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Caroline Peyron – Bruciare l’Eneide?
La mostra affronta il tema dell’incompiutezza dell’opera d’arte, la distruzione attraverso il fuoco e la nascita di una nuova forma: il mistico Rabbi Nahmann di Braslav bruciò un suo libro; Virgilio e Kafka chiesero che i loro libri fossero bruciati, ritenendoli incompiuti; Broch, nel ventesimo secolo, bruciò metaforicamente il romanzo al fuoco di una nuova forma
Comunicato stampa
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La mostra affronta il tema dell’incompiutezza dell’opera d’arte, la distruzione attraverso il fuoco e la nascita di una nuova forma: il mistico Rabbi Nahmann di Braslav bruciò un suo libro; Virgilio e Kafka chiesero che i loro libri fossero bruciati, ritenendoli incompiuti; Broch, nel ventesimo secolo, bruciò metaforicamente il romanzo al fuoco di una nuova forma.
Secondo lo storico Donato, Publio Virgilio Marone a 51 anni, in punto di morte, insoddisfatto dell’Eneide, pregò l’amico Vario di bruciare il poema.
Hermann Broch (1886-1951), rinchiuso in una prigione nazista, si riconobbe in Virgilio e scrisse il romanzo La morte di Virgilio, bruciando così la forma dei suoi precedenti scritti.
Franz Kafka (1883-1924) giudicando mancata la sua opera, tormentato dal pensiero che potesse sopravvivergli, chiese all’amico Max Brod di bruciare i suoi testi letterari e gli scritti personali senza nemmeno leggerli.
Rabbi Nahmann di Braslav (1772-1811), pronipote del Baal Chem Tov, fondatore del Chassidismo, nel 1808 bruciò un suo libro esoterico che chiamerà poi Il libro bruciato, non trovando risposta alla domanda “Fino a quando un libro è considerato degno di essere salvato?”
Le immagini fotografiche esposte nella Tomba di Virgilio testimoniano del rapporto “speciale” di Caroline Peyron con l’antichità e costituiscono una sintesi originale tra la pratica quotidiana del disegno e della fotografia e la più recente scoperta dell'incisione. Le 56 fotografie, incise e rilavorate, tutte dello stesso formato (cm. 20x30) trovano in questa sede una collocazione particolarmente felice e contribuiscono a rafforzare l’atmosfera magica che promana dal monumento. Lo stretto rapporto tra arte visiva e testo, prendendo l’Eneide come spunto, ha reso possibile realizzare un evento raffinato e stimolante che documenta il rapporto del celeberrimo poema con la letteratura dell’Ottocento e del Novecento, mostrando tutto il fascino e l’attualità di un’opera fondamentale della cultura occidentale, che continua ad essere fonte d’ispirazione e d’interesse anche per il mondo contemporaneo.
La fotografia “Eros e Malinconia” conclude l’installazione al Parco Virgiliano ed apre l’esposizione al Grenoble: qui il dilemma tra il desiderio dell’opera e la sua incompiutezza si risolve nella difficile scelta di documentare visivamente lo scarto tra oggetto ideale (desiderio) e oggetto incompiuto (rinuncia).
Secondo lo storico Donato, Publio Virgilio Marone a 51 anni, in punto di morte, insoddisfatto dell’Eneide, pregò l’amico Vario di bruciare il poema.
Hermann Broch (1886-1951), rinchiuso in una prigione nazista, si riconobbe in Virgilio e scrisse il romanzo La morte di Virgilio, bruciando così la forma dei suoi precedenti scritti.
Franz Kafka (1883-1924) giudicando mancata la sua opera, tormentato dal pensiero che potesse sopravvivergli, chiese all’amico Max Brod di bruciare i suoi testi letterari e gli scritti personali senza nemmeno leggerli.
Rabbi Nahmann di Braslav (1772-1811), pronipote del Baal Chem Tov, fondatore del Chassidismo, nel 1808 bruciò un suo libro esoterico che chiamerà poi Il libro bruciato, non trovando risposta alla domanda “Fino a quando un libro è considerato degno di essere salvato?”
Le immagini fotografiche esposte nella Tomba di Virgilio testimoniano del rapporto “speciale” di Caroline Peyron con l’antichità e costituiscono una sintesi originale tra la pratica quotidiana del disegno e della fotografia e la più recente scoperta dell'incisione. Le 56 fotografie, incise e rilavorate, tutte dello stesso formato (cm. 20x30) trovano in questa sede una collocazione particolarmente felice e contribuiscono a rafforzare l’atmosfera magica che promana dal monumento. Lo stretto rapporto tra arte visiva e testo, prendendo l’Eneide come spunto, ha reso possibile realizzare un evento raffinato e stimolante che documenta il rapporto del celeberrimo poema con la letteratura dell’Ottocento e del Novecento, mostrando tutto il fascino e l’attualità di un’opera fondamentale della cultura occidentale, che continua ad essere fonte d’ispirazione e d’interesse anche per il mondo contemporaneo.
La fotografia “Eros e Malinconia” conclude l’installazione al Parco Virgiliano ed apre l’esposizione al Grenoble: qui il dilemma tra il desiderio dell’opera e la sua incompiutezza si risolve nella difficile scelta di documentare visivamente lo scarto tra oggetto ideale (desiderio) e oggetto incompiuto (rinuncia).
28
settembre 2006
Caroline Peyron – Bruciare l’Eneide?
Dal 28 settembre al 28 ottobre 2006
fotografia
Location
INSTITUT FRANÇAIS NAPOLI
Napoli, Via Francesco Crispi, 86, (Napoli)
Napoli, Via Francesco Crispi, 86, (Napoli)
Orario di apertura
10-18 dal lunedì al sabato
Parco Virgiliano a Piedigrotta 28 settembre-1 ottobre; 7-8 ottobre; 14-15 ottobre, ore 9-18
Vernissage
28 Settembre 2006, ore 17 al Parco Virgiliano a Piedigrotta
ore 19 all'Istituto di Cultura Francese Le Grenoble
Autore
Curatore