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Alessandro Brasile – Faccia a faccia
Ritratti di registi africani e non
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una mostra di ritratti di registi africani, e non solo. Un faccia a faccia con i protagonisti di un cinema altro, ancora poco conosciuto, per svelare – attraverso il ritratto fotografico – il volto nascosto dietro la macchina cinematografica.
Nel 1857 il celebre fotografo Gaspard-Félix Tournachon, più famoso come Nadar, giunge a un processo con il fratello Adrien proprio per l’uso di questo pseudonimo con cui era divevuto celebre; nel sostenere di fronte ai giudici che a lui solamente spettava il diritto di utilizzare il nome di Nadar, e quindi firmare le proprie opere, egli spiegò che la fotografia era ormai alla portata di qualsiasi persona e che lui avrebbe potuto insegnare anche a uno stalliere tutto ciò che serviva per realizzare una fotografia in un giorno, ma non avrebbe potuto comunicargli quella particolare sensibilità necessaria per ritrarre una persona cogliendone le sfumature del carattere, la sua personalità e realizzando quindi non un qualsiasi ritratto, ma “il ritratto” dotato di una verosimiglianza interiore, oltre che esteriore. Si può certamente immaginare quale fascino abbia avuto il ritratto nella ormai lunga storia della fotografia, ma aldilà delle epoche e degli stili rimane però interessante riconoscere quelle immagini nelle quali il fotografo ha cercato di entrare in sintonia con i propri soggetti.
Attraverso le fotografie di Alessandro Brasile si apre questo varco, una dimensione di ascolto attento dei soggetti che lascia esprimere a ognuno la propria personalità, in effetti si tratta di uno spazio di attenzione, di studio, e forse anche di ammirazione, che ci permette di dare un volto e un’umanità a uomini e donne che, talvolta con grande difficoltà, hanno realizzato dei film quasi come una scommessa esistenziale.
Si può così cogliere, oltre alle figure dei registi, un omaggio al cinema, o meglio a un’idea di cinema originale fatto di narrazioni attraverso le immagini che permettono di entrare nei mondi dei sogni o visitare realtà lontane eppure tanto vicine da “riguardarci”, da essere ancora nostre. Così questo “specchio dotato di memoria”, come era stata definita la fotografia, ancora una volta ci svela sullo stesso piano artisti e uomini, sfondi e ambienti, ma soprattutto una superficie reale e qualcosa di più, come ogni vera parola od opera che ci portano a un oltre da immaginare e interpretare.
Piero Pozzi
Il lavoro di ritratti dei registi, per lo più africani, nasce dalla passione per il cinema. Un cinema difficilmente visibile, quello africano, fatto salvo in occasione di qualche rassegna o festival come ad esempio quello di Milano.
L'idea di mettere in immagine la figura del regista è un'idea semplice che muove dal fascino per questa professione. Il regista vive nella distanza fra il suo occhio e l’oggetto del suo racconto che in essa svanisce, diviene storia. Il regista è di per sé un “fantasma”. Normalmente sono gli attori a godere del favore dell'immagine che risuona più volte a partire dal grande schermo per arrivare alla stampa...
Perché non dare volto, un’anima fotografica a nomi di narratori spesso impronunciabili, sconosciuti? Per fare questo ho fotografato in modo tale da mettere il soggetto in un sistema di relazioni prossemiche con l’ambiente e la macchina fotografica. I registi sono diventati attori e persone. Il contesto, il soggetto e il fotografo trovano l’istante, si fondono e svaniscono insieme lasciando una traccia: la fotografia, il ritratto.
Alessandro Brasile
Biografia
Alessandro Brasile, giovane fotografo milanese, studia nella sua città natale Comunicazioni Visive. Si dedica al teatro lavorando in compagnie nazionali ed estere, prendendo parte come attore a numerosi spettacoli e tournèe nazionali e internazionali. Comincia a fotografare in ambito teatrale divenendo fotografo ufficiale di Teatro Tascabile e Corte Sconta Danza. Appassionato di cinema frequenta il video collaborando col regista Kiko Stella e la giovane film maker Valeria Spera.
Dalla sua tredicesima edizione è fotografo ufficiale del Festival di cinema Africano d’Asia e America Latina di Milano. Collabora con alcune agenzie di model management di Milano.
Libri
- Alice, volume contenente fotografie di opere di giovani artisti italiani e studi vari sulla figura di Alice di Lewis Carrol, prodotto dallo Studio Artese.
- Il ritorno in un istante, Libro fotografico contenente scatti in Polaroid sulla storia di Andrea Stella giovane armatore dello “Spirito di Stella”, primo catamarano al mondo privo di barriere architettoniche. Il progetto è prodotto da Telecom Progetto Italia.
- La responsabilità illimitata, Rivista interna di Telecom Progetto Italia. Servizio fotografico su Andrea Stella.
Mostre personali
Novembre 2005 - Il ritorno in un istante. Palazzo Clerici, Milano.
Marzo 2003 - Danzatori. Show room di BP Studio, ex galleria Il Milione, Milano.
1995 - Enclave. Reportage fotografico sui postumi della guerra in ex Jugoslavia. Studio grafico Vitamina, Milano.
