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Il gigante di ghiaccio
L’epica impresa di Clemente Maffei “Gueret” al Monte Sarmiento
Comunicato stampa
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Sono passati cinquant’anni dalla spedizione del Monte Sarmiento per la quale vogliamo ricordare la guida alpina di Pinzolo Clemente Maffei detto il “Gueret”.
L’inaugurazione presso la sede della SAT a Trento, in via Manci 57, che si terrà il 13 ottobre ad ore 18:00, con conseguente apertura al pubblico dal 14 ottobre al 4 novembre, dal martedì al sabato, in orario 15:00 – 19:00, avrà da offrire una piccola sorpresa agli amanti dell’alpinismo storico. Il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi del C.A.I. di Torino ci ha concesso la possibilità di mostrare il filmato originale della spedizione del 1955-‘56, che vedeva il gruppo di validi alpinisti e scienziati tentare ripetutamente e poi conquistare il Monte Sarmiento e il Monte Italia. L’organizzazione di Padre Alberto Maria de Agostini creò il gruppo formato dal capo scientifico-tecnico prof. Giuseppe Morandini, il medico fisiologo dott. Luigi Sperti, l'ingegnere e geologo Arvedo Decima, le guide Clemente Maffei Gueret, Luigi Carrel, Camillo Pellissier e Luigi Barmasse, l'accademico del C.A.I. Carlo Mauri, l'operatore cinematografico Edmondo Raffaldi, i militari cileni: il maggiore Artuto Ayala Arce, topografo, il radiotelegrafista Belisario Cabeza, l'andinista Michele Saavedra e il cuoco Angelo Gaez.
Il video, privo di audio, è molto breve, ma emozionante per chi ha conosciuto quegli alpinisti o quelle zone. Mostra alcuni momenti di preparazione, di cammino e di organizzazione in mezzo ai ghiacci spettacolari della Terra del Fuoco.
Il fascino del ghiaccio nelle fotografie, come nel filmato, lascia spazio anche alle sensazioni e ai racconti dei protagonisti, che, in balìa di maltempo e bufere, raccolgono tutte le loro energie per dare il meglio di se stessi.
“Sono anch'io sulla cima! In questo regno fantastico non ci è possibile vedere più in giù dei nostri scarponi. (...) Il freddo, il vento, il nevischio fastidioso, la nebbia che ci toglie la visibilità, ora non contano più. (...) Penso ai miei compagni di cordata e a tutti i miei Rampagaroi della Val Rendena, e sono sicuro che questa vittoria li farà gioire nel ricordarmi." Con queste parole la guida Clemente Maffei Gueret racconta, sul libro “Sfingi di ghiaccio” di Padre Alberto M. De Agostini, il suo arrivo alla vetta del Monte Sarmiento il 7 marzo 1956 insieme a Carlo Mauri.
Cinquantacinque fotografie compongono un denso e poetico percorso per gli appassionati di avventure vere, vissute nell’intensa volontà di arrivare, di farcela, di tornare vincitori. L’elaborazione delle vecchie pellicole ha creato effetti cromatici e bagliori che sembrano illustrare gli stati d’animo degli alpinisti. Il racconto, che accompagna le fotografie riesce ad evocare il contatto diretto tra uomo e forze della natura. Le acque gelide e torbide dello Stretto di Magellano e le terre ricoperte di giunchi secchi e ghiacciai, che arrivano sino al mare, sono lo scenario di un’esplorazione che non si arrende davanti a nulla. Gli animi dei conquistatori sono rinsaldati dalla compattezza della solidarietà. Queste sono condizioni in cui gli spiriti si riempiono di una fiducia, che rende più forti e capaci della massima determinazione. Era questo uno dei punti fondamentali dell’insegnamento tra le righe che il Gueret ha impartito per tutta la sua vita a chi lo ha seguito: una volta che si possedeva la tecnica era ora di iniziare con l’ingegno e lo spirito di solidarietà.
Così i suoi compagni di cordata lo descrivono: un vero conoscitore della montagna, che non ha mai smesso di amarla, fino all’ultimo giorno.
