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Kent Henricksen – Woodland Wonders
Galleria Glance è lieta di presentare la prima personale italiana di Kent Henricksen
Comunicato stampa
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Il leit-motiv ricorrente nelle sue opere è, non a caso, una figura incappucciata. Questa è ricamata sia su sfondi neutri, come un’icona o un’apparizione, sia su stoffe stampate con motivi pastorali tipici del rococò francese. I quadretti bucolici ispirati ai capolavori di Jean-Honoré Fragonard e Francois Boucher sono riproposti e modificati dall’artista che, sui volti degli amanti spensierati, aggiunge cappucci, maschere e corde che li attualizzano e sromanticizzano drammaticamente.
Infine i quadri, spesso esposti con cornici elaborate, sono ambientati su tappezzerie tipiche della decorazione di ambientazione borghese, ma dalle tinte pop. Le installazioni stridono con il rigore concettuale e minimalista di molta arte contemporanea.
Il leit-motiv ricorrente nelle sue opere è, non a caso, una figura incappucciata. Questa è ricamata sia su sfondi neutri, come un’icona o un’apparizione, sia su stoffe stampate con motivi pastorali tipici del rococò francese. I quadretti bucolici ispirati ai capolavori di Jean-Honoré Fragonard e Francois Boucher sono riproposti e modificati dall’artista che, sui volti degli amanti spensierati, aggiunge cappucci, maschere e corde che li attualizzano e sromanticizzano drammaticamente. Infine i quadri, spesso esposti con cornici elaborate, sono ambientati su tappezzerie tipiche della decorazione di ambientazione borghese, ma dalle tinte pop. Le installazioni stridono con il rigore concettuale e minimalista di molta arte contemporanea.
La tecnica di appropriazione e “sfregio” di opere d’arte minore, a loro volta copie della pittura settecentesca francese, è al tempo stesso irriverente e colta, ironica e politica. A prima vista richiama il gesto adolescenziale di aggiungere barba e occhiali sulle facce dei politici nei manifesti, così come la versione più intellettuale di Marcel Duchamp e dei suoi baffi alla Gioconda. Ma richiama anche la mania moralista della Controriforma che, nella seconda metà del XVI, spinse a coprire le nudità nei dipinti, il cui caso più famoso è quello del Braghettone, che ha vestito con “mutandoni” i corpi nudi, ritenuti osceni, del Giudizio Universale di Michelangelo. Questa pratica di censura e di aggiustamento morale delle immagini, ancora attuata in molti paesi, sembra rovesciata nell’azione di Kent Henricksen: forse oggi quello che è scandaloso è la spensieratezza, l’idillio, l’occultamento dell’odio e della violenza che ci circondano.
E allora Kent mostra il lato oscuro nascosto dietro quell’idillio, il crollo delle utopie, la fine del romanticismo. Non dice chi ci sia sotto quel cappuccio, né perché lo indossi. I suoi personaggi potrebbero essere appassionati di pratiche bondage e sado-maso o membri del Ku Klux Klan, fantasmi o torturatori, terroristi o rapinatori.
Questa libertà d’interpretazione fa sì che queste immagini richiamino alla mente una serie infinita di polemiche attuali legate alla questione dell’identità, dai torturatori di Guantanamo ai terroristi kamikaze, dal velo delle donne islamiche alla felpa col cappuccio, dagli scontri etnici e religiosi alla politica del terrore attuata dai governi. Problemi seri che non vengono trattati in modo pedante, ma anzi scherzandoci sopra, sdrammatizzandoli. Senza tabù, né censure.
Norma Mangione
11
novembre 2006
Kent Henricksen – Woodland Wonders
Dall'undici novembre al 22 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA GLANCE
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Orario di apertura
martedì - sabato 15:30 - 19:30 o su appuntamento
Vernissage
11 Novembre 2006, ore 21.30
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