Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Luca Barzaghi – Le pause del tempo e i suoi occhi
fotografie, disegni, installazioni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tutti i lavori in mostra (fotografie, disegni, installazioni) sono legati da un filo rosso che li percorre intimamente, un pensiero al secolo appena finito e alla memoria che Barzaghi ha di esso. Ci sono immagini del presente, ma anche immagini del passato rielaborate, risistemate, alle quali nessuno riesce più a dare un’identità; come velate da una sorta di nebbia. Piccole leggende di una quotidianità alla Georges Perec.
È quasi sempre forzato tentare di spiegare le opere, offrirne una chiave di lettura che potrebbe apparire coercitiva. Per cui queste poche note sui lavori di Luca Barzaghi esposti nello studio di Maria Cilena non sono un’interpretazione, un breviario per un corretto approccio, piuttosto delle considerazioni su una ricerca seguita nel corso degli anni.
Tutti i lavori in mostra sono legati da un filo rosso che li percorre intimamente, un pensiero intenso al secolo appena finito e alla memoria che lui ha di questo secolo. A richiamare la macrostoria sono le microstorie che popolano la sua vita: i personaggi, gli eventi, le memorie dirette o indirette.
Ci sono fotografie del presente, ma anche le immagini del passato rielaborate, risistemate, immagini di persone, alle quali nessuno riesce più a dare un’identità. Fatti che non si ricostruiscono con la precisione di ciò che è appena accaduto, sono velate da una sorta di nebbia. Si tratta piuttosto di piccole leggende di una quotidianità alla Georges Perec. Di un ordinarietà che di rado si fa infraordinarietà.
Barzaghi si sente parte di una storia che man mano si allontana. Per motivi anagrafici, è riuscito a conoscere persone che hanno attraversato il ‘900, la prima guerra mondiale, la seconda. Come se lui stesso facesse parte di quel mondo, del suo immaginario.
Molta critica letteraria ha scritto che Italo Svevo nel corso degli anni ha girato sempre attorno allo stesso libro, La coscienza di Zeno, di cui c’è traccia più o meno forte in tutto quanto ha scritto.
Così anche per Barzaghi, che da anni lavora sempre allo stesso lavoro con il tempo lungo e la delicatezza che lo caratterizzano.
Angela Madesani
È quasi sempre forzato tentare di spiegare le opere, offrirne una chiave di lettura che potrebbe apparire coercitiva. Per cui queste poche note sui lavori di Luca Barzaghi esposti nello studio di Maria Cilena non sono un’interpretazione, un breviario per un corretto approccio, piuttosto delle considerazioni su una ricerca seguita nel corso degli anni.
Tutti i lavori in mostra sono legati da un filo rosso che li percorre intimamente, un pensiero intenso al secolo appena finito e alla memoria che lui ha di questo secolo. A richiamare la macrostoria sono le microstorie che popolano la sua vita: i personaggi, gli eventi, le memorie dirette o indirette.
Ci sono fotografie del presente, ma anche le immagini del passato rielaborate, risistemate, immagini di persone, alle quali nessuno riesce più a dare un’identità. Fatti che non si ricostruiscono con la precisione di ciò che è appena accaduto, sono velate da una sorta di nebbia. Si tratta piuttosto di piccole leggende di una quotidianità alla Georges Perec. Di un ordinarietà che di rado si fa infraordinarietà.
Barzaghi si sente parte di una storia che man mano si allontana. Per motivi anagrafici, è riuscito a conoscere persone che hanno attraversato il ‘900, la prima guerra mondiale, la seconda. Come se lui stesso facesse parte di quel mondo, del suo immaginario.
Molta critica letteraria ha scritto che Italo Svevo nel corso degli anni ha girato sempre attorno allo stesso libro, La coscienza di Zeno, di cui c’è traccia più o meno forte in tutto quanto ha scritto.
Così anche per Barzaghi, che da anni lavora sempre allo stesso lavoro con il tempo lungo e la delicatezza che lo caratterizzano.
Angela Madesani
05
ottobre 2006
Luca Barzaghi – Le pause del tempo e i suoi occhi
Dal 05 ottobre al 05 novembre 2006
arte contemporanea
Location
MARIA CILENA ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Orario di apertura
martedì-venerdì 15,30-19. Con appuntamento in altri orari
Vernissage
5 Ottobre 2006, ore 18-20
Autore