Oltre alle vie aperte in Trentino sono numerose le altre spedizioni internazionali, quasi sempre in compagnia della moglie Laura, che ha condiviso, talvolta duramente, le sue passioni fino in fondo. Li ricordiamo gestori della Stella Alpina, della Paganella, del Rifugio Sapienza sull’Etna, dove divenne anche guida vulcanologia. Ricordiamo il Gueret tornare dalla spedizione in Antartide e dall’invidiabile giro del mondo con la moglie negli anni ‘73-‘74, in cui con circa cento voli aerei hanno visitato l’Asia, l’Oceania, l’Australia, le due Americhe e il Sud Pacifico con l’Isola di Pasqua. Li ricordiamo tornare dalle spedizioni in Pakistan, in Groenlandia, nelle Ande e nell’Amazzonia, nell’Himalaya, due volte, e dal Monte Ararat in Turchia. Per il 25° anniversario di matrimonio organizzarono un giro vulcanologico alle Canarie dove li raggiunse il noto vulcanologo Harund Tazief, caro amico dai tempi dell’Etna.
Nella recente riedizione del libro “Gueret Rampagarol”, a cura di Giuseppe Leopardi, una prefazione di Ermanno Salvaterra lo ricorda così: “Guarot era uno che affascinava, che incuriosiva, che attraeva. Forse al primo impatto poteva mettere anche in imbarazzo ma subito dopo metteva chiunque a proprio agio e, se si riusciva a farlo parlare, se si riusciva a farsi raccontare qualcosa, allora l’incontro con quell’uomo tanto minuto quanto Grande, diveniva un incontro che il tempo non avrebbe più cancellato.”
Qualcosa ci fa credere che molti non avrebbero mai perso la voglia di incontrarlo sui nostri amati “crozz”.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questa esposizione. Ricordiamo che il materiale fotografico è stato cortesemente prestato da: Biblioteca S.A.T. Trento, Fusi Laura Maffei, guida alpina Antonio Carrel, Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi, Archivio Fotografico Salesiani Don Bosco.
Eva Lavinia Maffei
L’inaugurazione presso la sede della SAT a Trento, in via Manci 57, che si terrà il 13 ottobre ad ore 18:00, con conseguente apertura al pubblico dal 14 ottobre al 4 novembre, dal martedì al sabato, in orario 15:00 – 19:00, avrà da offrire una piccola sorpresa agli amanti dell’alpinismo storico. Il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi del C.A.I. di Torino ci ha concesso la possibilità di mostrare il filmato originale della spedizione del 1955-‘56, che vedeva il gruppo di validi alpinisti e scienziati tentare ripetutamente e poi conquistare il Monte Sarmiento e il Monte Italia. L’organizzazione di Padre Alberto Maria de Agostini creò il gruppo formato dal capo scientifico-tecnico prof. Giuseppe Morandini, il medico fisiologo dott. Luigi Sperti, l'ingegnere e geologo Arvedo Decima, le guide Clemente Maffei Gueret, Luigi Carrel, Camillo Pellissier e Luigi Barmasse, l'accademico del C.A.I. Carlo Mauri, l'operatore cinematografico Edmondo Raffaldi, i militari cileni: il maggiore Artuto Ayala Arce, topografo, il radiotelegrafista Belisario Cabeza, l'andinista Michele Saavedra e il cuoco Angelo Gaez.
Il video, privo di audio, è molto breve, ma emozionante per chi ha conosciuto quegli alpinisti o quelle zone. Mostra alcuni momenti di preparazione, di cammino e di organizzazione in mezzo ai ghiacci spettacolari della Terra del Fuoco.
Il fascino del ghiaccio nelle fotografie, come nel filmato, lascia spazio anche alle sensazioni e ai racconti dei protagonisti, che, in balìa di maltempo e bufere, raccolgono tutte le loro energie per dare il meglio di se stessi.
