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Women in Revolt
un cospicuo numero di artisti nazionali e internazionali che utilizzano i materiali extra artistici (l’installazione video o sonora)
Comunicato stampa
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L'anima concettuale di questa rassegna intitolata WOMEN IN REVOLT parte dalla volontà di mettere a confronto un cospicuo numero di artisti nazionali e internazionali che utilizzano i materiali extra artistici (l'installazione video o sonora) per avvicinare il pubblico a un nuovo concetto di EVIDENZIATORE in grado di osservare il veloce fluire del nostro tempo sociale con un'attenzione oramai perduta. Le scelte video effettuate prendono spunto dalle contemporanee soluzioni artistiche in cui la presenza dell'artista, così come quella del pubblico (o sarebbe meglio dire del cittadino curioso), risultano fondamentali per la piena riuscita dell'operazione artistica. Ciò che si vuole mettere in evidenza è la possibile alternanza di riferimenti e di riflessioni su di una realtà sovrapposta, in costante mutazione. D'altra parte questa attitudine non è affatto innovativa: pensiamo al Dadaismo e alla concezione ARTE=VITA o all'interventismo allargato a ogni referente culturale proprio della nostra avanguardia più interessante il Futurismo, in cui la condensazione e la stimolazione successiva sconvolgevano l'interpretazione. A distanza di quasi un secolo poco è cambiato. L'autore contemporaneo informa di sé le varie operazioni alimentando storie e visioni che permettano con poco l'idea di un insieme. Gli autori, le produzioni artistiche, i movimenti o le reazioni culturali a determinati eventi artistici sono il "pretesto" per raccontare ciò che sta accadendo e cambiando attorno a noi. L'artista e il suo pubblico sono invitati ad essere veri e propri archeologi del presente, orami armati di ottime armi per addentrarsi nei meandri di una realtà corrente sempre più imbevuta di citazioni, rimandi e anticipazioni.
WOMEN IN REVOLT vuole essere una breve ma evidente sottolineatura di tutti quei processi di incroci e stimoli attuali che hanno dogmatizzato un nuovo atteggiamento scenico, un modus operandi intriso di narrazione più o meno rivelata. L'artista ha scelto di non essere più un inventore di idee ma un attento raccoglitore di concetti. Se gli anni Ottanta sono stati i primi testimoni della proliferazione narrativa/informativa tramite il concetto di super descrizione e se gli anni Novanta, al contrario, si sono ribellati a un plus valore divulgativo, l'attuale contemporaneità convive dei suoi opposti, dogmatizzando quella cross culture nata proprio negli anni Ottanta. Osservando le ondate di ritorno di una narrazione multiforme possiamo affermare che l'attualità veda il ritorno di micro storie raccontate nel profondo. Le arti hanno compreso il proliferare del mini villaggio composto di piccole esperienze a scapito di un villaggio globale che nel suo paradiso informativo, Internet, svolge il proprio ruolo.
Per questo e da questo la presenza della video arte come rilevatore di sistema di un contesto allargato socialmente e culturalmente come la violenza (fisica, psicologica, sociale, culturale, economico) può essere, e vuole essere, un alternativa alla riflessione comune sull'argomento.
La scelta di quattordici artiste attive a livello internazionale parte proprio da una riflessione apparentemente più generica sull'oggetto testuale preso come riferimento e intende approfondire trasversalmente i più reconditi aspetti di una problematica così diffusa.
WOMEN IN REVOLT vuole essere una breve ma evidente sottolineatura di tutti quei processi di incroci e stimoli attuali che hanno dogmatizzato un nuovo atteggiamento scenico, un modus operandi intriso di narrazione più o meno rivelata. L'artista ha scelto di non essere più un inventore di idee ma un attento raccoglitore di concetti. Se gli anni Ottanta sono stati i primi testimoni della proliferazione narrativa/informativa tramite il concetto di super descrizione e se gli anni Novanta, al contrario, si sono ribellati a un plus valore divulgativo, l'attuale contemporaneità convive dei suoi opposti, dogmatizzando quella cross culture nata proprio negli anni Ottanta. Osservando le ondate di ritorno di una narrazione multiforme possiamo affermare che l'attualità veda il ritorno di micro storie raccontate nel profondo. Le arti hanno compreso il proliferare del mini villaggio composto di piccole esperienze a scapito di un villaggio globale che nel suo paradiso informativo, Internet, svolge il proprio ruolo.
Per questo e da questo la presenza della video arte come rilevatore di sistema di un contesto allargato socialmente e culturalmente come la violenza (fisica, psicologica, sociale, culturale, economico) può essere, e vuole essere, un alternativa alla riflessione comune sull'argomento.
La scelta di quattordici artiste attive a livello internazionale parte proprio da una riflessione apparentemente più generica sull'oggetto testuale preso come riferimento e intende approfondire trasversalmente i più reconditi aspetti di una problematica così diffusa.
25
novembre 2006
Women in Revolt
Dal 25 al 26 novembre 2006
arte contemporanea
Location
PALAZZO D’ACCURSIO
Bologna, Piazza Maggiore, 6, (Bologna)
Bologna, Piazza Maggiore, 6, (Bologna)
Vernissage
25 Novembre 2006, ore 20.30
Autore
Curatore