Nel 1857 il celebre fotografo Gaspard-Félix Tournachon, più famoso come Nadar, giunge a un processo con il fratello Adrien proprio per l’uso di questo pseudonimo con cui era divevuto celebre; nel sostenere di fronte ai giudici che a lui solamente spettava il diritto di utilizzare il nome di Nadar, e quindi firmare le proprie opere, egli spiegò che la fotografia era ormai alla portata di qualsiasi persona e che lui avrebbe potuto insegnare anche a uno stalliere tutto ciò che serviva per realizzare una fotografia in un giorno, ma non avrebbe potuto comunicargli quella particolare sensibilità necessaria per ritrarre una persona cogliendone le sfumature del carattere, la sua personalità e realizzando quindi non un qualsiasi ritratto, ma “il ritratto” dotato di una verosimiglianza interiore, oltre che esteriore. Si può certamente immaginare quale fascino abbia avuto il ritratto nella ormai lunga storia della fotografia, ma aldilà delle epoche e degli stili rimane però interessante riconoscere quelle immagini nelle quali il fotografo ha cercato di entrare in sintonia con i propri soggetti.
Attraverso le fotografie di Alessandro Brasile si apre questo varco, una dimensione di ascolto attento dei soggetti che lascia esprimere a ognuno la propria personalità, in effetti si tratta di uno spazio di attenzione, di studio, e forse anche di ammirazione, che ci permette di dare un volto e un’umanità a uomini e donne che, talvolta con grande difficoltà, hanno realizzato dei film quasi come una scommessa esistenziale.
Si può così cogliere, oltre alle figure dei registi, un omaggio al cinema, o meglio a un’idea di cinema originale fatto di narrazioni attraverso le immagini che permettono di entrare nei mondi dei sogni o visitare realtà lontane eppure tanto vicine da “riguardarci”, da essere ancora nostre. Così questo “specchio dotato di memoria”, come era stata definita la fotografia, ancora una volta ci svela sullo stesso piano artisti e uomini, sfondi e ambienti, ma soprattutto una superficie reale e qualcosa di più, come ogni vera parola od opera che ci portano a un oltre da immaginare e interpretare.
Piero Pozzi
Il lavoro di ritratti dei registi, per lo più africani, nasce dalla passione per il cinema. Un cinema difficilmente visibile, quello africano, fatto salvo in occasione di qualche rassegna o festival come ad esempio quello di Milano.
L'idea di mettere in immagine la figura del regista è un'idea semplice che muove dal fascino per questa professione. Il regista vive nella distanza fra il suo occhio e l’oggetto del suo racconto che in essa svanisce, diviene storia. Il regista è di per sé un “fantasma”. Normalmente sono gli attori a godere del favore dell'immagine che risuona più volte a partire dal grande schermo per arrivare alla stampa...
Perché non dare volto, un’anima fotografica a nomi di narratori spesso impronunciabili, sconosciuti? Per fare questo ho fotografato in modo tale da mettere il soggetto in un sistema di relazioni prossemiche con l’ambiente e la macchina fotografica. I registi sono diventati attori e persone. Il contesto, il soggetto e il fotografo trovano l’istante, si fondono e svaniscono insieme lasciando una traccia: la fotografia, il ritratto.
Alessandro Brasile
Biografia
Alessandro Brasile, giovane fotografo milanese, studia nella sua città natale Comunicazioni Visive. Si dedica al teatro lavorando in compagnie nazionali ed estere, prendendo parte come attore a numerosi spettacoli e tournèe nazionali e internazionali. Comincia a fotografare in ambito teatrale divenendo fotografo ufficiale di Teatro Tascabile e Corte Sconta Danza. Appassionato di cinema frequenta il video collaborando col regista Kiko Stella e la giovane film maker Valeria Spera.
Dalla sua tredicesima edizione è fotografo ufficiale del Festival di cinema Africano d’Asia e America Latina di Milano. Collabora con alcune agenzie di model management di Milano.
Libri
- Alice, volume contenente fotografie di opere di giovani artisti italiani e studi vari sulla figura di Alice di Lewis Carrol, prodotto dallo Studio Artese.
- Il ritorno in un istante, Libro fotografico contenente scatti in Polaroid sulla storia di Andrea Stella giovane armatore dello “Spirito di Stella”, primo catamarano al mondo privo di barriere architettoniche. Il progetto è prodotto da Telecom Progetto Italia.
- La responsabilità illimitata, Rivista interna di Telecom Progetto Italia. Servizio fotografico su Andrea Stella.
Mostre personali
Novembre 2005 - Il ritorno in un istante. Palazzo Clerici, Milano.
Marzo 2003 - Danzatori. Show room di BP Studio, ex galleria Il Milione, Milano.
1995 - Enclave. Reportage fotografico sui postumi della guerra in ex Jugoslavia. Studio grafico Vitamina, Milano.
20
ottobre 2006
Alessandro Brasile – Faccia a faccia
Dal 20 ottobre al 22 novembre 2006
fotografia
Location
FNAC
Genova, Via XX Settembre, 46r, (Genova)
Genova, Via XX Settembre, 46r, (Genova)
Orario di apertura
Lun-sab: 9.30-20.00
Domenica: 10-20.00
Autore