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Daniele Cudini
Daniele Cudini presenta sei grandi tele che sfoggiano il bianco e il nero, l’oro e l’argento, realizzate appositamente per la sua seconda esposizione negli spazi della Galleria Marabini
Comunicato stampa
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La Galleria Marabini è lieta di presentare la nuova mostra personale di Daniele Cudini. L’inaugurazione si terrà il 10 Novembre dalle ore 18 alle 20.
Daniele Cudini presenta sei grandi tele che sfoggiano il bianco e il nero, l’oro e l’argento, realizzate appositamente per la sua seconda esposizione negli spazi della Galleria Marabini. Il mood neobarocco dell’artista si converte cosí, dopo le sfrenatezze del colore della sua prima mostra “Galapagos” del 2005, in un raffinato monocromatismo, giungendo ad una visione più pacata e quieta soltanto in apparenza perché l’iconografia della sua pittura risulta più enigmatica e visionaria. Come in una ragnatela, le immagini in bianco e nero ipnotizzano l’occhio e tessono storie senza tempo. Ci troviamo davanti ad architetture eco-in-sostenibili dove strani abitanti sembrano vivere a loro agio fra porte e finestre irraggiungibili e, sull’orlo d’ improbabili aperture, sono indecisi fra il tonfo suicida o un tuffo nella fonte dell’eterna giovinezza.
Come scrive Stefanie Kreuzer: ”…essi diventano persone al limite, simili a quelle vite quotidiane che camminano ai limiti psicologici o anche ai bordi della ridicolaggine. Visivamente un tale spostamento della percezione viene espresso attraverso dei personaggi deformati; in altre parole attraverso delle trasformazioni morfologiche le persone possono essere composte non soltanto da tratti umani e animaleschi ma anche tramite legami assurdi tra persone ed oggetti. Adulti che si trasformano attraverso degli attributi in bambini, in nani, fantasmi e apparizioni che percorrono azioni oscene e assurde; personaggi che si raddoppiano e che lasciano delle tracce di una presenza insicura, alludendo anche all’idea delle malattie mentali che spostano la visione cosiddetta 'normale'....”.
Alcuni personaggi morfologicamente innestati sfoggiano un grosso midollo spinale che si prolunga in una coriacea coda preistorica mostrata con vezzo, alcuni si ergono su piedistalli di pietra tra viottoli di giardino.
Come descrive la Kreuzer: ”….sia negli ambienti interni che esterni accadono azioni rituali; l’intimità della casa, metaforicamente potrebbe essere letta come l’immaginario della propria mente... gli spazi esterni invece propongono un approccio diverso e tendono verso la frammentazione completa e potrebbero essere interpretati come memoria collettiva o come il contenitore delle idee culturali…”.
Tutto stavolta si muove lentamente in un unicum paesaggistico rarefatto di un epoca imprecisata…tra il 1950 e il 2050? Maybe.
Da segnalare in contemporanea con la mostra di Bologna, la mostra presso il Nak Never Aachener Kunstverein di Aachen in Germania.
Daniele Cudini presenta sei grandi tele che sfoggiano il bianco e il nero, l’oro e l’argento, realizzate appositamente per la sua seconda esposizione negli spazi della Galleria Marabini. Il mood neobarocco dell’artista si converte cosí, dopo le sfrenatezze del colore della sua prima mostra “Galapagos” del 2005, in un raffinato monocromatismo, giungendo ad una visione più pacata e quieta soltanto in apparenza perché l’iconografia della sua pittura risulta più enigmatica e visionaria. Come in una ragnatela, le immagini in bianco e nero ipnotizzano l’occhio e tessono storie senza tempo. Ci troviamo davanti ad architetture eco-in-sostenibili dove strani abitanti sembrano vivere a loro agio fra porte e finestre irraggiungibili e, sull’orlo d’ improbabili aperture, sono indecisi fra il tonfo suicida o un tuffo nella fonte dell’eterna giovinezza.
Come scrive Stefanie Kreuzer: ”…essi diventano persone al limite, simili a quelle vite quotidiane che camminano ai limiti psicologici o anche ai bordi della ridicolaggine. Visivamente un tale spostamento della percezione viene espresso attraverso dei personaggi deformati; in altre parole attraverso delle trasformazioni morfologiche le persone possono essere composte non soltanto da tratti umani e animaleschi ma anche tramite legami assurdi tra persone ed oggetti. Adulti che si trasformano attraverso degli attributi in bambini, in nani, fantasmi e apparizioni che percorrono azioni oscene e assurde; personaggi che si raddoppiano e che lasciano delle tracce di una presenza insicura, alludendo anche all’idea delle malattie mentali che spostano la visione cosiddetta 'normale'....”.
Alcuni personaggi morfologicamente innestati sfoggiano un grosso midollo spinale che si prolunga in una coriacea coda preistorica mostrata con vezzo, alcuni si ergono su piedistalli di pietra tra viottoli di giardino.
Come descrive la Kreuzer: ”….sia negli ambienti interni che esterni accadono azioni rituali; l’intimità della casa, metaforicamente potrebbe essere letta come l’immaginario della propria mente... gli spazi esterni invece propongono un approccio diverso e tendono verso la frammentazione completa e potrebbero essere interpretati come memoria collettiva o come il contenitore delle idee culturali…”.
Tutto stavolta si muove lentamente in un unicum paesaggistico rarefatto di un epoca imprecisata…tra il 1950 e il 2050? Maybe.
Da segnalare in contemporanea con la mostra di Bologna, la mostra presso il Nak Never Aachener Kunstverein di Aachen in Germania.
10
novembre 2006
Daniele Cudini
Dal 10 novembre al 20 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARABINI
Bologna, Vicolo Della Neve, 5, (Bologna)
Bologna, Vicolo Della Neve, 5, (Bologna)
Orario di apertura
dal Martedì al Sabato dalle 10,30 alle 13 e dalle 15 alle 19,30
Vernissage
10 Novembre 2006, ore 18-20
Autore