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E, lo vedi, è la vita
una frase raccoglie tutta la poesia di questa collettiva che vede i lavori di Cesare Inzerillo, Gianni Lucchesi e Sandro Bettin confrontarsi
Comunicato stampa
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E, lo vedi, è la vita:…………….la breve poesia di Sanguineti è anche il titolo della mostra che si inaugura il 14 ottobre presso i locali dell’asssociazione Spazio dinamico pme a San Giuliano Terme. Ancora meglio si potrebbe dire: una frase raccoglie tutta la poesia di questa collettiva che vede i lavori di Cesare Inzerillo, Gianni Lucchesi e Sandro Bettin confrontarsi.
Nell’occasione sarà esposto il frutto di una ricerca dall’identico itinerario concettuale ma dall’assoluta differenza rappresentativa, questo il primo, ma non l’unico apetto interessante della mostra.
Inzerillo, Lucchesi e Bettin non si erano mai comunicati il loro percorso concettuale ma, ad un certo punto e per puro caso hanno scoperto che stavano lavorando esattamente alla stessa “cosa”, pur realizzandola in maniera completamente diversa. Esperienza esemplificativa di quel pensiero universale che l’arte sa rendere particolarmente affascinante tramite lavori di luoghi e culture diverse.
Nella mostra presso Spazio Dinamico pme i tre artisti fermano, nelle loro opere, un momento preciso del tempo che scorre. Il momento in cui la materia e l’anima, il corpo e la mente si “ossidano”, frutto dell’inesorabile svolgersi della vita. Eppure è proprio questa ossidazione - rappresentata dagli artisti come ruggine, improbabili ex voto, o più ironicamente tentativi di mummificazione – che il mondo cerca di “rimuovere” a colpi di restauro materiale e morale. Inevitabile la considerazione: in fondo il mondo si affanna a non voler vedere ciò che c’è di più bello, la vita.
Tutto questo nelle mummie formato “Barbie” di Inzerillo, artista palermitano che ha firmato, come scenografo, i migliori lavori di Ciprì e Maresco; nei giganteschi cuori di Bettin che per “grazia ricevuta” abitano non solo gli spazi dell’esposizione. Cuori giganti scolpiti nel gesso e nel bronzo, o che affiorano nel centro di un monolite, simbolo dell’infinità del tempo, inizio e fine della vita, intenzionale citazione di Kubrickiana memoria. Più distanti nella forma rappresentativa le “macchie” d’olio di Lucchesi, una serie di lavori a muro che segnano un’ulteriore passo avanti della sua ricerca. Anche lì l’ossidazione racconta. Racconta l’amore, la sofferenza, l’indifferenza. Tensioni che finiscono per trovare, nel loro punto massimo una via d’uscita alla ricerca di un contatto.
Cesare Inzerillo di Palermo (nato nel 1971), diplomato al liceo artistico della sua città lavora come scenografo (es. nel 2002-2003 ha firmato le scenografie dello spettacolo "Palermo può attendere" e "Il ritorno di cagliostro"diretto da Ciprì e Maresco, sezione teatro cinema festival di Venezia e festival di Venezia.Attualmente lavora a LA7)e come artista. Il suo lavoro richiama fortemente le sue radici. Da poco ha deciso di far conoscere il suo lavoro d'artista che comunque coltiva privatamente da anni. Ha fatto alcune mostre a Palermo ed in Sicilia.
Gianni Lucchesi nato a Pisa nel 1965, anche lui diplomato presso l'istituto d'arte si forma come restauratore di vetrate antiche (importante il restauro alle vetrate del Duomo di Lucca fra le più antiche ed importanti vetrate del mondo). Ha fatto numerose mostre tra le quali Opus presso gli Arsenali Medicei di Pisa e tra le ultime Accueil presso lo Studio Schomber a Roma
Sandro Bettin nato a Pisa nel 1956, diplomato presso l'istituto d'arte. (anche lui scenografo ha firmato "Il viaggio di Massud" di Renzo Lulli e Di Stefano durante il conflitto tra Russia e Afganistan, ha lavorato inoltre con : Paolo Benvenuti, Ridley Scott, Ciprì e Maresco,Matteo Garrone, Guido Chiesa, Carlo Mazzacurati, Nanni Moretti, Fabrizio Bentivoglio, Marco Tullio Giordana ha collaborato alla sceneggiatura di "Segreti di Stato" di Paolo Benvenuti Venezia 2003). Il suo lavoro atistico è particolarmente conosciuto ed apprezzato nel mondo del cinema e i suoi lavorisi trovanop nelle case di molti "addetti" ai lavori.
