimico estremamente distruttivo, come paradigma degli elementi corrosivi delle istanze costruttive della nostra umanità.
NaOH come cifra di una produzione artistica caratterizzata da colori acidi e da toni ironici.Una formula chimica che descrive il thanatos implicito del nostro essere: quell’istinto di morte che nulla salva ma che, per autodeterminarsi, non può prescindere dall’atto creativo. Il progetto espositivo si sviluppa in una quarantina di opere partendo dall’incontro dei percorsi individuali dei due artisti per arrivare ai lavori creati ad hoc per l’evento.
Le tematiche sviluppate nel lavoro di Giovanni Gaggia nascono da una riflessione sull’inferno, un inferno strettamente connesso alla contemporaneità del contesto sociale.
Francesco Diotallevi declina, invece, la visione dell’inferno dantesco alla dimensione psicologica dell’aggressività dell’individuo.
Il compito di unire e di presentare i due percorsi artistici è stato affidato a Cristina Muccioli Docente di Filiosia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano la quale scrive:
“Il Comune di Mondolfo si è assunto una responsabilità nei confronti dei cittadini e del pubblico, che tutti ci auguriamo nel tempo tanto apolide quanto sa esserlo l’arte, che ha il sapore di una sfida gentile, ma incisiva: come la soda caustica, può provocare ustioni alle incrostazioni di calcare che offuscano il nostro pensiero e la nostra capacità ricettiva del nuovo nel nuovo millennio. A meno che, non ci proteggiamo gli occhi, non usiamo i guanti per accostarci all’alterità culturale dell’arte contemporanea. I pregiudizi non ci proteggeranno. Noi spettatori possiamo solo indossare la corazza della curiosità, del piacere fanciullo di provar meraviglia.
E’ come se Laura Servadio annunciasse: “noi, della terra di Leopardi, di Mantegna e di Gentile da Fabriano, saliamo sulle spalle dei giganti e ci rendiamo visibili con il nostro oggi, con i nostri artisti”. A Francesco Diotallevi e Giovanni Gaggia tocca l’onore e l’onere di inaugurare la prima storicizzazione del contemporaneo a Mondolfo.
Un artista si mette in mostra perché, innnanzitutto, ha il coraggio di esporsi.
Diotallevi e Gaggia sono due, non uno, non interscambiabili, non simili. Per questo possono dialogare e confrontarsi. Non ci si confronta mai sull’identico, partendo dalla consentaneità del sentire e del vivere, in questo caso artisticamente, una tematica. I due artisti dicono la loro sul male, sulla morte, sull’alienazione, la sofferenza fisica.
Gaggia esprime con i suoi irriverenti interventi cromatici il sadismo ludico del Fato, che danza e si ammanta del male senza farsene carico. L’artista lo affronta con ironia, gli sorride in faccia. Lo ritocca, lo simboleggia nella sua mastodonticità con i tratti più lievi e veloci.
Diotallevi va dritto come un affondo di fioretto, con cui probabilmente dipinge, al cuore del non senso, dell’assurdo, della banalità del male, come diceva Anna Harendt. Di un sorriso mostra i denti affilati del predatore, di uno sguardo la grata in ferro delle segrete, in cui l’inconscio di ogni “io” fa di noi i nostri carcerieri, i nostri boia. Con tanto di praticelli, alberelli e fiorellini intorno. “
La mostra a cura di Giovanna Bonasegale direttrice della galleria d’Arte moderna e contemporanea del comune di Roma e del critico d’arte Stefano Verri, è patrocinata dalla provincia di Pesaro e Urbino, dal comune di Fermignano (PU) e dal comune di Mondolfo (PU), è inserita nella programmazione di Segnali d’Arte del Sistema Provinciale d’Arte Contemporanea.
Il percorso si pone come momento di dialogo per il lavoro di due artisti, Giovanni Gaggia e Francesco Diotallevi, che ad ogni tappa, rinnovano il confronto autentico cambiando le loro opere.
NaOH: la Soda Caustica, come composto chimico estremamente distruttivo, come paradigma degli elementi corrosivi delle istanze costruttive della nostra umanità.