“Sono anch'io sulla cima! In questo regno fantastico non ci è possibile vedere più in giù dei nostri scarponi. (...) Il freddo, il vento, il nevischio fastidioso, la nebbia che ci toglie la visibilità, ora non contano più. (...) Penso ai miei compagni di cordata e a tutti i miei Rampagaroi della Val Rendena, e sono sicuro che questa vittoria li farà gioire nel ricordarmi." Con queste parole la guida Clemente Maffei Gueret racconta, sul libro “Sfingi di ghiaccio” di Padre Alberto M. De Agostini, il suo arrivo alla vetta del Monte Sarmiento il 7 marzo 1956 insieme a Carlo Mauri.
Cinquantacinque fotografie compongono un denso e poetico percorso per gli appassionati di avventure vere, vissute nell’intensa volontà di arrivare, di farcela, di tornare vincitori. L’elaborazione delle vecchie pellicole ha creato effetti cromatici e bagliori che sembrano illustrare gli stati d’animo degli alpinisti. Il racconto, che accompagna le fotografie riesce ad evocare il contatto diretto tra uomo e forze della natura. Le acque gelide e torbide dello Stretto di Magellano e le terre ricoperte di giunchi secchi e ghiacciai, che arrivano sino al mare, sono lo scenario di un’esplorazione che non si arrende davanti a nulla. Gli animi dei conquistatori sono rinsaldati dalla compattezza della solidarietà. Queste sono condizioni in cui gli spiriti si riempiono di una fiducia, che rende più forti e capaci della massima determinazione. Era questo uno dei punti fondamentali dell’insegnamento tra le righe che il Gueret ha impartito per tutta la sua vita a chi lo ha seguito: una volta che si possedeva la tecnica era ora di iniziare con l’ingegno e lo spirito di solidarietà.
Così i suoi compagni di cordata lo descrivono: un vero conoscitore della montagna, che non ha mai smesso di amarla, fino all’ultimo giorno.
Oltre alle vie aperte in Trentino sono numerose le altre spedizioni internazionali, quasi sempre in compagnia della moglie Laura, che ha condiviso, talvolta duramente, le sue passioni fino in fondo. Li ricordiamo gestori della Stella Alpina, della Paganella, del Rifugio Sapienza sull’Etna, dove divenne anche guida vulcanologia. Ricordiamo il Gueret tornare dalla spedizione in Antartide e dall’invidiabile giro del mondo con la moglie negli anni ‘73-‘74, in cui con circa cento voli aerei hanno visitato l’Asia, l’Oceania, l’Australia, le due Americhe e il Sud Pacifico con l’Isola di Pasqua. Li ricordiamo tornare dalle spedizioni in Pakistan, in Groenlandia, nelle Ande e nell’Amazzonia, nell’Himalaya, due volte, e dal Monte Ararat in Turchia. Per il 25° anniversario di matrimonio organizzarono un giro vulcanologico alle Canarie dove li raggiunse il noto vulcanologo Harund Tazief, caro amico dai tempi dell’Etna.
Nella recente riedizione del libro “Gueret Rampagarol”, a cura di Giuseppe Leopardi, una prefazione di Ermanno Salvaterra lo ricorda così: “Guarot era uno che affascinava, che incuriosiva, che attraeva. Forse al primo impatto poteva mettere anche in imbarazzo ma subito dopo metteva chiunque a proprio agio e, se si riusciva a farlo parlare, se si riusciva a farsi raccontare qualcosa, allora l’incontro con quell’uomo tanto minuto quanto Grande, diveniva un incontro che il tempo non avrebbe più cancellato.”
Qualcosa ci fa credere che molti non avrebbero mai perso la voglia di incontrarlo sui nostri amati “crozz”.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questa esposizione. Ricordiamo che il materiale fotografico è stato cortesemente prestato da: Biblioteca S.A.T. Trento, Fusi Laura Maffei, guida alpina Antonio Carrel, Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi, Archivio Fotografico Salesiani Don Bosco.
Eva Lavinia Maffei
13
ottobre 2006
Il gigante di ghiaccio
Dal 13 ottobre al 04 novembre 2006
Location
MUSEO STORICO DELLA SAT – SOCIETA’ DEGLI ALPINISTI TRIDENTINI
Trento, Via Giannantonio Manci, 57, (Trento)
Trento, Via Giannantonio Manci, 57, (Trento)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15–19
Vernissage
13 Ottobre 2006, ore 18
Curatore