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Giammarco Roccagli
Il suo modo di dipingere rimanda alle strutture primarie
Comunicato stampa
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“ Il suo modo di dipingere rimanda alle strutture primarie, tanto che ognuno dei suoi lavori si rapporta allo spazio, instaurando però un'interattività positiva; lo scopo è quello di creare uno spazio pittorico nel quale dominano le dialettiche del colore e gli effetti dell'irradiazione della luce colorata. Il quadro diventa uno spazio mentale, dove l'artista opera frontalmente tanto da determinarvi, illusoriamente, contrasti di zone dipinte in modo diverso. Così procedendo, l'autore viene evidenziando quello che non appartiene al suo modo di fare pittura: la casualità. Il rapporto tra l'opera ed il suo esecutore si mostra freddo ed impersonale, in modo tale che l'osservatore viene stimolato dalla curiosità e dalla meraviglia di poter scoprire un qualche elemento in grado di sconvolgere la normale percezione dell'oggetto artistico.
Allo spettatore l'artista non dà alcun dato, né alcuna indicazione relativamente alla lettura dell'opera, a questi spetta il compito di scegliere dove e come guardare. Lo sfarfallio – ad esempio – che prende l'occhio, quando si fissano i quadri di Roccagli, fa in modo che si creino delle diverse altezze percettive tanto che l'osservatore può cogliere questi nuovi effetti solamente se cambia l'angolo della visuale o spostarsi nello spazio. Non dunque un'opera statica e precisa, ma piuttosto un componimento che tende a coinvolgere il lettore in un giudizio estetico, o, al contrario, rinunciare aprioristicamente ad ogni esercizio di lettura dell'opera.
È questa la finalità e lo scopo della pittura di Roccagli: mai dare certezze, né pensare che la pittura possa dire una ed una sola cosa, ma il suo esercizio pittorico vuole riaffermare quel linguaggio della pittura mediante il quale la liricità del colore, la mutevolezza delle percezioni, l'impalpabilità della materia, l'intensità del segno, la fisicità dell'opera riescono ed essere gli elementi espressivi che contraddistinguono l'oggetto artistico. “
diego collovini
Allo spettatore l'artista non dà alcun dato, né alcuna indicazione relativamente alla lettura dell'opera, a questi spetta il compito di scegliere dove e come guardare. Lo sfarfallio – ad esempio – che prende l'occhio, quando si fissano i quadri di Roccagli, fa in modo che si creino delle diverse altezze percettive tanto che l'osservatore può cogliere questi nuovi effetti solamente se cambia l'angolo della visuale o spostarsi nello spazio. Non dunque un'opera statica e precisa, ma piuttosto un componimento che tende a coinvolgere il lettore in un giudizio estetico, o, al contrario, rinunciare aprioristicamente ad ogni esercizio di lettura dell'opera.
È questa la finalità e lo scopo della pittura di Roccagli: mai dare certezze, né pensare che la pittura possa dire una ed una sola cosa, ma il suo esercizio pittorico vuole riaffermare quel linguaggio della pittura mediante il quale la liricità del colore, la mutevolezza delle percezioni, l'impalpabilità della materia, l'intensità del segno, la fisicità dell'opera riescono ed essere gli elementi espressivi che contraddistinguono l'oggetto artistico. “
diego collovini
07
ottobre 2006
Giammarco Roccagli
Dal 07 ottobre al 04 novembre 2006
arte contemporanea
Location
CONTEMPORANEAMENTE ARTE
Civitanova Marche, Via Conchiglia, 29, (Macerata)
Civitanova Marche, Via Conchiglia, 29, (Macerata)
Orario di apertura
dal mercoledi al sabato 17.30-20
Vernissage
7 Ottobre 2006, ore 18,30
Autore