NaOH come cifra di una produzione artistica caratterizzata da colori acidi e da toni ironici.Una formula chimica che descrive il thanatos implicito del nostro essere: quell’istinto di morte che nulla salva ma che, per autodeterminarsi, non può prescindere dall’atto creativo. Il progetto espositivo si sviluppa in una quarantina di opere partendo dall’incontro dei percorsi individuali dei due artisti per arrivare ai lavori creati ad hoc per l’evento.
Le tematiche sviluppate nel lavoro di Giovanni Gaggia nascono da una riflessione sull’inferno, un inferno strettamente connesso alla contemporaneità del contesto sociale.
Francesco Diotallevi declina, invece, la visione dell’inferno dantesco alla dimensione psicologica dell’aggressività dell’individuo.
Il compito di unire e di presentare i due percorsi artistici è stato affidato a Cristina Muccioli Docente di Filiosia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano la quale scrive:
“Il Comune di Mondolfo si è assunto una responsabilità nei confronti dei cittadini e del pubblico, che tutti ci auguriamo nel tempo tanto apolide quanto sa esserlo l’arte, che ha il sapore di una sfida gentile, ma incisiva: come la soda caustica, può provocare ustioni alle incrostazioni di calcare che offuscano il nostro pensiero e la nostra capacità ricettiva del nuovo nel nuovo millennio. A meno che, non ci proteggiamo gli occhi, non usiamo i guanti per accostarci all’alterità culturale dell’arte contemporanea. I pregiudizi non ci proteggeranno. Noi spettatori possiamo solo indossare la corazza della curiosità, del piacere fanciullo di provar meraviglia.
E’ come se Laura Servadio annunciasse: “noi, della terra di Leopardi, di Mantegna e di Gentile da Fabriano, saliamo sulle spalle dei giganti e ci rendiamo visibili con il nostro oggi, con i nostri artisti”. A Francesco Diotallevi e Giovanni Gaggia tocca l’onore e l’onere di inaugurare la prima storicizzazione del contemporaneo a Mondolfo.
Un artista si mette in mostra perché, innnanzitutto, ha il coraggio di esporsi.
Diotallevi e Gaggia sono due, non uno, non interscambiabili, non simili. Per questo possono dialogare e confrontarsi. Non ci si confronta mai sull’identico, partendo dalla consentaneità del sentire e del vivere, in questo caso artisticamente, una tematica. I due artisti dicono la loro sul male, sulla morte, sull’alienazione, la sofferenza fisica.
Gaggia esprime con i suoi irriverenti interventi cromatici il sadismo ludico del Fato, che danza e si ammanta del male senza farsene carico. L’artista lo affronta con ironia, gli sorride in faccia. Lo ritocca, lo simboleggia nella sua mastodonticità con i tratti più lievi e veloci.
Diotallevi va dritto come un affondo di fioretto, con cui probabilmente dipinge, al cuore del non senso, dell’assurdo, della banalità del male, come diceva Anna Harendt. Di un sorriso mostra i denti affilati del predatore, di uno sguardo la grata in ferro delle segrete, in cui l’inconscio di ogni “io” fa di noi i nostri carcerieri, i nostri boia. Con tanto di praticelli, alberelli e fiorellini intorno. “
La mostra a cura di Giovanna Bonasegale direttrice della galleria d’Arte moderna e contemporanea del comune di Roma e del critico d’arte Stefano Verri, è patrocinata dalla provincia di Pesaro e Urbino, dal comune di Fermignano (PU) e dal comune di Mondolfo (PU), è inserita nella programmazione di Segnali d’Arte del Sistema Provinciale d’Arte Contemporanea.
22
dicembre 2006
Giovanni Gaggia / Francesco Diotallevi – NaOH
Dal 22 dicembre 2006 al 14 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
COMPLESSO MONUMENTALE DI SANT’AGOSTINO
Mondolfo, Via Cavour, (Pesaro E Urbino)
Mondolfo, Via Cavour, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
Sabato/ Domenica e Festivi 18–20
Vernissage
22 Dicembre 2006, ore 18
Autore
Curatore