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Vasco Bendini – L’immagine accolta
Per l’occasione vengono esposte trentadue opere, tutte provenienti dalla collezione dell’artista
Comunicato stampa
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La Casa d’Arte “Ulisse” presenta una straordinaria mostra di uno dei maggiori artisti italiani quale è Vasco Bendini, che torna ad esporre a Roma dopo diversi anni di assenza. Per l’occasione vengono esposte trentadue opere, tutte provenienti dalla collezione dell’artista, che ripercorrono a grandi linee e sempre sotto il segno di un’eccezionale qualità l’intero suo itinerario creativo, dal 1951 ad oggi, con la serie “L’immagine accolta” che dà anche il titolo alla mostra.
Vasco Bendini, nato a Bologna nel 1922, si è sempre contraddistinto per un percorso creativo profondamente indipendente che mal sopporta collegamenti con altri artisti o inserimenti troppo stringenti in movimenti e correnti. Anche nel contesto dell’informale, di cui è stato un grande protagonista, la sua posizione è stata spiccatamente personale e ricca di molte articolazioni, contemporaneamente gestuali, segniche, materiche, e mai riconducibili ad un carattere univoco. Nel corso del tempo la visionaria intensità della sua ricerca è stata sancita da grandi mostre personali (solo per ricordarne alcune basta pensare a quelle presentate alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna nel 1978, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e al Palazzo Forti di Verona nel 1989, alla Loggetta Lombardesca di Ravenna nel 1996, al Palazzo Sarcinelli di Conegliano nel 1999) e da numerose partecipazioni (anche con sale personali) alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e a fondamentali esposizioni collettive (due per tutte: “L’Informale in Italia” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1983 e “Novecento. Arte e Storia in Italia” alle Scuderie Papali al Quirinale e ai Mercati di Traiano, a Roma, a cavallo tra il 2000 e il 2001). Assai ricca e qualificata è anche la letteratura critica che ha accompagnato il suo lavoro, con nomi di grande rilievo come quelli di Francesco Arcangeli, Giulio Carlo Argan, Maurizio Calvesi, Renato Barilli, Piergiovanni Castagnoli, Emilio Villa, Paolo Fossati, Fabrizio D’Amico, Flaminio Gualdoni, Walter Guadagnini, Roberto Pasini, solo per citarne alcuni.
Come nota uno dei curatori della mostra, Gabriele Simongini, nel suo approfondito testo in catalogo, “lungo tutto l’itinerario creativo di Bendini, i segni e i colori recano con sé un soffio di vita (pneuma, avrebbero detto i greci e i latini), sembrano promanare direttamente dai polmoni e dall’anima dell’artista in una inscindibile totalità psicofisica che evoca anche una sorta di ineffabile respiro cosmico e universale dato dall’identificazione completa di spazio e luce. In ogni opera le forme hanno la qualità di organismi unici nati in una situazione irripetibile e ciò determina la loro vitalità. Questi stessi sommovimenti vitali hanno contribuito in qualche modo a creare un equivoco piuttosto radicato, quello di un Bendini naturalista, volto verso l’esterno. Al contrario, essi nascono da una corrente interiore, intima e intensa a cui danno immagine e che ci fa vivere l’esperienza della profondità”.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Ulisse Editore, presenta un testo inedito dello stesso Bendini e intitolato “L’immagine accolta”, un saggio di Gabriele Simongini, la riproduzione a colori di tutte le opere esposte e gli apparati biobibliografici.
Inoltre, in occasione della mostra, sempre per i tipi di Ulisse Editore, viene presentato il volume di Edoardo Piersensini “Vasco Bendini: tra il nulla e l’infinito”.
Vasco Bendini, nato a Bologna nel 1922, si è sempre contraddistinto per un percorso creativo profondamente indipendente che mal sopporta collegamenti con altri artisti o inserimenti troppo stringenti in movimenti e correnti. Anche nel contesto dell’informale, di cui è stato un grande protagonista, la sua posizione è stata spiccatamente personale e ricca di molte articolazioni, contemporaneamente gestuali, segniche, materiche, e mai riconducibili ad un carattere univoco. Nel corso del tempo la visionaria intensità della sua ricerca è stata sancita da grandi mostre personali (solo per ricordarne alcune basta pensare a quelle presentate alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna nel 1978, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e al Palazzo Forti di Verona nel 1989, alla Loggetta Lombardesca di Ravenna nel 1996, al Palazzo Sarcinelli di Conegliano nel 1999) e da numerose partecipazioni (anche con sale personali) alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e a fondamentali esposizioni collettive (due per tutte: “L’Informale in Italia” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1983 e “Novecento. Arte e Storia in Italia” alle Scuderie Papali al Quirinale e ai Mercati di Traiano, a Roma, a cavallo tra il 2000 e il 2001). Assai ricca e qualificata è anche la letteratura critica che ha accompagnato il suo lavoro, con nomi di grande rilievo come quelli di Francesco Arcangeli, Giulio Carlo Argan, Maurizio Calvesi, Renato Barilli, Piergiovanni Castagnoli, Emilio Villa, Paolo Fossati, Fabrizio D’Amico, Flaminio Gualdoni, Walter Guadagnini, Roberto Pasini, solo per citarne alcuni.
Come nota uno dei curatori della mostra, Gabriele Simongini, nel suo approfondito testo in catalogo, “lungo tutto l’itinerario creativo di Bendini, i segni e i colori recano con sé un soffio di vita (pneuma, avrebbero detto i greci e i latini), sembrano promanare direttamente dai polmoni e dall’anima dell’artista in una inscindibile totalità psicofisica che evoca anche una sorta di ineffabile respiro cosmico e universale dato dall’identificazione completa di spazio e luce. In ogni opera le forme hanno la qualità di organismi unici nati in una situazione irripetibile e ciò determina la loro vitalità. Questi stessi sommovimenti vitali hanno contribuito in qualche modo a creare un equivoco piuttosto radicato, quello di un Bendini naturalista, volto verso l’esterno. Al contrario, essi nascono da una corrente interiore, intima e intensa a cui danno immagine e che ci fa vivere l’esperienza della profondità”.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Ulisse Editore, presenta un testo inedito dello stesso Bendini e intitolato “L’immagine accolta”, un saggio di Gabriele Simongini, la riproduzione a colori di tutte le opere esposte e gli apparati biobibliografici.
Inoltre, in occasione della mostra, sempre per i tipi di Ulisse Editore, viene presentato il volume di Edoardo Piersensini “Vasco Bendini: tra il nulla e l’infinito”.
28
settembre 2006
Vasco Bendini – L’immagine accolta
Dal 28 settembre al 25 novembre 2006
arte contemporanea
Location
ULISSE GALLERY
Roma, Via Dei Due Macelli, 82, (Roma)
Roma, Via Dei Due Macelli, 82, (Roma)
Orario di apertura
lunedì 15.30/19.30, martedì a sabato: 10.00/13.00 e 15.30/19.30
Vernissage
28 Settembre 2006, ore 18
Autore
Curatore