Nell’occasione sarà esposto il frutto di una ricerca dall’identico itinerario concettuale ma dall’assoluta differenza rappresentativa, questo il primo, ma non l’unico apetto interessante della mostra.
Inzerillo, Lucchesi e Bettin non si erano mai comunicati il loro percorso concettuale ma, ad un certo punto e per puro caso hanno scoperto che stavano lavorando esattamente alla stessa “cosa”, pur realizzandola in maniera completamente diversa. Esperienza esemplificativa di quel pensiero universale che l’arte sa rendere particolarmente affascinante tramite lavori di luoghi e culture diverse.
Nella mostra presso Spazio Dinamico pme i tre artisti fermano, nelle loro opere, un momento preciso del tempo che scorre. Il momento in cui la materia e l’anima, il corpo e la mente si “ossidano”, frutto dell’inesorabile svolgersi della vita. Eppure è proprio questa ossidazione - rappresentata dagli artisti come ruggine, improbabili ex voto, o più ironicamente tentativi di mummificazione – che il mondo cerca di “rimuovere” a colpi di restauro materiale e morale. Inevitabile la considerazione: in fondo il mondo si affanna a non voler vedere ciò che c’è di più bello, la vita.
Tutto questo nelle mummie formato “Barbie” di Inzerillo, artista palermitano che ha firmato, come scenografo, i migliori lavori di Ciprì e Maresco; nei giganteschi cuori di Bettin che per “grazia ricevuta” abitano non solo gli spazi dell’esposizione. Cuori giganti scolpiti nel gesso e nel bronzo, o che affiorano nel centro di un monolite, simbolo dell’infinità del tempo, inizio e fine della vita, intenzionale citazione di Kubrickiana memoria. Più distanti nella forma rappresentativa le “macchie” d’olio di Lucchesi, una serie di lavori a muro che segnano un’ulteriore passo avanti della sua ricerca. Anche lì l’ossidazione racconta. Racconta l’amore, la sofferenza, l’indifferenza. Tensioni che finiscono per trovare, nel loro punto massimo una via d’uscita alla ricerca di un contatto.
Cesare Inzerillo di Palermo (nato nel 1971), diplomato al liceo artistico della sua città lavora come scenografo (es. nel 2002-2003 ha firmato le scenografie dello spettacolo "Palermo può attendere" e "Il ritorno di cagliostro"diretto da Ciprì e Maresco, sezione teatro cinema festival di Venezia e festival di Venezia.Attualmente lavora a LA7)e come artista. Il suo lavoro richiama fortemente le sue radici. Da poco ha deciso di far conoscere il suo lavoro d'artista che comunque coltiva privatamente da anni. Ha fatto alcune mostre a Palermo ed in Sicilia.
Gianni Lucchesi nato a Pisa nel 1965, anche lui diplomato presso l'istituto d'arte si forma come restauratore di vetrate antiche (importante il restauro alle vetrate del Duomo di Lucca fra le più antiche ed importanti vetrate del mondo). Ha fatto numerose mostre tra le quali Opus presso gli Arsenali Medicei di Pisa e tra le ultime Accueil presso lo Studio Schomber a Roma
Sandro Bettin nato a Pisa nel 1956, diplomato presso l'istituto d'arte. (anche lui scenografo ha firmato "Il viaggio di Massud" di Renzo Lulli e Di Stefano durante il conflitto tra Russia e Afganistan, ha lavorato inoltre con : Paolo Benvenuti, Ridley Scott, Ciprì e Maresco,Matteo Garrone, Guido Chiesa, Carlo Mazzacurati, Nanni Moretti, Fabrizio Bentivoglio, Marco Tullio Giordana ha collaborato alla sceneggiatura di "Segreti di Stato" di Paolo Benvenuti Venezia 2003). Il suo lavoro atistico è particolarmente conosciuto ed apprezzato nel mondo del cinema e i suoi lavorisi trovanop nelle case di molti "addetti" ai lavori.
14
ottobre 2006
E, lo vedi, è la vita
Dal 14 ottobre al 05 novembre 2006
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE SPAZIO DINAMICO P.M.E
San Giuliano Terme, Strada Statale Dell'abetone E Del Brennero, 45, (Pisa)
San Giuliano Terme, Strada Statale Dell'abetone E Del Brennero, 45, (Pisa)
Orario di apertura
venerdì, sabato e domenica dalle 18.00 alle 20.00. Gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
14 Ottobre 2006, ore 18
Autore